sabato 6 febbraio 2021
Accordo su salario e inquadramento dopo lunghi mesi di trattative. Benaglia (Fim Cisl): «In un momento difficile un’intesa per far ripartire l’industria metalmeccanica premiando il lavoro
Rinnovato il contratto dei metalmeccanici

Rinnovato il contratto dei metalmeccanici - Fotogramma

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La firma è arrivata dopo una trattativa durata quindici mesi e quattro giorni di riunioni per il rush finale. Un milione e 600mila lavoratori metalmeccanici hanno da ieri sera un nuovo contratto nazionale che resterà valido sino alla metà del 2024. Federmeccanica-Assistal e Fim, Fiom e Uilm hanno trovato un’intesa per un aumento di 100 euro sui minimi salariari del terzo livello, che salgono a 112 euro per il quinto livello. Aumenti che arriveranno spalmati nel tempo, con cadenza annuale nel mese di giugno, ai quali si aggiunge un ulteriore ritocco di 12 euro legato all’inflazione in base al contratto nazionale precedente. Confermati i duecento euro l’anno di benefit. Previsto inoltre l’innalzamento della percentuale per il fondo Cometa al 2,2% dal 2022 per gli under 35, una misura a carico delle aziende pensata per sostenere le nuove generazioni. Il nuovo contratto contiene un’importante riforma dell’inquadramento professionale (fermo al 1973) che prevede fra l’altro l’eliminazione del primo livello, misura anche questa a favore dei più giovani. Viene poi rafforzata la prima parte del contratto sulle relazioni industriali, i diritti di informazione, confronto e partecipazione, formazione (in particolare viene riconosciuto ai lavoratori il diritto soggettivo alla formazione) e viene introdotta una clausola sociale sugli appalti pubblici. Tra le novità interventi contro la violenza di genere e per l’introduzione in maniera strutturale dello smartworking. Per il segretario della Fim Cisl Roberto Benaglia questo contratto è stato uno dei più difficili degli ultimi decenni vista la situazione sanitaria, economica e politica in cui si trova il Paese ma ha un impianto moderno che punta a sostenere le nuove generazioni. «Il contratto nazionale resta la rete di tutela dei diritti universali – ha sottolineato Benaglia –. Questo contratto punta a far ripartire l’industria metalmeccanica premiando il valore del lavoro, riconoscendo le competenze acquisite dai lavoratori con aumenti che vanno ben al di là dell’inflazione. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti sul fronte salariale e della riforma dell’inquadramento attesa da 48 anni». Particolare attenzione è stata data secondo il segretario della Fim Cisl ai cambiamenti legati alla transizione tecnologica. «Tra i tanti temi normativi – ha aggiunto Benaglia –spicca una risposta di miglior tutela per il futuro dei giovani attraverso una copertura più alta per la previdenza complementare proprio per le generazioni che sono state più colpite dalla crisi legata alla pandemia». La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan da parte sua ha messo l’accento sul «rafforzamento della partecipazione ». Soddisfazione arriva anche dalle altre sigle sindacali. «Il primo, importante risultato è rappresentato dal superamento del primo livello a partire dal 1 giugno del 2021 e migliaia di lavoratori passeranno nell’attuale secondo livello» ha detto la segretaria generale della Fiom-Cgil Francesca Re David. Di «un’iniezione di fiducia verso i lavoratori che hanno fatto la differenza e meritavano la giusta considerazione » ha parlato il segretario generale della Uilm Rocco Palombella.

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