sabato 26 marzo 2022
L'argomento in questo momento è scomodo e intralcia interessi economici e politici. Ma la condanna dell'incremento delle spese militari non è cosa da poco, mentre tanta gente soffre
Papa Francesco in un'immagine d'archivio

Papa Francesco in un'immagine d'archivio - Ansa

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Il messaggio rivolto ai potenti della terra è di quelli forti: è «una vergogna» e «una pazzia» pensare di aumentare la spesa per le armi, anziché adoperarsi per orientare verso la pacifica convivenza il sistema delle relazioni internazionali. Ma non tutti i mezzi di informazione hanno scelto di dare risalto alla notizia della condanna di papa Francesco al riarmo e all’incremento della spese militari. Perciò, quando c’è, il tema scivola oltre la metà dei tg o si limita a una breve su alcuni grandi quotidiani nazionali.


La «vergogna» e la «pazzia» denunciate nell’udienza al Cif finiscono in una breve nei due principali quotidiani

Sì, perché le parole pronunciate due giorni fa da papa Francesco ricevendo in udienza il Centro italiano femminile (Cif) sono state ignorate dalla testata ammiraglia della Rai e non compaiono perciò né nell’edizione delle 13.30 né in quella delle 20 del Tg1. Mentre ieri l’edizione delle 20 si è aperta dando ampio spazio a padre Antonio Spadaro per parlare proprio delle posizioni del Papa. In precedenza, sempre ieri, il segretario della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Michele Anzaldi (Iv), aveva protestato per la scelta del telegiornale e chiesto conto di «un caso senza precedenti», perché «mai il tg di Rai1 aveva negato spazio addirittura al Santo Padre, per quanto le sue accuse possano apparire scomode».

Per tornare a giovedì, il Tg2 riporta la notizia come sesto servizio (al minuto 14) nell’edizione delle 13.00, servizio che scivola all’ottavo posto (e al minuto 20) nel tg serale delle 20.30. Quasi la stessa posizione – al settimo posto della scaletta – in cui compare nell’edizione delle 14.20 del Tg3 (minuto 11.56), scomparendo invece nell’edizione delle 19. Sul Tg5, al contrario, nell’edizione delle 13 l’appello a non aumentare la spesa per le armi è il terzo servizio (con inizio al minuto 6.30), mentre nel telegiornale delle 20 diventa una notizia "in vivo" oltre la metà della scaletta (al minuto 20).

Ma– ha accusato il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni – anche molti giornali stampati hanno «silenziato, oscurato, cancellato il grido di Papa Francesco». O comunque, in alcuni e significativi casi, hanno ampiamente ridimensionato la portata della notizia, a cui Avvenire ha dedicato l’apertura della prima pagina e l’editoriale del direttore. Il Corriere della Sera l’ha ridotta a una fotonotizia di tre righe a pagina 15. Va "meglio", si fa per dire, su La Repubblica dove diventa una breve di poche righe con foto di Francesco durante l’udienza al Centro femminile che campeggia al centro della pagina 14.

Sceglie all’opposto di metterla in un primo piano a pagina 3 Il Fatto quotidiano, con un ampio pezzo d’apertura. Così come al monito papale viene dedicato un editoriale che parte dalla prima pagina e continua nell’approfondimento dedicato a pagina 6 sul Quotidiano Nazionale, in cui il discorso di Francesco sulle armi occupa praticamente tutto lo spazio della pagina. La Stampa ha scelto invece di inserirlo in apertura di pagina 17 (sotto la voce «Il dibattito») corredata da un grande foto del Pontefice.

Continuando nella carrellata della carta stampata di ieri, papa Bergoglio e il suo discorso contro le armi hanno uno spazio anche su Il Sole 24 ore, che gli riserva un richiamo in prima pagina e una lunga colonna a destra di pagina tre, all’interno di un primo piano sull’Ucraina. Libero ne fa un elemento del titolo di apertura del giornale, per tornarci poi nel primo piano interno a pagina 7 dove questo appello accorato ai potenti del mondo guadagna l’apertura di pagina. Il quotidiano romano Il Tempo fa la scelta di trattare la notizia in un ampio paragrafo all’interno di un pezzo più generale sulla crisi ucraina e le scelte del nostro governo per affrontarla (con annesso dibattito politico). Ben più drastica la linea tenuta dall’altro giornale di Roma, Il Messaggero, e da Il Giornale, che snobbano completamente la questione non ritenendola meritevole neppure di una riga nelle pagine interne.

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