mercoledì 18 ottobre 2023
Nel centro la gara per la gestione della struttura destinata ai braccianti è andata deserta per quattro volte. Uguale per i bandi su raccolta differenziata e gestione delle opere pubbliche
Calma piatta, tutto fermo. Il villaggio della solidarietà a Rosarno

Calma piatta, tutto fermo. Il villaggio della solidarietà a Rosarno - Collaboratori

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Il “Villaggio della solidarietà” per braccianti immigrati aprirà entro giugno. Così scrivevamo a gennaio. Dopo nove mesi la struttura è davvero pronta, 93 posti letto in 16 unità abitative, vere e proprie casette, completamente arredate, con aria condizionata, biancheria, stoviglie. Ma non si può aprire perché per ben quattro volte è andata deserta la gara per la gestione del villaggio. Nessuno ha fatto domanda.

Ce lo racconta sconsolato il viceprefetto Antonio Giannelli, coordinatore della commissione straordinaria che da due anni amministra il Comune dopo lo scioglimento per infiltrazione e condizionamento della ’ndrangheta. «Nessuno ha presentato domanda anche all’ultimo bando che prevedeva la gestione per tre mesi pagati 33mila euro. Non potevamo fare di più perché il 22 ottobre Rosarno torna al voto. Toccherà alla nuova giunta comunale riprovarci. Noi lasciamo tutto pronto, chiavi in mano».

Una vergogna che si aggiunge ad altre vergogne di questa vicenda che va avanti da 14 anni. Ad aprile 2009 la commissione straordinaria che anche allora guidava il Comune sciolto per mafia, aveva presentato un progetto da realizzare nell’area della Betom Medma, ex cementificio confiscato alla cosca Bellocco, finanziato con 2 milioni di euro dal ministero dell’Interno. I lavori partono, ma poi vengono fermati nel 2013, quando sono quasi completati, per un’interdittiva antimafia.

Il “Villaggio” viene completamente vandalizzato. E il 19 marzo 2016 è occupato da alcune famiglie locali (note alle forze dell’ordine) che mettono degli striscioni con la scritta “Prima i rosarnesi”. Solo nel marzo 2019 vengono sgomberate. Dopo l’arresto del sindaco e il nuovo scioglimento del Comune, nell’agosto 2021, i tre commissari hanno ripreso in mano la vicenda, è stata realizzata una nuova recinzione, le casette sono state ritinteggiate, riparati i danni, con una spesa di 70mila euro sempre del ministero dell’Interno. Così si potrà chiudere un’altra vergogna, il campo container di Testa dell’acqua, realizzato, dopo la rivolta degli immigrati del 7 gennaio 2010, come soluzione provvisoria e ancora lì, sempre più degradato. Ma se non si può aprire il “Villaggio” non si può smantellare il campo container, né bonificare l’area.

«Anche questo lasciamo in eredità alla nuova amministrazione, assieme a 300mila euro, sempre del ministero, per eseguire i lavori». Eppure gli immigrati sono molto interessati, alcuni hanno già presentato domanda per andare a vivere nelle casette. Invece sembra proprio che per Rosarno non si possa andare verso la normalità. E non solo per gli immigrati. Anche altri importanti bandi indetti dai commissari, proprio per dare un nuovo volto alla città, sono andati deserti. Ben cinque volte la gara per la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta. Rosarno è sporca malgrado i cittadini paghino molto il servizio che è ancora di raccolta indifferenziata. C’è però una grande evasione della tassa che i commissari sono riusciti a ridurre anche se a pagare è solo il 20%. «Col bando per la differenziata avremmo avuto un servizio migliore, spendendo di meno. Anche per questo avevamo tutti i fondi. Ma nessuno ha fatto offerte. Evidentemente qualcuno vuole che si spenda di più».

Non meno gravi gli esiti dei bandi per la gestione di alcune opere pubbliche. Come il modernissimo terminal delle linee bus urbane e extraurbane. Anche questo una storia infinita. Terminato 9 anni fa non è mai entrato in funzione. Solo nel 2019 una società aveva vinto la gara, ma poi aveva riconsegnato le chiavi senza neanche iniziare a lavorare. «Abbiamo fatto tre bandi che prevedevano la gestione della struttura, del bar-ristoro, della biglietteria, di un chiosco informativo. Ma tutti si sono conclusi con assenza di offerte». Dietro ci sarebbero interessi conflittuali, anche di ambienti ’ndranghetisti, come risulta da alcuna intercettazioni.

Affari che compaiono nella vicenda dell’anfiteatro comunale. La Commissione ne è rientrata in possesso, si legge nella Relazione d i fine mandato, «mediante la revoca dell’affidamento effettuato irritualmente da parte della disciolta amministrazione in favore di un’associazione locale, e previa attività di bonifica della struttura e dell’area circostante». Sono stati organizzati alcuni importanti eventi come la cerimonia di avvio dell’anno scolastico 2022-2023 e la Festa della Repubblica 2023, con la partecipazione di scuole, cittadinanza e istituzioni. Iniziative da qualcuno non gradite, infatti a ridosso delle manifestazioni, l’anfiteatro ha subito atti vandalici. Inoltre anche per questa struttura gli avvisi pubblici finalizzati all’affidamento della gestione del bene a soggetti qualificati si sono conclusi con assenza di offerte, impedendone di fatto la piena attivazione e la possibilità di renderli fruibili alla collettività. Anche di questo dovrà occuparsi chi vincerà le elezioni del 22 ottobre.


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