venerdì 16 settembre 2022
Il Benvivere ancora non coinvolge il Mezzogiorno, ma la situazione migliora quasi dappertutto e le distanze si accorciano. Ancona al quarto posto. Exploit per Trieste
Veduta dall'alto di piazza Santa Croce a Firenze

Veduta dall'alto di piazza Santa Croce a Firenze - Ansa

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La quarta edizione del Rapporto sul BenVivere delle province e dei comuni italiani 2022: Generatività e circolarità, la svolta ibrida degli indicatori, contiene le nuove classifiche sul BenVivere e sulla generatività delle province e, per la prima volta, dei Comuni italiani. Fra alcune conferme, molte sorprese e in generale un miglioramento diffuso della situazione. Lo studio, voluto dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e ideato nel 2019 con i professori Leonardo Becchetti, Luigino Bruni e Vittorio Pelligra, per il quarto anno si pone l’obiettivo di rispondere alla domanda “che cosa fa di un territorio un posto ideale in cui trascorrere la propria vita?”, e sarà presentato venerdì 16 settembre, in apertura del Festival Nazionale dell'Economia Civile di Firenze, durante l’incontro “Il Ben vivere in Italia, la 4a edizione della ricerca”, a cui parteciperanno il direttore di “Avvenire” con Vanessa Pallucchi, Roberto Simoni, Elisabetta Mughini, Emilio Casalini.

L'asse del Benvivere collega il Nord con il Centro, parte dal Trentino Alto Adige, attraversa Lombardia ed Emilia Romagna, arriva in Toscana e finisce nelle Marche. Ancora non coinvolge il Mezzogiorno, ma la situazione migliora quasi dappertutto e le distanze tra le diverse province italiane si accorciano. La classifica 2022 del Benvivere porta buone notizie e riserva alcune sorprese.

Bolzano infatti si conferma leader, pur perdendo qualche punto a livello assoluto, ma a tallonarla scalando la classifica ci sono Siena, che migliora di 6 posizioni, Firenze terza (+3 posizioni) e Ancona quarta (+8 posizioni). Nella top ten restano poi Pordenone, quinta, (-2 posizioni) e Trieste, sesta, che guadagna ben 11 posizioni mettendo a segno una delle migliori performance. In discesa, ma sempre nel gruppo di vertice Prato, settima, (-5 posizioni), Trento, ottava, (-4 posizioni), Milano, nona, (-4 posizioni) e decima la nuova entrata Savona (+1 posizione).

Le prime dieci posizioni nella classifica del Benvivere nelle province

Le prime dieci posizioni nella classifica del Benvivere nelle province - Avvenire

A chiudere la classifica sono invece ancora le province del Sud: Siracusa (98esima posizione), Palermo (99esima), Foggia (100esima), Taranto (101esima), Caserta (102esima), Sud Sardegna (103esima), Caltanissetta (104esima). Infine, c’è la Calabria che annovera nel suo territorio tutte e tre le ultime posizioni: Crotone (105esima), Vibo Valentia (106esima) e Reggio Calabria (107esima). Il Mezzogiorno è tutto relegato nella seconda metà della classifica e la prima provincia del Sud è quella di Bari che si incontra al 63esimo posto, peraltro in peggioramento di 7 posizioni rispetto allo scorso anno. Si registrano in realtà diversi movimenti significativi rispetto al 2021.

Le province che migliorano maggiormente la loro posizione in classifica sono Sondrio che scala ben 15 posti, grazie in particolare a un più solido capitale umano con l’aumento dei diplomati, degli universitari, delle persone in formazione e del numero di startup; Matera (+13 posizioni); Arezzo e Avellino (+12); la già citata Trieste (+11) e Rieti (+10). Situazione in particolare peggioramento, invece, per le lombarde Lecco e Mantova (-10 posizioni); e le piemontesi Novara (-13) e soprattutto Biella. Quest’ultima perde addirittura 32 posti, in particolare per il peggioramento dell’accoglienza degli stranieri, l’aumento dei Neet (giovani che non lavorano né studiano), il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro, la contrazione delle dinamiche relative agli ambiti culturali e turistici.

Occorre però tener conto anche che nel 2021 la stessa Biella aveva registrato un exploit che le aveva fatto guadagnare ben 35 posizioni: è probabile quindi che lo scorso anno si fossero verificati eventi straordinari non più ripetuti. Il rapporto, infatti, è basato sull’analisi dei dati di 77 indicatori relativi a 10 domini: Accoglienza, Ambiente turismo cultura, Capitale umano, Demografia e famiglia, Economia e inclusione, Impegno civile, Lavoro, Legalità e sicurezza, Salute e Servizi alla persona.

In generale, a incidere nel bene e nel male sono state ancora in misura preponderante le dinamiche correlate alla pandemia di Covid, che da una parte ha spinto a una maggiore digitalizzazione e diffusione della banda larga, ha determinato un calo generalizzato dei reati e in molti casi un miglioramento del trasporto pubblico. Dall’altra, però, ha destabilizzato gli indicatori relativi alla salute – in particolare ovviamente degli anziani ma non solo – alla cultura, al turismo e all’occupazione soprattutto per i giovani.

L’analisi dei ricercatori che hanno curato l’indagine – Dalida De Rosa, Lorenzo Semplici e Gianluigi Conzo, coordinati da Leonardo Becchetti – mette però in evidenza un generale miglioramente e un trend di convergenza. «L’analisi del confronto fra il 2022 e il 2021 della media e della deviazione standard totali e per le 10 province top e le 10 flop fa emergere come il livello dei punteggi sia migliorato tanto a livello generale (+0,77), quanto a livello top (+0,87) e flop (+0,84), mentre la deviazione standard diminuisce per tutti questi campioni, facendo registrare, rispettivamente, i seguenti valori: -0,05; -0,42; -0,44 - si spiega nel rapportyo -. Ed è interessante notare come anche il delta della deviazione standard fra i punteggi del sotto-campione composto dalle province top e flop sia di pari entità di quello riportato per l’intero campione».

La lettura combinata di questi risultati permette quindi «di affermare che è in atto un triplice, seppur estremamente lento, processo di convergenza dei punteggi verso l’alto: a livello generale (la seconda metà della classifica è meno distante dalla prima), a livello top (i primi non più così lontani dai secondi) e a livello flop (gli ultimi sono più vicini ai penultimi). La convergenza nel benvivere quest’anno è osservata in particolare tra il Centro e il Nord, con il Centro che migliora in media nel benvivere rispetto al Nord di 0,527 punti. In particolare, il Sud migliora in demografia e famiglia (+0,9 sul Nord) e in salute (+4,62 sul Nord; +2,07 rispetto al Centro). Il Centro, infine, guadagna rispetto al Nord 1,29 punti nel dominio lavoro». Insomma, le differenze permangono e sono evidenti sia fra le macroaree, sia a livello di singole province. Tuttavia, per il secondo anno consecutivo si nota un trend di costante, per quanto limitata, convergenza tra i territori italiani e di generale miglioramento della qualità della vita che fa ben sperare.

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