martedì 18 maggio 2021
La nomina del Papa a due anni dalla morte di monsignor Yeung Ming-cheung e di amministrazione apostolica da parte del cardinale John Tong Hon
Monsignor Stephen Chow Sau-yan

Monsignor Stephen Chow Sau-yan

COMMENTA E CONDIVIDI

Hong Kong ha un nuovo vescovo: Stephen Chow Sau-yan, finora alla guida della provincia cinese dei gesuiti. Nato il 7 agosto 1959 a Hong Kong, ha studiato psicologia a Chicago e ad Harvard, filosofia e teologia in Irlanda e nella sua città, è entrato a far parte della Compagnia di Gesù nel 1984. Uomo di studio, professore e formatore, si è occupato delle istituzioni educative dei gesuiti e della diocesi. L’annuncio arriva a quasi due anni e mezzo dalla morte improvvisa del vescovo Yeung Mingcheung e dopo che la diocesi è stata retta da un amministratore apostolico la cui scelta non ha rappresentato certamente un ripiego. Si tratta infatti del cardinale John Tong Hon, già vescovo della città prima di monsignor Yeung e creato eccezionalmente cardinale pur in presenza di un’altra porpora nella stessa diocesi: quella del cardinale Zen Ze Kiun.

Si è voluto infatti ricorrere a una figura autorevole e saggia nel difficile periodo di transizione da una stagione di grandi proteste per la democrazia alla “normalizzazione” imposta da Pechino con la National Security Law. Queste vicende hanno coinvolto anche l’importante comunità dei cattolici di Hong Kong, circa 600mila su 7,5 milioni di abitanti. Presenti da molti anni nella ex colonia britannica e animati da un forte impulso missionario, sono sempre stati molto attivi sul piano culturale ed educativo e hanno costituito a lungo un ponte naturale tra i fedeli della Cina continentale e la Chiesa universale. Forte è sempre stato anche il loro impegno sul piano sociale e politico: anche l’attuale chief executive di Hong Kong, Carrie Lam, è cattolica, come il suo predecessore Donald Tsang e altre importanti figure pubbliche. Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno creato profonde tensioni anche all’interno della comunità cattolica e nei mesi scorsi si è molto parlato di altri candidati per l’episcopato, certamente degni di essere scelti ma che apparivano vicini all’una o all’altra delle opposte posizioni su cui si è divisa la comunità come l’intera Hong Kong.

La scelta del nuovo pastore – che non rientra nell’Accordo del 2018 tra Santa Sede e Cina e che non ha coinvolto le autorità cinesi – contiene in questo senso un messaggio chiaro: quello dell’unità. Come provinciale, negli ultimi anni padre Stephen Chow ha guidato la comunità dei gesuiti con equilibrio e prudenza e, anche per le sue doti umane, può essere accettato da tutti come un comune punto di riferimento. Non lo aspetta un compito facile. Oltre ai problemi ereditati dal recente passato, dovrà guidare la comunità cattolica in una fase di profonda trasformazione di Hong Kong.

Oggi, Pechino esercita uno stretto controllo e molti abitanti l’hanno già lasciata, mentre altri si apprestano a farlo. Per chi resta, il futuro somiglierà a quello del resto della Cina continentale, anche se il regime “un Paese due sistemi” durerà in teoria fino al 2047. La costruzione di un vasto sistema di ponti (quello tra Macao, Hong Kong e Zhuhai è lungo 55 chilometri), tunnel e autostrade ha già integrato l’isola e il suo entroterra nella vasta area della Grande Baia, in cui il governo investirà 3,6 miliardi di dollari per uno sviluppo ad alta innovazione tecnologica: per spostarsi tra le due ex colonie, britannica e portoghese, ci vogliono adesso 60 minuti invece di quattro ore. Si tratta, per molti aspetti, di un nuovo mondo e ancora sconosciuto, come quello che si presentava agli occhi di un altro gesuita, pioniere dell’evangelizzazione della Cina: Matteo Ricci.

Da sapere

Sono 404mila i cattolici residenti a Hong Kong – su una popolazione di 7,5 milioni di abitanti – secondo dati della diocesi aggiornati al 31 agosto 2019. A loro vanno aggiunti però altri 217mila cattolici, che sono lavoratori stranieri in città, in larga parte filippini. Le parrocchie sono 52, i sacerdoti diocesani 68 (65 di loro cinesi), i religiosi 211 (63 i cinesi) di 19 congregazioni diverse. Le suore sono 427 (293 cinesi) appartenenti a 26 congregazioni.

L’ordinazione il 4 dicembre

La diocesi di Hong Kong organizza il calendario del nuovo vescovo. In particolare per motivi legati alla sua successione come guida della provincia cinese dei gesuiti, Stephen Chow Sau-yan riceverà l’ordinazione episcopale il 4 dicembre. Stamani invece nei locali del Centro diocesano, padre Chow Sauyan incontrerà i media. «La provincia cinese della Compagnia di Gesù è molto complessa perché essa comprende la Cina continentale, l’isola di Taiwan, Hong Kong e Macao – ha spiegato il preposito generale del gesuiti, Arturo Sosa, nel suo libro intervista appena uscito In cammino con Ignazio – in questo insieme ci sono circa 160 gesuiti nel catalogo e altri che non sono nel catalogo. È una presenza molto distribuita ma la maggioranza, soprattutto i giovani, sono nella Cina continentale. Devo dire che questa provincia negli ultimi dieci anni tutte le vocazioni che ha ricevute le ha ricevute da gesuiti della Cina continentale, e questo è importante, sono persone nate in quella situazione. Alcuni fanno lavoro accademico, quelli che lavorano in Cina continentale fanno un lavoro pastorale, per quel che è possibile nello stile di Chiesa che c’è in Cina, ma anche in modo molto creativo e crescente i ministeri tipici della Compagnia, cioè un lavoro di accompagnamento tramite gli esercizi spirituali».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: