Valditara sulla maturità: «Chi boicotta l'orale sarà bocciato»
Quattro gli studenti che hanno fatto scena muta all'orale finora in protesta contro il sistema scolastico

«Fra le riforme che stiamo per varare c'è anche una riforma della maturità. Comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se un ragazzo non si presenta all'orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti, non perché non è preparato, quello può capitare, ma perché vuole "non collaborare" o vuole "boicottare" l'esame, dovrà ripetere l'anno», così il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, replica ai tre casi di studenti che hanno rifiutato di sostenere l'orale in polemica contro il sistema scolastico, abolendo per il futuro questa possibilità di protesta silenziosa.
«Il ministro Valditara continua la sua strategia di smantellamento "a singhiozzo" della democrazia scolastica. - replica Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi -. Siamo infatti di fronte all'ennesima riforma volta a punire ogni forma di dissenso verso il sistema scolastico, trasformando di fatto i luoghi del sapere secondo il paradigma dell'obbedienza e della repressione, in piena armonia con le misure securitarie e repressive adottate dal governo Meloni su tutti i fronti. Invece di interrogarsi sulle profonde ragioni di malessere che hanno portato degli studenti a un gesto così forte come il silenzio critico, il Ministro sceglie la via autoritaria della punizione, proponendo la bocciatura. È un tentativo palese di criminalizzare il dissenso e di zittire con la forza ogni forma di contestazione».
Nel frattempo è arrivata la notizia del quarto caso, il terzo in Veneto, che riguarda uno studente 18enne. Anche lui ha rifiutato di sottoporsi all'esame orale al liceo classico Canova di Treviso, ottenendo comunque il diploma per la somma dei crediti, superando di poco la soglia del 60 su 100. Prima di lui lo stesso gesto era stato compiuto da una studentessa 19enne del liceo scientifico Galilei di Belluno, Maddalena Bianchi, che ha rifiutato l'esame orale per protestare contro «i meccanismi di valutazione scolastici, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente». I professori, ha spiegato, «non hanno compreso le mie difficoltà, a loro interessano solo i voti». A dare inizio a questa forma di protesta era stato il suo coetaneo, studente del liceo scientifico Fermi di Padova, Gianmaria Favaretto. Entrambi pur non sostenendo l'orale hanno ottenuto comunque il diploma di maturità perché avevano già superato la sufficienza grazie ai voti dei crediti dell'ultimo triennio e ai voti delle prove scritte.
Anche a Firenze un ragazzo ha fatto scena muta. Proveniente da una scuola privata del Lazio, nell'ultimo anno aveva frequentato il liceo scientifico paritario delle Scuole Pie Fiorentine. Lo studente, che aveva già ottenuto una somma di 62 crediti, ha esordito: «Contesto il sistema e non dirò nulla».
Quale sistema contestano lo spiegano ancora le varie associazioni di rappresentanza che da anni portano avanti questi temi in manifestazione e davanti alle istituzioni. «Questi studenti hanno dato voce a ciò che noi denunciamo da anni. La "scuola del merito" voluta da questo Governo è un fallimento. È un sistema che ci schiaccia, che riduce le nostre vite a un numero, a un voto. Come hanno giustamente sottolineato i ragazzi, i voti non possono e non devono rappresentare il valore di una persona. La scuola che vogliamo è un luogo di crescita, di benessere psicologico, di sviluppo del pensiero critico, non una gara tossica alla performance dove chi resta indietro viene colpevolizzato e umiliato - spiega Viola Carollo, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto -. Mentre le scuole cadono a pezzi, il caro libri aumenta senza controllo mettendo in ginocchio famiglie e studenti, la dispersione scolastica cresce e il tasso di analfabetismo funzionale aumenta esponenzialmente, da Trastevere continuano a provenire riforme e dichiarazioni puntate a fomentare il consenso della classe reazionaria e depoliticizzare la scuola al fine di intaccare lo sviluppo di capacità di ragionamento autonomo degli studenti. Gli studenti però hanno bisogno di tutto un altro genere di scuola, e il ministro non può continuare a ignorarci».
È invece della stessa linea di Valditara il presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli. «In questi giorni si fa un gran parlare di questa possibilità per gli studenti di non sostenere la prova orale dell'esame di Maturità, in quanto questo è consentito dalle regole vigenti. Ricordo che si tratta di un esame previsto dalla Costituzione, quindi l'esame di Stato è un obbligo importante per la nostra vita collettiva. Quindi ritengo che si debba assolutamente rivedere quanto previsto in modo da rendere obbligatorie tutte le prove e stabilire una soglia minima di punteggio per ogni prova per superare l'esame», ha commentato Giannelli. «Al momento - ricorda - l'unico requisito è che la somma totale dei punteggi dovuti al curriculum, alle due prove scritte e alla prova orale, sia almeno pari a 60. Se invece si introducesse una soglia minima anche non particolarmente elevata per ogni prova e in particolare per il colloquio, credo che questo tipo di difficoltà non si presenterebbe più e ridaremmo serietà a un esame».
«Ricordo - conclude Giannelli - che sostenere tutte le prove d'esame è una forma di rispetto nei confronti degli altri candidati e della scuola come istituzione, e direi anche della nostra Costituzione».
«Ricordo - conclude Giannelli - che sostenere tutte le prove d'esame è una forma di rispetto nei confronti degli altri candidati e della scuola come istituzione, e direi anche della nostra Costituzione».
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