mercoledì 6 settembre 2023
Il capo della Lega promette un provvedimento ad hoc domani in Cdm. Il Pd dice no: investire su educazione e formazione, tenendo fisso l'obiettivo del reinserimento sociale
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«Un quattordicenne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un uomo di cinquantanni...». Matteo Salvini (forse parlando più come capo della Lega che come vicepremier) prepara il giro di vite contro la delinquenza minorile.

Dopo l'ultimo brutale omicidio di Giovanbattista Cutolo il 24enne musicista di Napoli ucciso a colpi di pistola dopo una lite per un parcheggio da un ragazzo di sedici anni originario dei Quartieri Spagnoli e dopo i fatti di Caivano il governo pare aver scelto la linea dura. «Giusto come propone Giulia Bongiorno di abbassare l'età dell'imputabilità a quattordici anni», insiste Matteo Salvini che annuncia: «Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni». Salvini va oltre. E spiega che il provvedimento «era già pronto da tempo perché i decreti non si fanno in un quarto d'ora» ma la prima reazione delle opposizioni è un secco no.

«La risposta ai fatti di Caivano non è aprire le porte del carcere ai 14enni, ma investire risorse sul contrasto al disagio giovanile e alla povertà educativa», replica la deputata del Partito democratico della commissione Giustizia, Michela Di Biase. E ancora: «L'impostazione securitaria che arriva da esponenti del governo Meloni è preoccupante: usano slogan facili e un linguaggio poliziesco invece di pensare a interventi strutturali. Questo governo mostra i muscoli davanti a questi fatti e non interviene per ridurre il disagio giovanile: restringere un adolescente in carcere non risolve un problema che deve essere affrontato investendo sull'educazione e sulla formazione, tenendo fisso l'obiettivo del reinserimento sociale».


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