martedì 11 aprile 2017
Torino, incontro tra la sindaca e la Fism. L’ipotesi di recuperare i fondi a maggio
Tagli alle scuole paritarie, il segnale di Appendino
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La Giunta Appendino apre alle scuole Fism, seppur in modo molto cauto. Appena uno spiraglio, che però lascia intravvedere qualche speranza per le 57 scuole materne torinesi paritarie, colpite dal pesante taglio del 25% ai contributi comunali e dalla cancellazione delle agevolazioni sulla tassa rifiuti. Una decisione che, per ottenere un risparmio di 750mila euro, porterebbe danni molto più pesanti all’economia cittadina e a oltre 5mila famiglie torinesi. L’incontro di ieri mattina (slittato dalla settimana precedente a causa di impegni della sindaca) è stato «franco e cordiale» e, al tempo stesso, piuttosto operativo.

Al tavolo, per il Comune erano seduti Chiara Appendino, l’assessora all’Istruzione Federica Patti e il capo di gabinetto, Paolo Giordana; dall’altra parte, i rappresentanti delle scuole cattoliche paritarie, della scuola ebraica e anche due operatori, a testimoniare l’interesse degli oltre 560 dipendenti le cui sorti lavorative si legano inevitabilmente a quelle degli istituti. Alla fine della riunione, da parte del Comune non sono arrivate note ufficiali; né la sindaca né l’assessora hanno voluto rilasciare dichiarazioni, anche se sollecitate. Dal racconto dei presenti è emerso che l’Amministrazione non intende, al momento, tornare sui propri passi, almeno nei tempi concessi dall’approvazione del Bilancio previsionale che tra pochi giorni sarà discusso in Consiglio comunale. «In questa fase non abbiamo altri fondi da impiegare oltre a quelli che già abbiamo stanziato» è stata la frase ripetuta più spesso.

Non tutto, però, è perduto. Il bilancio, in qualche modo, è stato 'spezzato' e quello che è stato stanziato fino ad ora (due milioni e 250 mila euro, contro i 3 milioni dell’anno precedente) potrebbe essere integrato con una seconda parte nella fase degli assestamenti. «Per trovare le risorse mancanti – ha spiegato la sindaca – siamo già impegnati su un fronte interno ed uno esterno. Da una parte lavoriamo sulle economie classiche, anche rivedendo i contratti di servizio e i vari capitoli di spesa». Dal-l’altra, Appendino continua a far riferimento a quei 61 milioni di euro del Fondo perequativo Imu- Ici assegnati a Torino anche dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato e non ancora saldati perché oggetto di un tesissimo braccio di ferro con il Governo. Con la speranza che i propositi espressi siano davvero concretizzati, la Fism ha chiesto di esaminare nuovamente la situazione.

A maggio si terrà un nuovo incontro, in tempo utile per decidere un eventuale (e doloroso) ritocco delle rette di frequenza per i bambini: se il Comune non dovesse riuscire a integrare i fondi, la Giunta dovrebbe rivedere la convenzione con le scuole paritarie e ogni famiglia si troverebbe a pagare almeno 130 euro in più all’anno. Nella discussione di ieri si parlato anche del ruolo delle scuole paritarie in città. La Fism, in seguito ad alcune dichiarazioni dell’assessora Patti, aveva espresso preoccupazione per il sistema integrato educativo torinese, temendo che potesse venire meno la collaborazione e la situazione di reale parità maturata nel corso degli anni. Durante l’incontro, la sindaca ha invece assicurato di voler continuare il proficuo e corretto rapporto, ipotizzando anche nuove collaborazioni che portino a un’integrazione ancora più accentuata.

Da quanto è emerso, il Comune intenderebbe ridurre la propria presenza diretta nelle scuole materne, proseguendo quella strada già indicata in un protocollo firmato alcuni anni fa: oltre agli istituti statali, anche gli istituti paritari inevitabilmente giocheranno un ruolo sempre più centrale nella città.

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