martedì 31 agosto 2021
Il vescovo Marconi nell'omelia per la festa del patrono: «Usate testa e coscienza quando leggete i post». E ai credenti: «Va cercata la verità. Non ci si può rifugiare nei complotti»
Il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Nazzareno Marconi, in una foto di archivio prima della pandemia

Il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Nazzareno Marconi, in una foto di archivio prima della pandemia - Siciliani

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«Usate più la testa e la coscienza e meno lo stomaco quando leggete i post su Internet». Il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Nazzareno Marconi, sceglie la festa del patrono, san Giuliano, per censurare le fake news sulla pandemia e sulla profilassi anti-Covid. Durante la Messa solenne celebrata del pomeriggio del 31 agosto il presule chiede di combattere l’emergenza sanitaria con le «armi» a disposizione, come le definisce: dai «vaccini» a «una migliore conoscenza delle cure e della prevenzione».


Certo, prima di tutto occorre cercare «la verità delle cose», sprona Marconi. E il monito a chi crede: «Ogni cristiano deve chiedere a Dio prima di tutto il dono del discernimento. Quella sapienza che è dono dello Spirito santo che fa riconoscere la verità anche quando è scomoda, quando è impegnativa, quando ci chiede di fare scelte che costano fatica e rischio personale, ma portano al bene di tutti». Perché, chiarisce il vescovo, non è possibile «pretendere da Dio la soluzione di tutti i nostri problemi. Questa è la visione di una fede “di comodo”, con il Signore e i santi al nostro servizio, chiamati ad affrontare al nostro posto i problemi». E ammonisce: «L’indolente davanti a un problema non si domanda: “Cosa potrei e dovrei fare in prima persona?”. Invece cerca colpevoli e complotti per scaricare sugli altri ogni responsabilità. Pretende soluzioni che non lo costringano a cambiare abitudini o a fare sacrifici ragionevoli». Da qui il richiamo a fare di questo tempo complesso un’occasione che «ci renda più responsabili, più solidali, più maturi».

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