mercoledì 11 marzo 2020
Un quarto morto a Rieti e uno a Bologna, sempre per overdose da farmaci, oltre ai 9 di Modena.Tra i latitanti un omicida e esponenti mafiosi. "Ma li prenderemo tutti", assicura il prefetto
Rivolta carceri, morti salgono a 14. Ancora ricercati 10 evasi da Foggia

Ansa

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Un altro detenuto è morto la scorsa notte tra quelli ricoverati in gravi condizioni nell'ospedale De Lellis in seguito alla rivolta scoppiata nel carcere di Vazia nella tarda mattinata di lunedì. Anche in questo caso, come per gli altri tre morti nel carcere reatino, la causa sarebbe overdose da farmaci. E questa mattina è morto, probabilmente per gli stessi motivi, anche un detenuto del carcere della Dozza a Bologna, mentre un altro è ricoverato in gravi condizioni. Salgono così a quattordici, quattro a Rieti, nove a Modena, due a Bologna, i detenuti deceduti nel corso delle violente proteste negli istituti penitanziari italiani scoppiate sabato, come reazione alle limitazioni ai colloqui coi familiari, conseguenza delle precauzioni anticontagio, ma molto probabilmente collegate a un clima di tensione provocato dal sovraffollamento, un fuoco sul quale qualcuno potrebbe aver soffiato in modo organizzato, come conferma il ritrovamento di molti microcellulari in alcuni degli istituti coinvolti.

Si riducono, invece, i detenuti evasi dal carcere di Foggia ancora liberi. Erano fuggiti in 72, ora ne restano ancora dieci. Sei sono stati catturati nelle ultime ore. Due in località Specchiaricà, frazione balneare di Manduria in provincia di Taranto. Altri due si sono costituiti nella caserma dei carabinieri di Brindisi. Un quinto è stato individuato e arrestato a Trani. Il sesto è stato bloccato a Pescara. Intanto la procura di Foggia, guidata da Ludovico Vaccaro, ha aperto un fascicolo sulla rivolta (è stato troppo face sfondare il cancello che, secondo alcune fonti, sarebbe stato da tempo difettoso) e ha avviato il coordinamento delle attività investigative tese alla cattura dei latitanti.

Un particolare sforzo viene profuso per bloccare Cristoforo Aghilar, l'uomo di 36 anni, accusato di aver ucciso lo scorso 28 ottobre a Orta Nova, Filomena Bruno, madre della ex fidanzata. Le forze dell'ordine chiedono l'aiuto della popolazione: chi avesse notizie su di lui e gli altri evasi, può riferirle nell'anonimato più assoluto, e nella massima riservatezza, telefonando ai numeri 112 e 113. Ottimista è il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, con una lunghissima e brillante esperienza di investigatore. "Lo prenderemo e prenderemo anche gli altri", ci dice sottolineando che intanto i parenti della vittima di Aghilar sono stati tutti messi sotto tutela. Si tratta dei tre figli, dell'anziana madre e del fratello con l'intera famiglia, come ha confermato il loro avvocato Michele Sodrio. "Sono stati condotti in una località segreta fuori regione. Vivono nel terrore da quando hanno appreso che Aghilar era evaso". Per lui si tratta della seconda "caccia all'uomo" dopo la prima nei giorni immediatamente successivi all'omicidio. Il timore è che si nasconda nei dintorni di Orta Nova. "Non abbiamo elementi sicuri - ha aggiunto il legale -. Durante la sua prima fuga ha potuto contare su una fitta rete di fiancheggiatori, che temiamo sia ancora attiva e in grado di dargli ospitalità".

Altrettanto ricercati con impegno sono anche Ivan Caldarola, giovane rampollo dei clan baresi, e Francesco Scirpoli, esponente della mafia garganica. Per fortuna da poco tempo erano stati trasferiti dei detenuti di alta sicurezza, altrimenti le conseguenze della rivolta sarebbero stati anche più gravi.

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