Pubblicità del gioco d'azzardo nel calcio: arriva il sì del Senato

La commissione Cultura e sport ha approvato la risoluzione di FdI. Contrarie le opposizioni con M5s e Pd in testa
March 4, 2025
Pubblicità del gioco d'azzardo nel calcio: arriva il sì del Senato
Ansa | L'intervento del ministro dello Sport, Andrea Abodi, nel corso del convegno Prospettive di riforma del calcio
Il Senato riapre le porte alla pubblicità del gioco d'azzardo nel calcio. La commissione Cultura e sport ha approvato la risoluzione di FdI presentata in vista della riforma del calcio. Così si propone di superare il divieto imposto nel 2018 con il decreto Dignità. Un'ipotesi sulla quale le opposizioni hanno manifestato contrarietà, a partire soprattutto dal M5s che con Luca Pirondini, capogruppo in Commissione, da mesi denuncia l'intenzione del Governo e della maggioranza di tornare a rendere possibile la pubblicità delle società di scommesse sulle maglie e sui campi da gioco.
«Alla fine l'hanno votata» e «la coltre d'ipocrisia in quella stanza non ci stava», commenta a caldo il senatore Pirondini a proposito del documento approvato che contiene le linee guida del Parlamento in vista della riforma del mondo del calcio. «Loro chiedono di modificare il decreto Dignità - aggiunge Pirondini - sostenendo che il decreto Dignità non abbia funzionato, cosa peraltro falsa». Il M5s, ricorda il senatore, aveva presentato un emendamento per inasprire le sanzioni e stringere le maglie contro il gioco d'azzardo, ma è stato bocciato. «La maggioranza così facendo dimostra di fregarsene che ci siano 85 miliardi all'anno che gli italiani perdono nel gioco d'azzardo. Anzi li vogliono invogliare a giocare e ad impoverirsi ancora di più e questo ci sembra grave», conclude Pirondini che contro il voto di questa norma ha promosso anche un convegno a Palazzo Giustiniani. Il M5s ha portato la propria contestazione anche in Aula. Dai banchi del Senato, durante la discussione sul dl Ilva, i parlamentari hanno esposto dei cartelli con la scritta "L'azzardo non è un gioco".
Allo stesso modo, il Pd ha votato contro il provvedimento che «di fatto aggira i divieti di pubblicità e di sponsorizzazioni delle scommesse nel calcio, mettendo sullo stesso piano il tema della ludopatia e quello delle riduzioni delle entrate per le società e la penalizzazione che subiscono rispetto al calcio europeo», spiegano la senatrice Cecilia D'Elia, capogruppo Pd in commissione settima, e il senatore Francesco Verducci, componente della stessa. La proposta infatti è stata presentata come una soluzione per risanare il mondo dello sport italiano, a partire dagli impianti fatiscenti. Tuttavia, «a fronte di una situazione che vede crescere in maniera esponenziale il fenomeno del gioco, con una spesa che nel 2025 si stima di 150 miliardi di euro e con sempre maggiore coinvolgimento di giovanissimi, non abbiamo voluto assumerci la responsabilità di autorizzare il governo a rivedere la normativa senza indicare chiaramente la direzione in cui andare», aggiungono i senatori, che ammettono la complessità del tema sostenendo però che si poteva risolvere diversamente. «Evidentemente la questione scommesse e introiti collegati premeva troppo, tanto da sacrificare il resto». Il Pd rivendica di aver contribuito ad arricchire il testo «nelle parti che sottolineano il valore sociale e culturale del calcio, la sua diffusione tra le ragazze e i ragazzi, l'attenzione ai vivai, al calcio femminile». Anche per quanto riguarda gli impianti «abbiamo sottolineato l'importanza del coinvolgimento dei Comuni in una possibile cabina di regia e di finanziamenti pubblici che attraggano i privati per un'opera di ammodernamento. Ma soprattutto abbiamo proposto gli sgravi fiscali per gli investimenti in infrastrutture sportive dedicate al settore giovanile, dilettantesco, amatoriale e femminile». Nonostante questa e altre «proposte, qualificanti e innovative», di fronte «alla gravità della questione scommesse era necessario rimarcare la nostra ferma contrarietà. La direzione di cui abbiamo bisogno è decisamente altra», ribadiscono.
Fanno eco a questo allarme anche le parole di Paolo Ciani, vicepresidente del Pd-Idp e segretario di Democrazia Solidale-Demos. «Non bastano le storie dolorose che hanno colpito anche calciatori famosi; non sono sufficienti le vicende di tanti nostri concittadini che hanno rovinato la loro vita e le loro famiglie; non servono nemmeno gli studi e gli appelli degli "addetti ai lavori". Fdi e la maggioranza di governo continua a spingere l’avanzata poderosa dell’azzardo nella nostra società, servendosi di uno degli ambiti più popolari in Italia, il calcio. Mi spiace molto: soldi e affari prima della vita delle persone» commenta Ciani dopo il voto della Commissione del Senato.
La risoluzione di FdI è un gravissimo passo indietro anche per Avs. «Una scelta irresponsabile, un segnale devastante alle nuove generazioni», la definisce per esempio Peppe De Cristofaro. «La ludopatia è una realtà, il Parlamento non può ignorarla. Siamo di fronte all'ennesimo passo indietro della Meloni: quando era all'opposizione era contraria, mentre arrivata al Governo è subito pronta a premiare i profitti di chi lucra sulla pelle delle persone, soprattutto quelle più vulnerabili».
Posizioni diverse tra maggioranza e opposizione che vanno rispettate, replica il ministro per lo sport, Andrea Abodi, arrivando in Senato per una conferenza stampa sulla riforma del calcio. «Ne parliamo da molto tempo», dice, specificando che pur comprendendo la posizione dei 5 Stelle «abbiamo un'idea leggermente diversa di come contrastare soprattutto le scommesse illegali, quelle che alimentano l'economia criminale. Contrastare i fenomeni di ludopatia è l'obiettivo che cerchiamo di perseguire anche noi, possiamo avere idee differenti di come raggiungere l'obiettivo, ma comunque merita rispetto anche la nostra posizione». In attesa di una road map sulla riforma, il ministro ha già annunciato che «il primo provvedimento sarà quello sulle infrastrutture a cominciare dagli stadi per poi passare al commissario». Nella riforma, secondo Abodi, c'è molto altro, oltre la pubblicità e il betting: «Bisogna avere la capacità di fare lettura attenta del documento. Si parla di infrastrutture in senso generale, di calcio femminile, di un nuovo assetto dei campionati e questa è una riforma più ampia che riguarda la federazione in primo luogo. Ma anche qui serve gioco di squadra e confronto in tempi brevi tra governo e federazione».

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