venerdì 6 marzo 2015
​A Bologna un gruppetto di insegnanti e genitori ricorre contro la decisione del Consiglio d’Istituto di procedere al rito.
IL DIRETTORE RISPONDE Il vecchio cattivo brodo alla bolognese
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La benedizione pasquale alle scuole Fortuzzi di Bologna finisce davanti al Tar.  Un gruppetto di insegnanti e genitori ha fatto ricorso contro la decisione del consiglio d’Istituto di procedere come da tradizione al rito, nelle modalità previste dalle indicazioni dell’Avvocatura generale dello Stato: in orario extrascolastico e con la partecipazione di genitori, docenti e allievi che vorranno liberamente aderire. Una vicenda paradossale, portata avanti da una chiassosa minoranza - 11 insegnanti su un centinaio, e tre genitori sugli oltre 1000 che fanno parte della scuola - sostenuta da realtà esterne, ovvero Cgil, comitato 'Scuola e costituzione' e Uaar (Unione atei, agnostici e razionalisti). Sarà il Tar a decidere, anche se, fa sapere la dirigente scolastica del-l’Istituto comprensivo 20 Daniela Turci, in mancanza di un pronunciamento in tempi brevi si procederà con la benedizione, decidendo nei prossimi giorni data, ora e luogo.  «La decisione presa dal Consiglio d’Istituto si è svolta all’interno della cornice legislativa, nella massima correttezza e trasparenza – spiega Daniela Turci – e la questione è stata trattata con ampio dibattito. È stato dato parere favorevole a fronte di 13 sì, 2 contrari e un astenuto. Stupisce che tante energie vengano utilizzate per impedire che avvenga ciò che desidera la stragrande maggioranza delle persone del l’Istituto». «Paradossalmente viene da pensare che crede più al valore della benedizione chi si oppone che non chi la chiede – è il parere del vicario generale della diocesi monsignor Giovanni Silvagni  – . Il vero obiettivo è tenere fuori la religione da uno dei luoghi più importanti per l’educazione dei giovani».
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