sabato 17 dicembre 2022
Gli Ulma, i due genitori e i loro sette figli, furono uccisi insieme a otto ebrei a cui avevano dato rifugio. Per sette italiani riconosciuta l’eroicità delle virtù
Matteo Ricci, a sinistra, e il suo stretto collaboratore Paolo Xu Guangqi, in una immagine tratta da un disegno a china di Athanasius

Matteo Ricci, a sinistra, e il suo stretto collaboratore Paolo Xu Guangqi, in una immagine tratta da un disegno a china di Athanasius - .

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A pochi giorni dal Natale la Chiesa arricchisce il suo “albo d’oro”, quello della santità, con una nuova serie di venerabili e di prossimi beati. I nomi sono contenuti nei decreti di cui il Papa ha autorizzato ieri la promulgazione, ricevendo in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero della cause dei santi.

Per quanto riguarda coloro che saranno presto beatificati, colpiscono i 9 appartenenti alla famiglia polacca Ulma, sterminata dai nazisti. Józef Ulma, nato nel 1900, vivaista e apicoltore, e sua moglie Wiktoria Niemczak, nata nel 1912, abitavano a Markowa, paese nella Polonia sud orientale che contava una piccola presenza ebraica. Avevano sei figli – Stanisława di 8 anni, Barbara di 6, Władysław di 5, Franciszek di 4, Antoni di 3, Maria di un anno e mezzo – più un settimo nel grembo materno.

La famiglia diede rifugio a 8 ebrei. Tramite una soffiata i tedeschi lo vennero a sapere e la mattina del 24 marzo 1944 fecero irruzione nella fattoria degli Ulma: prima uccisero gli ebrei, poi Józef e Wiktoria, quindi, per un’ultima, agghiacciante lezione alla popolazione locale, i loro figli. Per il bambino ancora in gestazione è stato riconosciuto il battesimo di sangue. Tutti sono stati dichiarati martiri. Nel 1995 la famiglia Ulma è stata inserita nell’elenco dei Giusti della nazioni dallo Yad Vahem, il memoriale dell’Olocausto in Israele.

La famiglia Ulma, sterminata in Polonia dai nazisti per avere accolto e nascosto alcuni ebrei

La famiglia Ulma, sterminata in Polonia dai nazisti per avere accolto e nascosto alcuni ebrei - .

L’altro prossimo beato è Jacinto Vera (1813-1881), primo vescovo di Montevideo, in Uruguay, che lasciò un ricordo indelebile per il suo zelo apostolico. A portarlo sugli altari è una guarigione giudicata miracolosa avvenuta per sua intercessione nel 1936 (a una quattordicenne scomparve istantaneamente una gravissima infezione contratta dopo una operazione di appendicite).

I nuovi venerabili​

Per quanto riguarda invece i nuovi venerabili, spicca per fama il nome del gesuita maceratese Matteo Ricci (1552-1610), uno dei maggiori protagonisti dello slancio missionario della Chiesa in Asia, pioniere dell’evangelizzazione della Cina. Su di lui ci soffermiamo nell’articolo qui sotto.

Il laico brasiliano Franz de Castro (1942-1981), avvocato, impegnato nell’assistenza ai detenuti del carcere di Jacareí, nello Stato di San Paolo, si offrì come mediatore nella trattativa con la Polizia quando in carcere scoppiò una violenta insurrezione. Si consegnò ai rivoltosi in sostituzione di un poliziotto tenuto in ostaggio. Le Forze dell’ordine aprirono il fuoco sui detenuti e nella sparatoria rimase coinvolto anche De Castro. A dichiararlo venerabile è stato il riconoscimento non dell’eroicità della virtù, come per gli altri, ma dell’offerta della vita, nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione introdotta dal Papa con il motu proprio Maiorem hac dilectionem del 2017.

Tra gli altri venerabili, sette sono italiani: Ugo De Blasi (1918-1982), sacerdote diocesano nato e morto a Lecce; Miradio della Provvidenza di San Gaetano (1863-1926), al secolo Giulia Bonifacio, fondatrice della Congregazione delle Povere Figlie di Sant’Antonio, ora Religiose Francescane di Sant’Antonio, nata a Castellamare di Stabia e morta a Napoli; Maria Ignazia Isacchi (1857-1934), al secolo Angela Caterina detta Ancilla, fondatrice della Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Asola, nata a Stezzano e morta a Seriate, cittadine in provincia di Bergamo; Margherita Crispi (1879-1974), al secolo Diomira Ludovica Romana, fondatrice della Congregazione delle Suore Oblate al Divino Amore, nata a Partinico (Palermo) e morta a Roma; Margherita Maria Guaini (1902-1994), al secolo Alessia Antonia, fondatrice della Congregazione delle Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote, nata a Ceto (Brescia) e morta a Varallo Sesia (Novara); Teresa Veronesi (1870-1950), religiosa della Congregazione delle Suore Minime dell’Addolorata, nata a San Ruffillo (Bologna) e morta a Sant’Agata Bolognese; Luisa Guidotti Mistrali (1932-1979), laica consacrata dell’Associazione Femminile Medico-Missionaria, nata a Parma e morta a Mutoko (Rhodesia, attuale Zimbabwe).

Insieme a loro, Aleksander Woźny (1910-1983), sacerdote diocesano polacco; Martin Benedict (1931-1986), frate minore conventuale romeno; José Marco Figueroa (1865-1942), gesuita spagnolo; Magdalena Aulina Saurina (1897-1956), religiosa spagnola e fondatrice dell’Istituto Secolare delle Señoritas Operarias Parroquiales.

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