martedì 8 ottobre 2019
Le maggiori vulnerabilità sembrano riguardare prevalentemente l'occupazione femminile, i giovani e il Mezzogiorno
Lavoro donne, Italia ultima nell'Unione Europea
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Italia agli ultimi posti della graduatoria Ue per partecipazione delle donne al mercato del lavoro. È quanto rileva l'Istat in audizione al Senato sulla Nadef. «Le maggiori vulnerabilità presenti sul mercato del lavoro italiano sembrano riguardare prevalentemente le donne, i giovani e il Mezzogiorno. In dieci anni la quota di donne tra gli occupati è passata dal 40,1 al 42,1%. Le donne occupate sono aumentate di circa mezzo milione (+5,4%), valore che sintetizza una dinamica stagnante negli anni della crisi (6 mila; +0,1% tra il 2008 e il 2013) e un deciso aumento tra il 2013 e il 2018 (492 mila; +5,3%). Ciononostante, nel nostro Paese ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%. Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i Paesi dell'Unione Europea dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%», afferma l'Istat.

«Il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminante (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio). Il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 senza figli e quello delle donne nella stessa fascia di età con figli non supera il 74%, valore tra l'altro in discesa negli ultimi 3 anni dopo il picco di quasi il 78% raggiunto nel 2015. Inoltre, tra il 2013 e il 2018 per le donne con figli tra 0 e 2 anni si è stimato un sostanziale arretramento nel tasso di occupazione (-5,1 punti per le donne in un nucleo monogenitore e -1,3 per le madri in coppia)», si aggiunge.

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