L'apprendimento delle competenze diventa un valore

Il ruolo chiave del cambiamento secondo Nicola Spagnuolo, direttore di Cfmt. Il supporto per la crescita dei giovani, l'attenzione alla sostenibilità
April 11, 2025
L'apprendimento delle competenze diventa un valore
Save the Children | La formazione a sostegno dei giovani
In un contesto sempre più dinamico e complesso, i manager devono affrontare la sfida del cambiamento non solo ridefinendo assetti organizzativi e processi, ma anche intervenendo sulle persone e sulla cultura aziendale. Il successo di una trasformazione non dipende esclusivamente dalla riallocazione delle risorse o dall'adozione di nuove strategie, ma soprattutto dalla capacità di allineare comportamenti, valori e processi organizzativi. «La cultura aziendale - spiega Nicola Spagnuolo, direttore di Cfmt-Centro di Formazione e Management del Terziario - rappresenta infatti il fondamento su cui si costruiscono le dinamiche organizzative. Edgar Schein la descrive come un insieme di assunti fondamentali, sviluppati nel tempo, che influenzano il modo in cui le persone pensano, sentono e agiscono all'interno dell'organizzazione. Secondo la teoria del sensemaking di Karl Weick, questa cultura si manifesta attraverso valori, pratiche, simboli e strumenti che guidano le scelte e le reazioni di individui e team di lavoro. In questo scenario, i processi formativi giocano un ruolo chiave nel favorire il cambiamento e ridurre le resistenze. Per essere davvero efficace, la formazione deve operare su tre livelli: competenze tecniche e strategiche, per dotare manager e team degli strumenti necessari a gestire le transizioni organizzative; leadership e change management, per sviluppare la capacità di guidare e motivare le persone nel percorso di trasformazione; intervento sulla cultura aziendale, per riallineare valori, comportamenti e modalità operative alla nuova visione strategica».
La cultura, lungi dall’essere un insieme di idee astratte, costituisce un sapere pratico, un bagaglio di know-how fondamentale e strategico che un’organizzazione ha consolidato nel tempo, e che si è rivelato funzionale alla risoluzione di problemi concreti. È il frutto di una storia comune a un gruppo e si forma man mano che il gruppo stesso elabora delle soluzioni ottimali. Ne consegue, ovviamente, che più il gruppo è longevo, omogeneo, stabile, così come la sua esperienza, più la sua cultura è consistente, articolata, diffusa e permeabile al cambiamento. Una cultura consolidata dall’esperienza sarà considerata dal gruppo talmente valida da essere tramandata ai nuovi membri che entrano a far parte dell’organizzazione, diventando oggetto di apprendimento. Da un lato costituisce il collante che permette all’organizzazione di raggiungere la stabilità interna, dall’altro le consente di adattarsi all’ambiente esterno cogliendo le opportunità del cambiamento. «Quando però avviciniamo il concetto di cultura a quello di apprendimento, attiviamo un paradosso - sottolinea Spagnuolo -. La cultura è una forza conservativa, che tende a rendere i contesti stabili e predicibili. Per apprendere è necessario invece essere agili e flessibili. Qui si inserisce, in modo particolare, la vera sfida di Cfmt nella formazione dei suoi 35mila manager. Cosa devono imparare i manager per farsi promotori di un apprendimento organizzativo o leader dell’apprendimento culturale aziendale? Partendo dalla lista di caratteristiche necessarie a un leader per divenire promotore di una cultura dell’apprendimento fatta dallo stesso Schein, possiamo considerarne le più significative rispetto al momento storico attuale: essere proattivito; pensare in maniera sistemica; imparare a imparare; fidarsi dei propri collaboratori; fare in modo che le idee e le informazioni circolino nella sua realtà aziendale; farsi promotore della diversità. Tuttavia, lo ribadiamo, l’apprendimento organizzativo non è la mera somma di singoli apprendimenti individuali, ma la sintesi di processi di interazione tra soggetti che operano per un fine condiviso. La formazione ha il potere di cogliere, generare, implementare e dirigere questi processi verso un progetto comune. Pensare un’organizzazione capace di implementare al suo interno la dimensione dell’apprendimento vuol dire concepirla come un sistema aperto e dialogante non solo tra gli attori interni dell’organizzazione, ma anche tra questi e il più ampio contesto sociale, economico e ambientale».
