venerdì 20 dicembre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI

Per un guru delle staminali come Paolo De Coppi, che “incidentalmente” è anche un medico (e non uno psicologo), la vicenda di Stamina ha dell’incredibile. E non tanto per i malati, le persone e le storie drammaticamente vere che questa vicenda racconta insieme a tutte le altre bugie. «No, i malati li capisco. Chi non capisco qui è chi li vorrebbe curare».

Chi vuol curare non ha paura del parere dei suoi pari sulla terapia. Chi vuol curare non teme le critiche, non teme trasparenza e pubblicazioni. E non ha paura nemmeno del tempo e delle difficoltà che giustamente il metodo di procedere della scienza impone a certe scoperte.Prendi De Coppi, appunto. Veneto doc, classe 1972, è direttore della Chirurgia pediatrica del Great Ormond Street Hospital di Londra: un curriculum stellare, all’attivo la scoperta delle staminali del liquido amniotico e il primo trapianto al mondo di una trachea ingegnerizzata su un bambino. Un miracolo reso possibile proprio dallo studio paziente e oculato delle staminali, che sì sono imprescindibili nella cura di moltissime malattie, ma con cui bisogna procedere con cura. Pena la trasformazione del settore in un Far West.Professore, ha letto le carte del Comitato ministeriale su Stamina e ha seguito la vicenda attraverso i media, ma ancora non si è espresso pubblicamente sul metodo. Che ne pensa?Credo che non esistano i presupposti per chiamarlo “metodo”. né tantomeno “terapia”. Non c’è nulla di scientifico in quello che è stato riscontrato dai miei colleghi nel protocollo di Vannoni e non ci può essere nulla di terapeutico nel materiale iniettato ai pazienti, così come è stato classificato in base alle analisi. Anzi, il problema più serio è che questo materiale è potenzialmente pericoloso per i malati. Trovo questo fatto gravissimo.I malati sono vittime due volte...Vede, per chi come me fa il medico, a volte è molto difficile avere a che fare coi malati. Sai che stai studiando qualcosa che potenzialmente potrebbe aiutarli, sei convinto che in un futuro non lontano li aiuterà effettivamente, ma devi aspettare. Devi vagliare tutte le ipotesi, devi passare attraverso i test in vitro, poi quelli sugli animali, poi attraverso trial clinici anche molto complicati, come i cosiddetti “randomizzati a doppio cieco”, in cui a metà dei pazienti viene somministrato solo placebo, all’altra metà una cura e né il medico né il paziente sa a chi viene somministrato cosa. Sembrano lungaggini inutili, ma è proprio attraverso questi dati e questi test che si costruisce la certezza che una cura non solo è efficace, ma anche sicura.È quello che è successo per la “sua” trachea ingegnerizzata prima che ridesse speranza a un bambino in carne e ossa, nel 2010.<+TONDOA>Esattamente. Quella trachea è stata ottenuta studiando a lungo le staminali da midollo, osservando come si comportavano sulle trachee di cadaveri. Per evitare il rigetto e renderle sicure abbiamo effettuato milioni di test. Ma eccoci alla fine al risultato storico. Nelle staminali esistono potenzialità enormi e il danno che questi signori di Stamina stanno facendo è screditare un ambito della ricerca fondamentale per ridare speranza ai pazienti. Io lo chiamo «effetto Di Bella» e credo che l’Italia periodicamente debba soffrirne. Spero che come accaduto in passato, ne guarisca.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: