martedì 14 marzo 2023
Il vicepresidente leghista del Senato: è stata fraintesa la disponibilità a esaminare il ddl Scalfarotto, le nozze omosessuali consentono l’adozione di figli, perciò dico no
Gian Marco Centinaio

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«Nessuna apertura sul matrimonio egualitario. Ho solo auspicato, e ne resto convinto, che su temi così delicati occorre procedere con il metodo del dialogo e nel rispetto fra le persone, il muro contro muro non aiuta». Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato ed ex ministro all’Agricoltura e al Turismo, esponente di primo piano della Lega, si è ritrovato al centro di una polemica per via delle dichiarazioni rese a Omnibus su La7, in risposta all’esponente di Italia viva Ivan Scalfarotto che annunciava la presentazione a sua firma di un disegno di legge per introdurre il matrimonio egualitario. Centinaio conferma il suo no alle adozioni per le coppie gay, che può rimandare peraltro alla maternità surrogata, o “utero in affitto”, sulla quale Fdi ha annunciato una proposta per rendere il ricorso a questa pratica reato universale, proposta che Centinaio condivide.

Come nasce il frantendimento, allora, se di questo si tratta?

Sono sempre stato contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso, che consentirebbe anche le adozioni. Per me i bambini devono avere una madre e un padre, punto. A Ivan Scalfarotto ho solo detto che avremmo esaminato la sua proposta nel merito, questo non significa sostenerla. Una persona, specie un credente, che ha ben chiari i propri valori, non rifiuta il confronto con gli altri. Chi occupa un posto o riveste un ruolo in Parlamento ha sempre il dovere del dialogo. Io mi misuro anche con chi ha idee molto diverse dalle mie, ma poi decido senza dimenticare i miei principi.

C’è stato già un passaggio controverso sulle unioni civili che ha portato a un compromesso che esclude adozioni e matrimonio egualitario. Che cosa è cambiato?

Oggi probabilmente sulle unioni civili non farei le barricate come allora, perché credo che sia giusto riconoscere i vincoli affettivi fra persone sul piano dei diritti individuali. La società è cambiata, anche nella comunità cattolica c’è maggiore sensibilità, la Chiesa attraverso papa Francesco ci invita a un atteggiamento che non discrimini o giudichi le persone. Si può quindi ragionare senza chiusure per riconoscere i diritti nelle relazioni interpersonali, ma senza stravolgere il concetto di famiglia, fondata sul matrimonio, riconosciuto anche dalla Costituzione.

La maternità surrogata non riguarda le sole coppie gay, ma il matrimonio egualitario, per forza di cose, porta proprio lì...

Negli anni scorsi contro la maternità surrogata si è sempre schierato un fronte molto ampio in Parlamento, non solo il centrodestra. Oggi noi siamo pronti a riconoscere questo reato come universale. Spero che il Terzo polo,ma anche i cattolici e l’area più sensibile alle istanze femministe nel Pd facciano altrettanto. Lo stesso Scalfarotto ha ammesso che su questo bisognerà fare molta attenzione per non violare i diritti delle donne.

Ma ora il certificato europeo di filiazione in discussione in Senato potrebbe comportare una sorta di “sanatoria” per questa pratica illecita in Italia, una volta effettuata all’estero?

Non c’è un’interpretazione univoca sulle conseguenze della sua adozione. Secondo il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, che è stato sentito in commissione, ad esempio, non ci sarebbe un’apertura automatica alla maternità surrogata. Per quanto mi riguarda però basta anche solo il dubbio che questo possa accadere, per indurmi a schierarmi contro questa possibilità. Credo che tutta la maggioranza sarà su questa posizione e spero che in commissione ci sia una riflessione seria su questo punto anche nelle opposizioni.

Anche sulla "legge 194" il dialogo rimane la strada giusta?

Penso di sì. Nessuno intende rimetterla in discussione, anche Giorgia Meloni è stata chiara. Semmai, va fatto qualche passo avanti nell’applicare anche tutte quelle misure necessarie a far sì che l’aborto sia effettivamente una libera scelta e non invece dettata da condizioni di difficoltà, soprattutto economica. Lo Stato non può lasciare sola una donna costretta a rinunciare alla maternità e a subire quello che comunque è un passaggio doloroso della propria vita. Una scelta è veramente libera solo se c’è un’alternativa praticabile e noi abbiamo il dovere di offrirla. © RIPRODUZIONE RISERVATA «

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