
La crisi della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia arriva ad agitare le acque ulteriormente nella maggioranza di governo, alla vigilia di un complicato Consiglio dei ministri che si è tenuto stamattina - mettendo a tema, fra l’altro, il terzo mandato per i governatori - nel corso del quale sono stati anche approvati il decreto Infrastrutture e il disegno di legge delega sui Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, relativi all'autonomia differenziata
La Lega, che incassa questi altri due provvedimenti, resta decisa a difendere le posizioni detenute attualmente nelle Regioni del Nord (frutto degli equilibri molto diversi che vigevano nel centrodestra) mentre Fdi e anche Fi sono stati altrettanto determinati ad opporsi al ricorso presentato dal presidente (leghista) della Provincia autonoma di Trento, decisione che è stata ufficializzata dal governo.
Mentre Roberto Calderoli annunciava l'arringa difensiva del terzo mandato per i governatori da portare oggi in Consiglio dei ministri era arrivato il colpo di scena leghista da Trieste, al termine di un vertice di maggioranza locale, con il presidente Massimiliano Fedriga, il coordinatore regionale del partito di via Bellerio, Marco Dreosto, il segretario di Fratelli d'Italia, Walter Rizzetto, di Forza Italia, Sandra Savino, e dell'Udc, Angelo Compagnon. Al termine della riunione gli assessori leghisti, della lista Fedriga e di Forza Italia hanno annunciato di aver rimesso le deleghe nelle mani del governatore leghista. Non può essere considerato un caso che ciò sia avvenuto proprio alla vigilia della riunione del governo che dovrebbe dare il via libera, con il solo parere favorevole di FdI e FI, alla legge trentina che annulla il divieto di terzo mandato per il presidente leghista della Provincia autonoma Maurizio Fugatti. Una norma che interessa anche Fedriga, in Friuli-Venezia Giulia, Regione anch’essa a statuto speciale. Norma che la Lega osteggia da tempo su un altro caso, quello del veneto Luca Zaia, che non si potrà ricandidare, se resta il divieto, alle regionali d'autunno. Speculare il caso, in Campania, per il centrosinistra, di Vincenzo De Luca.
Scaduti i termini per il Trentino, il governo è andato avanti sul ricorso, ma la partita con la Lega a quanto pare resta aperta per il resto. Ufficialmente il caso friulano ha altre motivazioni. «Non potranno non esserci conseguenze», ha avvertito Fedriga, dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro Luca Ciriani in cui criticava i ritardi nella sanità regionale. Fra l’altro domani il presidente friulano, che è anche presidente dei governatori, dovrebbe incontrare Giorgia Meloni a Venezia, in occasione di un evento previsto nell’ambito del festival delle Regioni e il tema verrà certamente fuori, alla luce delle detreminazioni che verranno assunte oggi dal governo.
Fra l’altro in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, non essendo Fredriga giunto a metà del suo secondo mandato si aprirebbe una possibilità di ricandidarsi, per lui, aggirando il divieto.
«Mi auguro che non prevalgono gli aspetti politici, ma quelli tecnico o giuridici, in questo caso, anche costituzionali», ha avvertito Calderoli, anticipando le ragioni del “no” leghista all'impugnativa della legge trentina, al centro della riunione in corso del Consiglio dei ministri, che ha approvato, fra l’altro, come detto, anche il decreto Infrastrutture che interessa anch’esso il vicepremier leghista. Matteo Salvini.