«Giustizia e libertà». È musica per le mie orecchie
giovedì 24 gennaio 2019

Siamo appena scesi dal palco dopo la nostra prima esibizione qui a Panamà. Migliaia e migliaia di giovani arrivati da tutto il mondo per amore erano pieni zeppi di energia di fronte al mio sguardo emozionato. Accoglienza strepitosa, entusiasmo, allegria. I nostri pezzi in spagnolo hanno fatto la loro parte: le distanze si sono appianate, i confini sono spariti. Ho ancora il fiatone e sono sudato fradicio, ma voglio immortalare ora questo momento.

Perché ho il cuore pieno, e lo è a ragion veduta: in un solo giorno la Gmg è cominciata, abbiamo fatto la nostra prima Messa in Centro America, abbiamo pubblicato il nostro primo disco in spagnolo, abbiamo toccato e baciato la croce della Gmg, abbiamo fatto 40 chilometri per raggiungere un palco che in linea d’aria era a 800 metri da noi, abbiamo abbracciato i primi amici dall’Italia, siamo stati letteralmente travolti da nuovi fan panamensi… abbiamo pianto di gioia. E si piange di gioia quando si va oltre, si piange di gioia quando si diventa un tutt’uno con la gratitudine.

Ma poi viene spontaneo chiedersi: può un solo giorno contenere tutto questo? Possono così poche ore permettere un tale stretching emotivo? Sì, a patto che lo straordinario di un giorno così memorabile sia costruito, amato e atteso nella normalità silenziosa di ogni benedetto giorno. Senza farsi rubare i sogni, per quanto ciò richieda impegno e sacrificio. Proprio come ha detto monsignor Ulloa - arcivescovo agostiniano di Panama – durante la Messa d’apertura, accendendoci con le sue parole. La sua voce autentica, determinata, quella forza da padre che incoraggia senza timore, quel rispetto per noi giovani, quella sete di vera giustizia e vera libertà in Cristo: musica per le mie orecchie. (3. continua)

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