lunedì 18 dicembre 2023
L'influencer annuncia la donazione all'ospedale Regina Margherita dopo la bufera per l'operazione pandoro Balocco, sanzionata dall'Antitrust. "Avanti con il ricorso"
Chiara Ferragni nel video diffuso su Instagram

Chiara Ferragni nel video diffuso su Instagram - Fotogramma

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Ammette lo sbaglio e annuncia che devolverà 1 milione di euro in beneficenza. Anche se insiste sul ricorso all’Agcom e parla solo di un “errore di comunicazione” e di “equivoci”. Insomma, Chiara Ferragni prova a scusarsi. Ma lo fa, ovviamente, a modo suo, tornando su una vicenda, quella dell’operazione pandoro Balocco pink Christmas, che l’ha vista protagonista delle cronache degli ultimi giorni. Tanto da essere anche stata nemmeno troppo velatamente citata dalla premier Giorgia Meloni alla festa di Atreju per la finta beneficenza e difesa, successivamente, dal marito Fedez.

In un video sui social dopo la maxi multa ricevuta dall’Antitrust per oltre un milione ricevuta da due società che ne curano l’immagine, Ferragni dice di essere stata sempre “convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene”. “Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia – osserva l’influencer -. Questo è quello che insegnamo ai nostri figli”, che “si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all'errore fatto e farne tesoro. Ed è quello che voglio fare ora. Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini".

Ferragni continua dicendo che le sue scuse sono pubbliche “perché mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione. Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficenza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c'è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci". Ferragni non rinuncerà però a impugnare il provvedimento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ritenendolo "sproporzionato e ingiusto". “Se la sanzione definitiva dovesse essere, come spero, inferiore a quella decisa dall'Agcm, la differenza verrà aggiunta al milione di euro - spiega l’influencer -. Nei prossimi giorni parlerò con il Regina Margherita per capire come l'ospedale utilizzerà la somma da me donata e vi racconterò periodicamente gli aggiornamenti. Il mio errore rimane ma voglio far sì che da questo errore si generi qualcosa di costruttivo e di positivo".

La vicenda Ferragni-Balocco è deflagrata venerdì scorso, quando l’Antitrust ha sanzionato le società Fenice e TBS Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all'identità personale di Chiara Ferragni, rispettivamente per 400mila euro e per 675mila euro, e Balocco Industria Dolciaria per 420mila euro. Si parla, nel merito del provvedimento dell’Autorità, di pratica commerciale scorretta: le società coinvolte “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro "griffato" Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall'iniziativa oltre 1 milione di euro".

L’operazione dei pandori griffati Ferragni, stando agli atti acquisiti dall’Antitrust, è stata insomma essenzialmente una operazione di marketing condotta da Balocco con l’obiettivo di tentare di riposizionare (“svecchiare”) sul mercato il Pandoro Balocco dandone una immagine diversa. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno infatti incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro, denaro con cui evidentemente Balocco si attendeva adeguata pubblicità all’iniziativa grazie ai post dell’influencer diretti ai suoi 30 milioni di follower. A livello puramente commerciale, peraltro, l’operazione “Pandoro Pink Christmas” è stata un fiasco totale, segno di quanto non necessariamente avere tutti quei follower si traduca poi in vendite reali per i prodotti pubblicizzati.

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