martedì 1 novembre 2022
Il presidente Tabarelli annuncia gli effetti positivi del nuovo sistema di aggiornamento mensile delle tariffe. Confcommercio: in Italia bollette più care del 27% rispetto al resto d'Europa
Bollette del gas: ad ottobre aumento ridotto al 5%

foto SIR/Marco Calvarese

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Questa volta al posto della stangata sulla bolletta del gas arriva una buona notizia: un aumento ridotto, di appena il 5% per il mese di ottobre, al posto di uno del 70% ventilato un mese fa. Ad annunciarla il presidente di Nomisma energia, Davide Tabarelli che anticipa il dato in vista della comunicazione della tariffa per le famiglie del mercato tutelato da parte dell'Autorità per l'energia (Arera) prevista per giovedì. Da questo mese l'aggiornamento tariffario diventa mensile anziché trimestrale per le famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela (circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa). “Se l’aggiornamento fosse stato fatto con il vecchio meccanismo a fine settembre avremmo avuto un aumento anche del 200%” spiega Tabarelli. Quella dell’Arera è stata una scelta azzeccata, forzata dal cataclisma che è arrivato dai mercati e dall'esigenza dell'Autorità di intervenire. Ed è stato anche un colpo di fortuna poiché il caso ha voluto che il nuovo meccanismo entra in vigore proprio mentre c'è il calo del prezzo del gas”. Una vera e propria “catastrofe evitata”.

L’aggiornamento mensile secondo Tabarelli si potrebbe applicare anche all’elettricità. “Se l'avessimo fatto avremmo già avuto dei cali in bolletta invece dobbiamo aspettare gennaio e sperare che siano sempre bassi i prezzi. Ora stiamo pagando una tariffa di 66 centesimi per kw/h mentre i prezzi sono più bassi del 10-15%” aggiunge il presidente di Nomisma energia. La modifica dell’aggiornamento mensile della tariffa gas “è stata fatta soprattutto per i venditori sul mercato libero perché era quello con maggiore instabilità. Si è trattato di un primo passaggio, un cedimento alle richieste dei venditori che stavano fallendo” ma purtroppo non è bastato perché "stanno fallendo comunque" spiega ancora Tabarelli.

A proposito della scadenza a fine anno del mercato tutelato del gas (per l'elettricità la scadenza è il 10 gennaio 2024), il presidente di Nomisma energia osserva che “sarebbe giusto un rinvio, ora c’è molta confusione, instabilità dei prezzi, e conviene aspettare che la situazione si calmi un po' fino alla fine 2023. Le cose dovrebbero andare meglio, come ha suggerito la stessa autorità dell’energia chiedendo lo slittamento per le piccole e medie imprese. Andrebbe bene anche per le famiglie”. Secondo le previsioni degli analisti è infatti probabile che i prezzi di luce e gas adesso si stabilizzino.

Intanto da Confcommercio arriva la denuncia: alberghi, bar, ristoranti e negozi alimentari pagano in Italia, a parità di consumi e di potenza impegnata, una bolletta elettrica notevolmente più elevata rispetto ad altri paesi europei. Hanno una spesa elettrica mediamente superiore del 27% rispetto alle imprese spagnole e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi. Meno severo il divario relativo ai negozi non alimentari che pagano, rispettivamente, l’11% e il 16% in più. Il dato da un'analisi realizzata da Confcommercio-Nomisma. Tra le cause ci sono la mancata diversificazione di fonti energia e fornitori. Per far fronte ai rincari energetici l'Italia ha stanziato nel 2022 quasi 60 miliardi: ha speso più sia della Francia che della Spagna pur continuando a registrare costi delle bollette elettriche decisamente più elevati. “Scontiamo, evidentemente, l’errore di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Scontiamo, ancora, i troppi ‘no’ preconcetti e l’ipertrofia burocratica che, ad ogni passo, blocca decisioni e realizzazioni. Servono, invece, pragmatismo e realismo per gestire il processo di transizione energetica”.

Per quanto riguarda le famiglie italiane il rischio è che di fronte ai maggiori costi dell’energia si verifichi un calo complessivo dei consumi, un meccanismo che ”si sviluppa attraverso il canale dell’inflazione, cioè aumento generalizzato dei prezzi (quindi, non solo energetici) che colpisce sia il reddito corrente sia, soprattutto, il valore reale della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida” si legge nel rapporto. I costi dell'energia impattano sulle spese obbligate, difficilmente comprimibili ma si diffondono anche a tutte le filiere di produzione e distribuzione. “I sostegni del governo, circa 40 miliardi di euro nel 2022 - sottolinea Confcommercio - compensano buona parte delle perdite di reddito, soprattutto per le famiglie meno abbienti, ma nulla possono contro i circa 77 miliardi di euro perdita di potere d'acquisto della ricchezza liquida. Ciò potrebbe comportare una riduzione dei consumi, rispetto a uno scenario con inflazione “normale”, di 5-7 decimi di punto percentuale”. Questo fenomeno, assieme al perdurare dell’incertezza, porterà ad una recessione tecnica che dovrebbe iniziare già alla fine dell’anno.

“Anche se i prezzi del gas stanno diminuendo il caro energia resta l’emergenza più urgente da affrontare. Chiediamo al governo un confronto costruttivo con le forze sociali per avviare un piano strutturale in raccordo con l’Europa. Come per la pandemia sono necessari sostegni immediati per le imprese più colpite dalla crisi energetica” commenta il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

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