
Una delle applicazioni più note dell'Intelligenza Artificiale - IMAGOECONOMICA
Innanzitutto una distinzione. Che rischia di essere scontata, ma non lo è affatto. L'intelligenza artificiale, non ha nulla a che vedere con l'intelligenza umana, che è fatta anche di cuore e affettività, oltre che di mera razionalità e calcolo. Per questo l'IA non va divinizzata, non deve sostituire le relazioni umane, ma deve essere utilizzata “solo come strumento complementare all’intelligenza umana”. È l'assunto fondamentale della nota Antiqua et Nova sul rapporto tra IA e intelligenza umana, che riepiloga, sistematizzandolo, l'ampio magistero in materia di papa Francesco. Il documento è il frutto della riflessione a due voci del Dicastero per la Dottrina della Fede e del Dicastero per la Cultura e l’Educazione (firmato dunque dai due capi dicastero, i cardinali Tolentino e Fernandez e dai relativi segretari), con l'approvazione del Pontefice. Il testo, rivolto principalmente a genitori, insegnanti, preti, vescovi e quanti sono chiamati a educare e trasmettere la fede, è offerto anche a tutti coloro che condividono l’esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico «al servizio della persona e del bene comune».
La sua lettura dunque, può essere importante, oltre che come prontuario rispetto a diversi temi (l'IA e la guerra, ad esempio), anche e soprattutto per fissare alcuni punti fermi. Il primo riguarda la natura dell'IA, che era e resta una macchina. Il secondo, diretta conseguenza del primo è che come macchina non ha e non può avere una responsabilità morale. Quest'ultima è sempre in capo all'essere umano. E perciò non può essere scaricata sulla macchina in quanto tale. Di qui l'appello conclusivo del testo a coltivare una saggezza del cuore e la vita spirituale. Elementi imprescindibili anche e soprattutto in una società in cui le macchine hanno ed avranno sempre più un ruolo importante. «Questa saggezza - si legge infatti nel documento - può illuminare e guidare un uso di tale tecnologia che sia centrato sull’essere umano, che come tale può aiutare a promuovere il bene comune, ad aver cura della “casa comune”, ad avanzare nella ricerca della verità, a sostenere lo sviluppo umano integrale, a favorire la solidarietà e la fraternità umana, per poi condurre l’umanità al suo fine ultimo: la felice e piena comunione con Dio».
Antiqua et nova si compone di 117 paragrafi e affronta il rapporto tra lo sviluppo dell’IA e campi dell'attività umana come l'educazione, l'economia, il lavoro, la sanità, le relazioni internazionali e interpersonali, contesti di guerra. In quest’ultimo ambito, ad esempio, le potenzialità dell’IA – avverte la Nota - potrebbero accrescere le risorse belliche «ben oltre la portata del controllo umano», accelerando «una corsa destabilizzante agli armamenti con conseguenze devastanti per i diritti umani».
La nota mette in guardia dai pericoli connessi all'utilizzo dell'IA. Essa può essere diretta verso “fini positivi o negativi”, sottolinea Antiqua et Nova. Non nega che l’Intelligenza Artificiale possa introdurre “importanti innovazioni” in vari campi. Ma rischia anche di aggravare situazioni di marginalizzazione, discriminazione, povertà, “divario digitale”, disuguaglianze sociali. A sollevare “preoccupazioni etiche” è in particolare il fatto che “la maggior parte del potere sulle principali applicazioni dell’IA sia concentrato nelle mani di poche potenti aziende”.
Guerra e pace. Le “capacità analitiche” dell’IA potrebbero essere impiegate per aiutare le nazioni a ricercare pace e sicurezza, ma “grave motivo di preoccupazione etica” sono i sistemi di armi autonome e letali, in grado di “identificare e colpire obiettivi senza intervento umano diretto”. Il Papa ha invitato con urgenza a bandirne l’uso, come ha detto al G7 in Puglia: “Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”.
Inoltre è erroneo rappresentare l’IA come una persona ed è “una grave violazione etica” attuare ciò per scopi fraudolenti. Così come “utilizzare l’IA per ingannare in altri contesti – quali l’educazione o le relazioni umane, compresa la sfera della sessualità – è profondamente immorale e richiede un’attenta vigilanza”. A proposito di fake news il documento ricorda il serio rischio che l’IA “generi contenuti manipolati e informazioni false”. E a proposito di privacy il pericolo è di far diventare tutto “una specie di spettacolo che può essere spiato, vigilato”, come nel Grande Fratello di Orwell. Anche per quanto riguarda l'ambiente, gli attuali modelli di IA e il sistema hardware che li supporta richiedono “ingenti quantità di energia e di acqua e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2, oltre a consumare risorse in modo intensivo”. Pericoli esistono, accanto alle potenzialità anche in campo lavorativo, con il depotenziamento del lavoro umano, ridotto a funzioni ripetitive, e nella sanità. In particolare la sostituzione del rapporto medico-paziente che è invece determinante per la cura e la guarigione.
In definitiva "la presunzione di sostituire Dio con un’opera delle proprie mani è idolatria” è dietro l'angolo. La Nota perciò cita le Sacre Scritture per mettere in guardia dal fatto che l’IA può risultare “più seducente rispetto agli idoli tradizionali”. C'è una umanità che va sempre salvaguardata e mai deve essere sostituita.