lunedì 7 maggio 2018
La nave Astral della ong Open Arms ha raccolto i profughi da un gommone sgonfio, ma la guardia costiera libica rivendicava il suo "diritto di intervento". Alla fine Roma autorizza il trasferimento
Il veliero Astral della ong Open Arms

Il veliero Astral della ong Open Arms

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Fermi in mezzo al mare da oltre 24 ore. Senza acqua, né cibo. In attesa di un’autorizzazione da Londra che non arriva. Poi, alla fine, l’intervento di Roma. È un’emergenza umanitaria nuova ed inedita, quella che hanno vissuto nelle ultime ore 105 migranti (fra cui 6 donne e 6 bambini - il più piccolo di poco più di 2 anni) a bordo del veliero Astral della Ong spagnola Open arms. Alcuni di loro hanno bisogno di cure mediche, sono stremati. Poco distante c’è la nave Aquarius, più grande ed attrezzata per le emergenze, che potrebbe accoglierli. A bloccarli in mezzo al mare è, formalmente, una "questione burocratica". Ma la situazione è più grave. Perché di mezzo c’è il rimpallo fra Libia, Italia e Regno Unito. Tutto parte dal rifiuto degli spagnoli di consegnare i migranti soccorsi domenica mattina all’alba alla guardia costiera libica.

Una volta completato il soccorso, gli spagnoli hanno chiesto all’Mrcc di Roma l’autorizzzazione al trasbordo dei migranti sulla nave Aquarius dell’Ong Sos Mediterraneè, più grande e e più attrezzata per l’emergenza. Da Roma è però arrivato l’altolà. Il coordinamento delle operazioni sono in capo alla Guardia costiera libica, che da sempre si rifiuta di trattare con le Ong. Gli spagnoli devono riconsegnare i migranti a loro. Ma non lo fanno. Si rifiutano perché «Tripoli non garantisce il rispetto dei diritti umani», sostengono e chiedono l’autorizzazione all’Mrcc di Roma per trasferirli sulla nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee, che nel frattempo si è avvicinata all’area di soccorso, come sempre avviene.

Un traghetto di 70 metri, attrezzato per gestire l’emergenza. La nave e il veliero si guardano a vista. Ma non possono interagire. Mancherebbe l’autorizzazione formale al trasferimento. La Guardia costiera libica che rivendica il diritto di intervento nelle emergenze e la guardia costiera italiana che si tira fuori. Tocca a questo punto all’Mrcc di Londra (il veliero batte bandiera inglese), fanno sapere da Roma, a dare l’autorizzazione per il trasbordo dei migranti sulla nave Ong Aquarius. Il centro di soccorso marittimo inglese è però in difficoltà. Non ha mai autorizzato le operazioni di soccorso nel Mediterraneo e prende tempo. Alle 4 di lunedì mattina avverte gli spagnoli che l’autorizzazione per il trasbordo è pronta. Ma solo verbalmente. L’Aquarius non si fida. Vuole un documento scritto. Il rischio, una volta giunti in Italia, è la denuncia per traffico di essere umani. E nessuno vuole correre il rischio di veder sequestrata la propria nave. Intanto passano la ore e la situazione a bordo del veliero si fa sempre più difficile.

La Guardia costiera italiana precisa che «l’autorizzazione al trasbordo compete all’Inghilterra», puntualizzando inoltre che il veliero Astral avrebbe soccorso i migranti, «sebbene informato dell’assunzione del coordinamento da parte delle autorità libiche». Una volta terminato il recupero, prosegue la Guardia costiera, «si è reso necessario il trasbordo su un’altra unità più idonea a condurre i naufraghi in salvo. Presente in zona anche la nave Aquarius, della Sos Mediterranee, anch’essa di bandiera inglese».
«Nulla dovrebbe esser d’ostacolo – commentano su Twitter i volontari spagnoli – quando in gioco ci sono vite umane». Sono ore d’appensione e d’attesa quindi, in mezzo al Mediterraneo. Con il veliero e la nave Aquarius che si marcano a vista in attesa dell’autorizzazione. «Da questa mattina #Aquarius e #Astral sono in stand by in attesa che una autorità marittima competente autorizzi il trasferimento di 105 persone soccorse ieri – scrivono su Twitter i volontari di Sos Mediterranee – I sopravvissuti sono esausti e hanno bisogno di riparo. Confusione e ritardi mettono a rischio la loro salute». Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani, che è a bordo del veliero Astral, lancia un appello affinchè l’Mrcc di Roma autorizzi il trasbordo dei migranti.

Passano ancora alcune ore. A fine giornata la svolta: l’Mrcc di Roma dà l’ok al trasferimento. «Attesa la mancanza di indicazioni pervenute dallo Stato di bandiera dell’unità Astral – si legge nella nota diffusa in serata – la Centrale Operativa della Guardia costiera italiana, a tutela della salute e della sicurezza dei 105 migranti presenti a bordo, già provati dal salvataggio, in considerazione anche dell’approssimarsi delle ore notturne, ne ha autorizzato il trasbordo su nave Aquarius, unità di maggiori dimensioni, idonea ad accogliere in condizioni di sicurezza i naufraghi, nonché in grado di poter prestare agli stessi una adeguata assistenza sanitaria».

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