
Il cardinale vicario Baldo Reina - Ansa
«In questi giorni Roma è un popolo che piange il suo vescovo, come pecore senza pastore». Con queste parole il cardinale vicario Baldo Reina ha aperto la sua omelia nella basilica di San Pietro per la Messa in suffragio di Papa Francesco, che ha celebrato nel terzo giorno dei Novendiali. Tra gli altri, presenti diverse decine di cardinali, insieme al vescovo vicegerente Renato Tarantelli Baccari, ai vescovi ausiliari Di Tolve e Ambarus e al vescovo vicario del Capitolo Lateranense Di Tora. Con loro migliaia di fedeli della diocesi di Roma e il coro diretto da monsignor Marco Frisina che ha accompagnato la celebrazione.
Pecore senza pastore, ha spiegato il porporato, «è una metafora che ci permette di ricomporre i sentimenti di questi giorni, e di attraversare la profondità dell’immagine che abbiamo ricevuto dal Vangelo di Giovanni, il chicco di grano che deve morire per dare frutto. Una parabola che racconta l’amore del pastore per il suo gregge».
In questo tempo, «mentre il mondo brucia, pochi hanno il coraggio di proclamare il Vangelo traducendolo in visione di futuro possibile e concreto, e l’umanità appare come pecore senza pastore», ha detto il cardinale, invitando ad affidarsi a Gesù, «mentre ci troveremo a cercare il primo dei suoi pastori sulla terra».
Tuttavia, secondo Reina, «non può essere, questo, il tempo di equilibrismi, tattiche, prudenze, il tempo che asseconda l’istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere, ma serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani».
In questo senso, il porporato ha invitato a non avere «paura delle perdite connesse ai cambiamenti necessari». «Penso – ha spiegato - ai molteplici processi di riforma della vita della Chiesa avviati da papa Francesco, e che sconfinano oltre le appartenenze religiose». «La gente – ha aggiunto - gli ha riconosciuto di essere stato un pastore universale e la barca di Pietro ha bisogno di questa navigazione larga che sconfina e sorprende. Questa gente porta nel cuore inquietudine e mi pare di scorgervi una domanda: che ne sarà dei processi avviati?».
In questa prospettiva, Reina ha esortato «a discernere e ordinare quello che è incominciato, alla luce di quanto la nostra missione ci richiede, nella direzione di un nuovo cielo e di una nuova terra, adornando la Sposa per lo Sposo. Mentre potremmo cercare di vestire la Sposa secondo convenienze mondane, guidati da pretese ideologiche che lacerano l’unità delle vesti di Cristo».
Secondo il porporato, cercare un pastore, oggi, «significa soprattutto cercare una guida che sappia gestire la paura delle perdite di fronte alle esigenze del Vangelo, che abbia lo sguardo di Gesù, epifania dell’umanità di Dio in un mondo che ha tratti disumani, e che confermi che dobbiamo camminare insieme, componendo ministeri e carismi: siamo popolo di Dio costituito per annunciare il Vangelo». «Se vogliamo essere fedeli al Signore – ha esortato quindi il cardinale vicario -, al chicco di grano caduto in terra, dobbiamo farlo seminando con la nostra vita. E come non possiamo ricordare il Salmo: «chi semina nel pianto mieterà nella gioia»!»
Secondo Reina, «ci sono tempi come il nostro in cui, come l’agricoltore a cui fa riferimento il salmista, seminare diventa un gesto estremo, mosso dalla radicalità di un atto di fede». Ma Dio «non abbandona il suo popolo, non lascia soli i suoi pastori, non permetterà come per il Figlio che Egli sia abbandonato nel sepolcro, nella tomba della terra».
Un gesto, quello del seminatore, che al cardinale vicario ha ricordato l’ultima apparizione di Papa Francesco nel giorno di Pasqua, «quel riversarsi senza risparmio nella benedizione e nell’abbraccio al suo popolo, il giorno prima di morire». Ultimo atto del suo «seminare senza risparmio l’annuncio delle misericordie di Dio».
Il cardinale vicario ha poi concluso: «Grazie papa Francesco –. Maria, la Vergine santa che noi, a Roma, veneriamo Salus populi romani, che affianca e veglia ora le sue spoglie mortali, accolga la sua anima e ci protegga nel seguitare la sua missione».