venerdì 28 luglio 2023
Nel primo semestre sono state registrate 450 denunce mortali: se il trend si confermasse, per la prima volta dal 2013, l'anno potrebbe chiudersi sotto il migliaio. Resta molto da fare
Morti sul lavoro in calo, forse nel 2023 saranno meno di mille. Ma sempre troppi
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Calo importante dei morti sul lavoro nel primo semestre del 2023. Secondo il bollettino dell'Inail, pubblicato oggi, tra gennaio e giugno sono state presentate all'istituto 450 denunce di infortunio mortale, con un calo del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Se l'andamento infortunistico dovesse confermarsi anche nella seconda metà dell'anno, il 2023 potrebbe chiudersi con meno di mille morti sul lavoro. Un dato per cui ci sarebbe ben poco da festeggiare, intendiamoci. Ma pur sempre significativo di un andamento che, finalmente, avrebbe invertito la rotta. È dal 2013, infatti, che, a consuntivo, l'anno si chiude sempre oltre le mille denunce di infortunio mortale. Dieci anni fa furono 1.215, scese a 1.104 nel 2014 e risalite a 1.155 nel 2015. Intorno alle mille vittime il bilancio del 2016 e 2017, chiusi rispettivamente a quota 1.021 e 1.037 morti sul lavoro denunciati. In risalita il 2018 con 1.122 vittime ridiscese a 1.023 nel 2019, l'ultimo anno pre-Covid. Che, sia nel 2020 che nel 2021, ha pesantemente influenzato l'andamento delle vittime del lavoro. Nel 2020 i casi denunciati furono 1.270 e 1.271 quelli del 2021. L'anno scorso il bilancio si è chiuso a quota 1.090 morti e quest'anno, fino a giugno, sono stati contati, appunto, 450 casi di infortunio sul lavoro mortale. Una diminuzione che si accompagna a una «decisa riduzione», scrive l'Inail, delle denunce complessive: 296.665 nel primo semestre del 2023, in calo del 22,4% rispetto ai primi sei mesi del 2022. Il crollo dei casi, avverte l'Inail, è dovuto «quasi esclusivamente al notevole minor peso dei contagi da Covid-19».

Ma è allarme giovanissimi

In ogni caso, a ribadire che, anche alla luce di questi nuovi dati, non si debba assolutamente abbassare la guardia sul fronte della sicurezza dei lavoratori, è il nuovo report dell'Osservatorio Vega di Mestre, che lancia l'allarme giovanissimi. I lavoratori tra i 15 e i 24 anni, hanno una possibilità quasi doppia di morire sul lavoro rispetto ai colleghi tra i 24 i i 34 anni: 14 infortuni mortali ogni milione di occupati rispetto a 7,8

Anche oggi due vittime

Intanto, non si arresta la spirale di morte: anche oggi si sono contate due vittime. Un operaio di 32 anni di Sora, in provincia di Frosinone, ha perso la vita sull'autostrada A24-A25, nel tratto compreso tra Avezzano e Magliano dei Marsi. Il giovane stava lavorando in un cantiere stradale, quando è stato urtato da un camion in transito. L'autista si è subito fermato a prestare soccorso, ma le ferite erano troppo gravi e non hanno lasciato scampo all'uomo. La seconda vittima è un lavoratore di 53 anni di Palo del Colle, nel Barese. Arcangelo Sifo stava lavorando su un'impalcatura a Trani, quando è stato colto da malore, morendo sul colpo. Sulle cause del decesso, che potrebbe anche essere legato al caldo di questi giorni, sono in corso indagini e lunedì sarà eseguita l'autopsia nei laboratori dell'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

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