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Finiranno in Tribunale gli hater che hanno insultato via social Liliana Segre. Per loro il gip di Milano, Alberto Carboni, ha ordinato l'imputazione coatta, mentre altri 9 dei 17 presunti diffamatori (per cui la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione), sono stati iscritti nel registro degli indagati. L’unico archiviato risulta Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ma ci sono altri 86 utenti non identificati per i quali il giudice ha ordinato di svolgere nuove indagini.
Per il gip l'accusa di nazismo a una reduce dei campi di sterminio, come Liliana Segre appunto, costituisce uno «sfregio alla verità oggettiva» e rappresenta «la più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell'olocausto». In sostanza il giudice sembra ritenere fondate le ipotesi dell’avvocato della senatrice a vita, convinto che le offese ricevute dalla sua assistita siano «insulti nazisti, non insulti alla sua veneranda età o alle sue posizioni politiche» e per questo passabili di giudizio.
Perché il gip non ha accolto la richiesta di archiviazione
Il procedimento riguarda 246 messaggi apparsi su internet, a seguito dei quali Segre ha presentato 27 querele a partire dal dicembre 2022. Numerosi post, scrive il gip, «accostano in vario modo la senatrice Segre al nazismo». E anche se per il pm che ha chiesto l’archiviazione il termine sarebbe stato usato «in un senso differente rispetto a quello proprio e storico», per il gip accusare di nazismo una sopravvissuta alla Shoah è diffamazione, «sia nei casi in cui tale epiteto viene esternato in modo apodittico e non argomentato, sia quando esso si accompagna a riferimenti che richiamano con spregevole ironia la vita nei lager». Espressioni simili, insomma, non possono essere considerate come una manifestazione di un pensiero critico che, per quanto discutibile, sarebbe comunque legittimo nel dibattito democratico. E per di più «il tragico vissuto personale della senatrice Segre e l'incidenza che l'ideologia nazista ha avuto nella sua esistenza sono circostanze che erano ben conosciute agli autori dei post, i quali hanno accostato il termine nazista alla sua immagine proprio in ragione della speciale carica offensiva che ne sarebbe derivata». Basti notare che «nella maggior parte dei casi l'accusa di nazismo è stata veicolata mediante il richiamo a immagini o figure, come quella del kapò, che rievocano in maniera inqualificabile il passato della senatrice Segre al fine di strumentalizzarlo con chiari intenti denigratori».
L’imputazione coatta
L’imputazione coatta viene disposta con un’ordinanza del giudice quando ritiene infondata la richiesta di archiviazione del pm. Non si tratta di un rinvio a giudizio, ma impone alla procura che aveva chiesto l'archiviazione di chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati. Dopo di che un nuovo gup fissa un’udienza preliminare. A questo punto l'accusa sostiene le ragioni del rinvio a giudizio e sarà il nuovo giudice a decidere. Di norma, però, a un'imputazione coatta segue generalmente un processo.