giovedì 3 gennaio 2019
Alle tifose negati interi settori, riservati ai soli uomini. Secondo il sito che vende i biglietti potranno accedere solo ai posti riservati alle famiglie. L'ambasciata di Riad butta acqua sul fuoco
Gaetano Micciché, presidente della Lega calcio (Ansa)

Gaetano Micciché, presidente della Lega calcio (Ansa)

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Continua la polemica, decisamente arroventata sulla partita che aggiudicherà la Supercoppa italiana in programma il 16 gennaio a Gedda, in Arabia Saudita. Stando alle regole rese note dalla biglietteria on line le donne non potranno accedere ad alcuni settori degli spettatori, in quanto destinati a soli uomini. Sarà invece loro concesso di assistere alla gara tra Milan e Juventus solo negli spazi riservati alle famiglie, se accompagnate da un uomo. Una "regola", che confligge fortemente con i diritti delle donne e che ha subito provocato reazioni a catena.

"Le donne alla #SuperCoppaItaliana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini. Ma stiamo scherzando? I signori del #calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!". Scrive tra gli altri Laura Boldrini di LeU.

"Il calcio servo del business, delle televisioni, dei milioni, degli affari - ha detto invece il vicepremier Matteo Salvini in diretta facebook - va a giocare la finale della supercoppa tra Milan e Juve in un paese islamico dove le donne non vanno allo stadio se non sono portate a manina dagli uomini. Un futuro simile in Italia per le nostre figlie io non lo voglio. Al vostro paese fate quello che volete, in Italia no".

"Più di due mesi fa avevo lanciato l'allarme sulla finale di Supercoppa italiana in Arabia Saudita. Oggi non posso che unirmi a quanti, in queste ore, stanno esprimendo la loro preoccupazione. Chi ama il calcio rifiuta tutte le barriere culturali. Sempre". Lo scrive su Facebook Luca Lotti (Pd).

Polemiche, quelle relative ai diritti delle donne, a cui si aggiungono anche, allargando il tiro, quelle relative ai diritti umani, anche religiosi, e politici negati in Arabia Saudita. In molti hanno, infatti, ricordato anche il caso del giornalista Khasoggi, barbaramente ucciso nel consolato saudita a Istanbul, il 2 ottobre scorso.

Un danno di immagine percepito anche dall'ambasciata di Riad a Roma, che ha fatto sapere che de donne in Arabia Saudita potranno andare allo stadio da sole. Il portavoce della missione saudita ha quindi negato che le donne possano assistere al match solo se accompagnate dagli uomini.

La palla è stata subito presa al balzo dal presidente della Lega calcio, Gaetano Miccichè, con una dichiarazione che cerca di mitigare le polemiche: "La Supercoppa di Lega serie A si giocherà a Gedda, in Arabia Saudita, in linea - e non in contraddizione - con le scelte dell'Italia; e le donne potranno andare allo stadio da sole, non accompagnate come si è diffuso in queste ore" e "sarà una prima volta storica".

Poi il presidente tocca il vero punto della questione: "L'Arabia Saudita è il maggior partner commerciale italiano nell'area mediorientale grazie a decine di importanti aziende italiane che esportano e operano in loco, con nostri connazionali che lavorano in Arabia e nessuno di tali rapporti è stato interrotto. I sistema calcio - prosegue Miccichè - assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, né può fare scelte che non rispettino il sistema Paese. Al contrario, è un fondamentale supporto alla promozione del made in Italy e dei suoi valori" (I diritti delle donne rientrano però nell'ambito dei valori scritti anche nella Costituzione italiana, di qui la polemica n.d.r.).

Gli risponde però il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con deleghe alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora (M5s). "Esprimo il mio più vivo disaccordo per la decisione, da parte della Lega Serie A, di far disputare la finale di Supercoppa italiana in uno stadio dove le donne potranno entrare solo se accompagnate da uomini ed assistere alla partita segregate in appositi recinti". Così "Non è ammissibile - sostiene il Sottosegretario - che il calcio italiano, finga di non vedere questa palese
discriminazione di diritti. Lo sport deve infatti essere veicolo di diffusione di ben altri valori, come l'uguaglianza e la parità di genere».

Intanto è già andata gonfie vele la vendita dei biglietti per la sfida della Supercoppa italiana, in palio a Jeddah il prossimo 16 gennaio tra Juventus e Milan. I biglietti sono stati messi in distribuzione per gli appassionati arabi e per tutti i tifosi del mondo attraverso la piattaforma Sharek.sa, dove appunto sono state notate le regole discriminanti per le donne, e sono andati letteralmente a ruba. Lo stadio King Abdullah Sports City Stadium contiene circa 60 mila tifosi, per cui si prevede una cornice di pubblico da "tutto esaurito" a fare da scenario alla gara.

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