venerdì 18 marzo 2011
Nella lettera pastorale in vista della beatificazione a maggio dai vescovi polacchi il richiamo alla riconciliazione e al perdono «I segni lasciatici dal Pontefice ci ispirino nelle sfide sia della vita sociale che personale».
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Il primo giorno di maggio si avvicina. È in vista dello storico giorno in cui papa Wojtyla sarà elevato agli onori degli altari che, in una lettera pastorale indirizzata a tutti i fedeli, i vescovi polacchi esprimono l’auspicio «che il beato Giovanni Paolo II diventi la nostra guida spirituale sulle vie della libertà dell’unità e della solidarietà». Nella lettera, firmata a Varsavia lo scorso 22 febbraio e diffusa qualche giorno fa, i presuli esprimono la convinzione che «la beatificazione di Giovanni Paolo II apre delle nuove prospettive per il futuro», obbligando «in un modo ancora più attento e più creativo di leggere la sua eredità espressa dalle parole, dalla sua personalità, dal suo stile di vita, e dal servizio da lui svolto». L’augurio, per questo, è che «i segni che ci ha lasciato il Papa ci aiutino a fare fronte alle nuove sfide ispirando sia la vita privata che quella sociale».Secondo i vescovi polacchi «il dono della vita e del servizio di Giovanni Paolo II ha arricchito in modo significativo la vita della Chiesa e del mondo. Noi stessi – aggiungono – nel nostro Paese e nella nostra parte dell’Europa abbiamo vissuto il cambiamento epocale ispirato alla visione del Pontefice di un mondo liberato dalle catene di un sistema totalitario e senza Dio, sistema che per decenni ha oppresso il singolo e popoli interi». In questo senso, dunque, il «dono» della beatificazione, per il quale i presuli ringraziano Benedetto XVI, «costituisce anche l’impegno che richiede una risposta». Risposta da parte dei singoli, certamente, ma nello stesso una risposta che deve anche riguardare la vita la vita pubblica, perché prepararsi alla cerimonia del 1° maggio «non può fermarsi solo alle questioni di vita personale e familiare». Ed è a questo proposito che la lettera sottolinea «le preoccupazioni legate alla qualità e allo stile della vita politica» in Polonia, notando «le scandalose divisioni tra persone e tra i partiti diversi che in ugual misura si richiamano a valori cristiani». Secondo i presuli, tali comportamenti caratterizzati da «una costante astiosità, inimicizia e mancato rispetto delle opinioni altrui» portano al «dispendio di energie che dovrebbero essere impiegate a risolvere dei problemi e delle questioni importanti per l’intera società». Di qui la richiesta esplicita rivolta dai vescovi al mondo politico, di evitare dei «diverbi sterili», accompagnata dall’auspicio che «il perdono e la riconciliazione possano diventare programma di tutte le parti». In quanto pastori, tuttavia, i vescovi affermano nello stesso tempo di «non volersi fermare solo ai retorici richiami rivolti ad altri», consci che «le preoccupanti divisioni nella società richiedono da tutti, anche da noi, una profonda conversione». «Sappiamo – si legge infatti nel testo – che richiamando gli altri a una trasformazione dei cuori, noi stessi dobbiamo darne l’esempio». La preparazione alla beatificazione di papa Wojtyla deve, dunque, essere di stimolo a intraprendere con decisione questo percorso di riconciliazione e di perdono: «Il papa Giovanni Paolo II – scrivono i vescovi – ha guidato la Chiesa universale e ci ha fortificato nella fede per più di 26 anni. Abbiamo un amico di Dio in Cielo».
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