sabato 15 settembre 2018
Nuovi sbarchi a Lampedusa: 200 persone su barchini. Il titolare del Viminale parla di rimpatri lampo. Confronto con la Germania sui movimenti secondari dei migranti. Scintille con il Lussemburgo
Il momento dello scontro tra Salvini e il ministro lussemburghese (Ansa)

Il momento dello scontro tra Salvini e il ministro lussemburghese (Ansa)

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Scintille e polemiche a Vienna. Il tema sul tavolo dei ministri dell’Interno dei 27 Stati membri (e alcuni Paesi africani) riuniti nella capitale austriaca d’altra parte è un tema caldo: una conferenza sulla sicurezza e sulla migrazione. E anche se non c’è emergenza, perlomeno in Italia, a livelli di flussi, l’emergenza rimane a livello politico e ideologico. Salvini mostra il pugno duro e tira dritto. Dalla Germania a Malta, dal Lussemburgo a Lampedusa, il titolare del Viminale fa mostra di aver le idee chiare.

Sbarchi e 'rimpatri lampo'

ANSA

Malgrado i porti chiusi e lo stop alle navi Ong, proseguono gli sbarchi autonomi e 'invisibili' sulle nostre coste. A Lampedusa: sono in tutto 184 i migranti che hanno raggiunto l’isola nelle ultime ventiquattr’ore a bordo di piccoli barchini. La questione dei nuovi arrivi riaccende lo scontro con Malta. «C’è un Paese membro che se ne sta ampiamente fregando dei suoi doveri, con ripetuti casi di molteplici navi, anche in difficoltà in acque maltesi, ignorate o accompagnate verso l’Italia, alla faccia della solidarietà » ha detto Salvini, rilanciando anche il modello dei 'rimpatri lampo' con identificazione già sui barconi. E per affrontare la questione, Salvini ha anche annunciato che martedì prossimo incontrerà il suo omologo tunisino al Viminale.

La Germania e i 'movimenti secondari'

C’è anche il fronte dei cosiddetti 'movimenti secondari' all’interno dell’Unione europea a scaldare gli animi. In particolare l’atteso accordo tra Italia e Germania. La firma sul protocollo di intesa tra la polizia italiana e tedesca per la gestione dei migranti 'secondari' non è stata ancora messa. Si tratta di quei migranti (in tutto circa 60mila) che negli anni passati sono approdati sulle coste italiane ma si sono poi diretti in Germania senza fare richiesta di asilo nel nostro Paese come prevede il regolamento di Dublino. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer (che non era però presente ieri alla conferenza di Vienna) continua a confermare l’ok sull’accordo. Salvini invece ribadisce che l’unica condizione sia il 'saldo zero' per l’Italia, ad ora molto difficile. «La mia firma ancora non c’è – chiarisce Salvini – perché stiamo aspettando alcuni chiarimenti. Ce l’ho sulla scrivania, sono pronto a firmarlo. Rappresentando il popolo italiano, deve fare gli interessi del popolo italiano». Il braccio di ferro con la Germania si allarga anche sul fronte della riforma di Dublino e della missione Sophia.

Le scintille col Lussemburgo

Scontro verbale, con tanto di imprecazione finale, a Vienna tra Salvini e il veterano dei ministri degli Esteri in Europa e uno dei primi a scagliarsi contro le politiche anti immigrazione di Orban, Jean Asselborn, il ministro del Lussemburgo. Alla frase pronunciata da Salvini durante il suo intervento, «non abbiamo l’esigenza di avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più», citando l’intervento del Lussemburgo, Asselborn ha sbottato per poi commentare con un’imprecazione. «Io sono il ministro del Lussemburgo e controllo le mie finanze e voi in Italia dovete occuparvi dei vostri soldi per aiutare a dare da mangiare ai vostri figli». Ma Salvini ha replicato: «Rispondo pacatamente al suo punto di vista che non è il mio. Se in Lussemburgo avete bisogno di nuova immigrazione, in Italia preferisco aiutare gli italiani a tornare a fare figli».

L’Europa con Orbán

«Presto governeremo l’Europa con Orbán» ha detto il ministro dell’Interno italiano al termine della Conferenza, parlando delle sanzioni contro il governo ungherese. «Sono un atto politico, una follia di quell’Europa di sinistra che non si rassegna al cambiamento e sono convinto che tra qualche mese ci troveremo a governare l’Europa in compagnia di Viktor Orbán» ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in una conferenza stampa insieme al vicecancelliere austriaco Heinz Christian Strache.

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