venerdì 17 marzo 2023
Su iniziativa del ministro Valditara, integrato l'accordo di novembre coi sindacati. La Commissione europea sta esaminando il testo per le nuove assunzioni. Fondi Pnrr anche alle paritarie
Scuola, 300 milioni in più ai prof. In arrivo il decreto sul reclutamento
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È stato aumentato di 300 milioni il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, che sarà a disposizione di Aran e sindacati della scuola per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Questi ulteriori 300 milioni che - su proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara - vanno ad integrare l’Atto di indirizzo dell’accordo sottoscritto con i sindacati il 10 novembre, saranno destinati all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola. Dopo lo sblocco degli arretrati (in media 2mila euro a dipendente), con queste nuove risorse l’aumento medio degli stipendi, già approvato a fine 2022, salirà da 100 a 124 euro al mese. Inoltre, viene affidata alla contrattazione anche la definizione dei criteri di distribuzione delle risorse per la valorizzazione dei docenti, al fine di garantire la continuità didattica per gli studenti, con una specifica attenzione per gli istituti statali delle piccole isole. «La valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni, perché non può esserci merito senza dignità, che va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola», ha commentato il ministro Valditara.

Intanto, è in dirittura d’arrivo anche il nuovo Dpcm sul reclutamento degli insegnanti. Dopo l’accordo tra i Ministeri dell’Istruzione e del Merito e dell’Università e Ricerca, il testo - trattandosi di una riforma prevista dal Pnrr - è stato sottoposto alla valutazione della Commissione europea, che dovrebbe rimandarlo indietro in questi giorni. A breve, quindi, si conosceranno i criteri e gli standard della formazione per i docenti ai fini dell’abilitazione e del conseguimento dei 60 Cfu (Crediti formativi universitari), previsti dalla riforma varata dal governo Draghi ed ereditata dall’esecutivo Meloni. «Fin dall’insediamento – si legge in una nota del Mim – il ministro Valditara si è attivato per definire il testo del Dpcm ed avviare, dal prossimo anno accademico, i percorsi formativi negli atenei».

Contestualmente, da Bruxelles dovrebbe arrivare anche la risposta per l’assunzione straordinaria di 20mila docenti per l’anno scolastico 2023-2024, «così da evitare un eccessivo ricorso alle supplenze», prosegue la nota di viale Trastevere. «Con l’avvio dei percorsi abilitanti – ricordano dal Ministero – a partire dal prossimo anno accademico, si aprirà una nuova fase per le procedure concorsuali sulla quale stiamo già lavorando per consentire di dare stabilità a tutto il sistema di reclutamento e offrire un contributo decisivo alla riduzione del precariato, valorizzando qualità e merito nell’insegnamento».

Sempre sul versante dei fondi del Pnrr, il ministro Valditara ha annunciato che queste risorse saranno a disposizione anche delle scuole paritarie. «I fondi devono essere per tutti – ha sottolineato intervenendo alla presentazione del progetto Creasteam Erasmus+ della Fidae per favorire gli scambi tra le scuole d’Europa - per questo abbiamo deciso di mettere i fondi del Pnrr anche per le paritarie non commerciali e la prima distribuzione l’abbiamo fatta proprio per l’accoglienza di ragazzi ucraini. Questo perché la scuola paritaria è pubblica a tutti gli effetti».

A maggior ragione, ha ricordato la presidente della Federazione istituti di attività educative, Virginia Kaladich, «abbiamo bisogno che la legge sulla parità scolastica, varata 23 anni fa, sia finalmente completata». E della necessità di «realizzare il pluralismo educativo», ha parlato il presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e del Consiglio nazionale della scuola cattolica, monsignor Claudio Giuliodori. «Paradossalmente – ha ricordato – da quando è stata varata la legge 62 del 2000, le scuole paritarie hanno perso il 40% della loro forza e non conviene a nessuno disperdere un patrimonio così importante».

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