L'Ue ci prova di nuovo: vuole rinviare le regole contro la deforestazione
La Commissione proponeun nuovo rinviodel regolamentoche obbligherebbe gli importatoria verificare la filiera da cui si riforniscono

L’Ue è pronta a proporre un secondo rinvio della legge anti- deforestazione: notizia che arriva dopo che la stessa Commissione europea ha concluso i negoziati commerciali con l’Indonesia, il più grande esportatore mondiale di olio di palma, una coltura che ha un ruolo chiave nel processo stesso di deforestazione. Il regolamento europeo, denominato Eu Deforestation Regulation (Eudr), obbligherebbe gli importatori di olio di palma, caffè, cacao, bovini, legname e gomma a dimostrare che tali prodotti non sono stati prodotti su terreni deforestati, per poter essere venduti sul mercato dell’Unione europea. Le norme dovrebbero applicarsi dal 30 dicembre 2025 alle grandi aziende e dal 30 giugno 2026 alle Pmi.
Quello che si sa finora è che in una lettera – riportata dal quotidiano online Euractiv che si occupa di politiche europee – la Commissaria europea per l’ambiente, Jessika Roswall avrebbe informato il presidente della Commissione per l’ambiente del Parlamento europeo, Antonio Decaro, e la presidenza danese della sua intenzione di posticipare l’entrata in vigore delle norme di un anno. Secondo Roswall, il rinvio è necessario per rispondere alle preoccupazioni sull’adeguatezza dei sistemi informatici necessari a supportare la legge: «Siamo preoccupati per il sistema informatico, data la quantità di informazioni che vi inseriamo » ha aggiunto la Commissaria europea per l’ambiente. Sul rinvio ci vorrà comunque un ulteriore passaggio, con l’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri dell’Ue. Se da un lato il regolamento è un passaggio fondamentale nel Green deal europeo con l’obiettivo non facile di rallentare il cambiamento climatico, dall’altro, fuori dall’Ue, in Paesi dai mercati emergenti, come Brasile e Indonesia viene ritenuta una misura protezionistica, che potrebbe escludere milioni di piccoli agricoltori dal mercato europeo.
Lo stesso giorno arriva l’intesa per il libero scambio con l’Indonesia
Alla fine dell’anno scorso, Bruxelles aveva già rinviato l’entrata in vigore di questo regolamento di un anno, ma quella decisione non aveva placato l’opposizione di partner industriali e commerciali come Brasile, Indonesia e Stati Uniti, la cui posizione è chiara: conformarsi alle norme sarebbe costoso e danneggerebbe le loro esportazioni verso l’Europa. Su questo punto la commissaria europea ha precisato che il ritardo dell’entrata in vigore non è legato alle preoccupazioni degli Stati Uniti: l’industria statunitense della carta e della cellulosa aveva già precedentemente chiesto che i prodotti americani fossero esentati da questa misura. Anche alcuni Paesi dell’Ue, tra cui Polonia e Austria, sostengono che i produttori europei non possano rispettare le norme sulla tracciabilità. Dunque, oltre al rinvio, è in discussione la possibilità di “semplificare” il regolamento? La deputata tedesca Christine Schneider, fra i cristiani democratici e alla guida dei negoziati sul dossier, è convinta che «il nuovo rinvio dimostri chiaramente che i problemi sono più profondi e non possano essere risolti con ulteriori periodi transitori o linee guida non vincolanti». Schneider aveva già proposto e vorrebbe rifarlo la creazione di una nuova categoria denominata “rischio zero” che potrebbe esentare alcuni Paesi, inclusi gli Stati membri dell’Ue, dagli obblighi. Tali misure, però lo scorso dicembre avevano incontrato l’opposizione della Commissione e del Consiglio.
Dal canto loro, Confagricoltura e FederlegnoArredo si sono dichiarati disponibili a lavorare fin d’ora alle necessarie semplificazioni, riducendo gli oneri amministrativi e concentrando la due diligence sui primi operatori: « La sostenibilità – ribadiscono nella nota congiunta – rimane per la nostra filiera una priorità irrinunciabile, la cui messa a terra non può prescindere da una regolamentazione chiara e realisticamente attuabile ». Coldiretti e Filiera Italia notano che il rinvio risponde alle loro richieste per «una misura che rischiava di alimentare distorsioni sul mercato interno e degli scambi commerciali penalizzando agricoltori, allevatori e silvicoltori europei senza raggiungere gli obiettivi ambientali ».
L’auspicio di Federdistribuzione è che «il tempo aggiuntivo venga utilizzato per definire un quadro normativo più chiaro e pragmatico».
Di tutt’altro avviso le posizioni di alcuni attivisti ambientali: «Ogni giorno di ritardo nell’entrata in vigore di questa legge equivale a più foreste rase al suolo, più incendi boschivi e più condizioni meteorologiche estreme». E in particolare, la decisione di rinviare l’applicazione del regolamento arriva, secondo il Wwf, nonostante solo due settimane fa quasi 200mila europei abbiano chiesto alla Commissione di mantenere integre le leggi europee sulla natura, compreso l’Eudr. « A questo punto, – si legge nella nota dell’associazione ambientalista – è lecito domandarsi a chi risponde questa Commissione. C’è il rischio concreto che la proposta di posticipare il regolamento porti a un indebolimento ulteriore con conseguenze devastanti per le foreste di tutto il mondo».
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