martedì 7 aprile 2020
Per le scuole paritarie l’emergenza scatenata dal coronavirus rischia di essere il colpo di grazia per moltissimi istituti
«Il governo deve salvare tutti gli istituti paritari»

Ansa

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Per le scuole paritarie l’emergenza scatenata dal coronavirus rischia di essere il colpo di grazia per moltissimi istituti. A lanciare il grido d’aiuto sono le associazioni della scuola cattolica paritaria di ogni ordine e grado. Ecco allora l’appello a governo e Parlamento affinché nei provvedimenti vi sia un capitolo rivolto anche al sostegno della paritaria. E un piccolo segnale sembra arrivare dal Senato dove è stato approvato un emedamento, presentato da Italia Viva, per lo stanziamento immediato di 2 milioni di euro rivolti alla didattica a distanza. Un intervento, dunque, rivolto all’attuale scuola dell’obbligo.

La situazione più complessa appare, però, quella delle scuole dell’infanzia, che coprono la fascia d’età dai 3 ai 6 anni e con gli asili nido anche il triennio precedente 0-3. Nei giorni scorsi la Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana (Fism) ha preso carta e penna proprio per far sentire la propria voce «per apportare le modifiche e le precisazioni necessarie sia per i servizi educativi sia per le scuole dell’infanzia paritaria no profit». Se infatti per il segmento 0-3 anni l’Inps ha confermato che il bonus nido «verrà rimborsato alle famiglie su presentazione delle fatture emesse dai servizi educativi», la Fism chiede che i fondi «non spesi nel periodo di sospensione del servizio siano indirizzati al sostegno dei costi fissi che diversamente costituiranno un pesante carico per le istituzioni scolastiche ed educative per l’infanzia che li erogano ».

Ancora più grave la situazione per la scuola dell’infanzia: 9mila realtà educative, 6.700 scuole per la popolazione 3-6 anni per oltre 450mila alunni. E soprattutto 40mila tra docenti e personale non docente, a cui ovviamente va garantita l’erogazione dello stipendio. «La scuola dell’infanzia non può certo mettere in campo una didattica a distanza – commenta la Fism – e dunque non eroghiamo alcun servizio alle famiglie». Ma i fondi che arrivano dalle rette sono fondamentali per i bilanci degli istituti scolastici. Il venir meno di questi fondi, fa sapere la Fism, potrebbe «comprometterne la ripresa del servizio pubblico che assicurano, indebolendo, contemporaneamente, la presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in vasti territori del Paese». Pur tra molte difficoltà le altre scuole cattoliche paritarie rappresentate dalla Fidae (dalle elementari alle superiori) continuano a fornire con la didattica a distanza il proprio servizio educativo.

Anche nel loro caso l’incasso delle rette è essenziale per mantenere in piedi il bilancio degli istituti, anche se oggi alcuni servizi non vengono erogati, come quello della mensa. «Sin dalla chiusura delle scuole abbiamo attivato dei corsi online con tanto di campanella ed appello telematico, che hanno riscosso apprezzamenti da parte degli studenti e anche dei professori» ricorda Virginia Kaladich, presidente nazionale Fidae. Ora si chiede che lo Stato non dimentichi con aiuti necessari un pezzo portante dell’unico sistema scolastico nazionale: quello paritario.

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