sabato 23 ottobre 2021
Stamani il rito presieduto dal cardinale Semeraro. Domani la Messa di ringraziamento. La postulatrice: trasformava il servizio in offerta e ogni attimo in lode al Signore
L'ingresso della cattedrale di Brescia con l'avviso della cerimonia di beatificazione di suor Lucia Ripamonti

L'ingresso della cattedrale di Brescia con l'avviso della cerimonia di beatificazione di suor Lucia Ripamonti - Collaboratori

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La diocesi di Brescia in festa per la beatificazione di suor Lucia Ripamonti, Ancella della Carità: il rito si è tenuto sabato alle 10 nella Cattedrale di Brescia, presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza del Papa. In preparazione della celebrazione, venerdì sera nella Basilica di Santa Maria delle Grazie il vescovo Pierantonio Tremolada ha guidato la preghiera dell’Ora decima nella vigilia della beatificazione, mentre domenica, alle 18.30 nella chiesa di San Lorenzo in città, presiederà la Messa di ringraziamento.

«La beatificazione di suor Lucia – spiega il vescovo – è motivo di grande gioia per la Chiesa. La santità, come ho scritto nella Lettera pastorale Il bello del vivere, è l’altro nome della vita quando la si guarda con gli occhi di Dio... La santità non lascia mai indifferenti. Ha una propria irresistibile forza di attrazione, un suo fascino. Suor Lucia ha speso la sua vita nella carità, una carità che trovava la sua fonte nell’Eucaristia e nella preghiera quotidiana. Si è distinta per il suo servizio umile, prima in famiglia e poi in comunità». Prendendo spunto dal suo esempio, prosegue Tremolada, «anche noi siamo chiamati a continuare, ogni giorno, il cammino verso la santità. Suor Lucia ha incarnato il carisma della Congregazione delle Ancelle della Carità che ancora oggi è una presenza preziosa, soprattutto nel campo della salute, dell’educazione e dell’attenzione alle emergenze sociali».

Al secolo Maria Ripamonti, era nata ad Acquate, rione della città di Lecco, il 26 maggio 1909. E la sua vita era trascorsa interamente nella casa-madre della Congregazione delle Ancelle della Carità – di cui faceva parte – a Brescia, dove era entrata nel 1932: un susseguirsi di servizi umili e utili, di supporto ai sacerdoti, sempre disponibile e pronta a trasformare le amarezze in sorrisi e i problemi in occasione di impegno generoso. Il 4 luglio 1954, all’età di 45 anni, si è spenta stringendo tra le mani un’immagine della Madonna. Nel 1996 in forma privata i suoi resti mortali sono stati traslati dal cimitero “San Francesco di Paola” a Brescia, nella cappella di casa-madre, accanto all’altare dove riposa santa Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice della Congregazione.

Beata. Suor Lucia Ripamonti

Beata. Suor Lucia Ripamonti - Archivio Ancelle della Carità

Il 13 maggio 2019 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sul miracolo attribuito all’intercessione di suor Lucia dell’Immacolata. E riguarda la guarigione prodigiosa di Irene Zanfino, originaria di Bolzano e “risuscitata” dopo un gravissimo incidente stradale accaduto il 16 aprile 1967 quando aveva sei anni e mezzo. I medici avevano pronosticato il decesso o la paralisi definitiva con conseguenze funeste per la bambina investita sulle strisce pedonali mentre attraversava la strada. Un’infermiera dell’Istituto delle Ancelle della Carità aveva invitato i parenti della ragazzina a rivolgere l’invocazione a suor Lucia Ripamonti. Una sua immaginetta era posta sotto il cuscino nel letto della bambina. La piccola era rimasta senza conoscenza ancora per una decina di giorni. Poi aveva iniziato a migliorare e per i medici era stato possibile constatare una ripresa di vitalità. Quindi la paziente si era risvegliata dal coma ed era tornata a casa in buone condizioni di salute e senza alcun danno neurologico e psicofisico. Nel 1989 Irene Zanfino si è sposata con Marco Stefanini: oggi è mamma di tre figli.

Tra coloro che hanno sempre creduto e sperato che la religiosa lombarda fosse elevata all’onore degli altari figura c’è suor Paolisa Falconi, attenta e paziente raccoglitrice della storia e delle vicende delle Ancelle della Carità e postulatrice della causa. «Ho scoperto la sua naturale bontà – afferma suor Paolisa – e l’ho intesa come autentica grazia divina. Ho raccolto le testimonianze di chi l’aveva conosciuta e mi sono resa conto che lei viveva la santità ogni giorno, trasformando il servizio in offerta e ogni attimo in lode a Dio. Non so se ancor prima che il Papa parlasse di “santi di strada” lei fosse già una santa di strada. Però, lo credo fermamente».

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