A supporto della crescita dei giovani
La tech school italiana Develhope (www.develhope.co) rinnova il suo impegno con Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, per supportare la crescita professionale dei giovani attraverso il percorso Human Development, inaugurato dalle due realtà a gennaio 2024. L’obiettivo è supportare ragazzi e ragazze nel processo di sviluppo di competenze soft, occupabilità e green skill, fondamentali per affrontare il mercato del lavoro. L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto internazionale GG8: Youth Leaders for a Sustainable Future volto a supportare i giovani di tutto il mondo nell’essere artefici del proprio futuro e agenti di cambiamento, partendo dalla scuola e coinvolgendo enti formativi, Its, Agenzie per il Lavoro e aziende.
L’iniziativa nasce da un’esigenza precisa: la transizione dalla fase formativa al mondo del lavoro è infatti un momento particolarmente difficile e delicato - reso ancor più complesso dal crescente divario tra la domanda e l'offerta di lavoro, con un aumento delle posizioni vacanti e un tasso di disoccupazione rimasto stabile negli ultimi anni. Disparità regionali, di genere e precarietà lavorativa alimentano inoltre i cicli di povertà ed esclusione sociale: tutto ciò indica una crescente necessità di sviluppare competenze per l’occupabilità, specialmente in settori emergenti come la blue, la digital e la green economy.
Nell’ambito della partnership con Develhope, Save the Children ha contribuito alla formazione degli Human Coach della tech school, attraverso la metodologia Funtasia, che integra sei framework educativi incentrati sullo studente: Apprendimento Socio-Emotivo, Apprendimento Esperienziale, Psicologia Positiva, Growth Mindset, Project-Based Learning e il Creative Empowerment Model. Gli Human Coach di Develhope hanno poi applicato questa metodologia per formare circa 300 studenti. Questa collaborazione ha permesso di rafforzare il monitoraggio dei progressi degli studenti, tracciandone l’evoluzione nell’employability a tre, sei e 12 mesi, fornendo inoltre un impulso strategico alla missione del progetto, dando una maggiore focalizzazione sull’inserimento lavorativo dei giovani. Per il 2025, Develhope prevede di coinvolgere nel percorso Human Development circa 1.000 studenti, di cui la metà nella fascia 18-24 anni.
Manager attenti alla sostenibilità
Cuoa Business School rafforza la sua offerta formativa con un nuovo Mba dall’impronta green e in lingua inglese realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali "Marco Fanno" dell’Università di Padova. Si tratta dell’International Full-Time MBA, un percorso della durata di un anno rivolto a giovani professionisti di tutto il mondo con almeno due anni di esperienza lavorativa: l’obiettivo è sviluppare le competenze necessarie per favorire una crescita che non sia solo di tipo economico, ma anche sostenibile. L’MBA, con l’impianto classico e solido sulla gestione d’impresa, ha la sua unicità nel fatto di essere stato pensato per permettere ai partecipanti di immaginare, incorporare e gestire percorsi di sviluppo durevole ed ecocompatibile, nonché di prendere decisioni che generino un impatto positivo sulla società in generale. Le lezioni prenderanno il via il 24 settembre e si terranno principalmente a Villa Valmarana Morosini, sede storica della business school. Per illustrare il master e le opportunità che offre al di là di quelle strettamente occupazionali, il Cuoa e l’Università di Padova hanno organizzato due eventi online e uno in presenza. I primi due si svolgeranno in pausa pranzo il 14 aprile e il 7 maggio. L’altro è invece in programma il 22 maggio dalle 16 alle 20 circa. In tutte e tre le occasioni, le persone interessate avranno la possibilità di confrontarsi col direttore scientifico, con i docenti e lo staff dell’International Full-Time Mba. In alternativa, è possibile svolgere un colloquio di orientamento gratuito e non vincolante, online o di persona. Si può prenotare telefonicamente o compilando il modulo presente a questo link: https://www.cuoa.it/ita/formazione/mba/international-full-time-mba. L’Mba prevede una struttura articolata di corsi di general management, tra i quali macroeconomia internazionale, marketing, etica aziendale e sostenibilità. Ognuno avrà poi la possibilità di personalizzare l’esperienza di apprendimento specializzandosi in design sostenibile e lusso, innovazione e trasformazione digitale oppure finanza per la crescita. I partecipanti potranno già nell’anno di frequenza mettere in pratica le nozioni apprese grazie a lavori di gruppo, attività in azienda e laboratori. Sarà inoltre loro richiesto di lavorare a un progetto finale che costituirà un’altra opportunità per arricchire e, dimostrare al tempo stesso, la propria formazione. Il percorso è a numero chiuso e richiede il superamento di un iter di selezione, con l’obiettivo di verificare il profilo dei candidati, la loro storia professionale, la conoscenza della lingua inglese e la motivazione alla base della scelta di un percorso tanto completo quanto sfidante.
Consorzio Italia del Vino e Luiss Business School

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