martedì 26 marzo 2024
Con il funerale alla 18enne uccisa nel 2021 dai genitori e uno zio perché si era ribellata a un matrimonio combinato si chiude idealmente la vicenda. La sindaca: simbolo di libertà
In piazza a Novellara un omaggio a Saman

In piazza a Novellara un omaggio a Saman - ANSA

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Sotto un cielo grigio e piovoso si chiude idealmente la vicenda di Saman Abbas. Uccisa a Novellara dai genitori e da uno zio a 18 anni, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 perché voleva fuggire dalle costrizioni familiari, riposa ora nel paesino della Pianura Padana, sotto il Po e sopra Reggio Emilia, dove aveva frequentato la scuola e da dove sognava di spiccare il volo.

Lei che si era ribellata a un matrimonio combinato in Pakistan, è diventata un simbolo di libertà ed emancipazione da tradizioni crudeli che non devono avere cittadinanza in Italia.

Lei che è rimasta sottoterra oltre un anno e mezzo senza sepoltura, in un casolare vicino alla casa di famiglia, ora accoglie i visitatori proprio all'ingresso del cimitero, dove ciascuno da domani potrà portare un fiore, un pensiero. Su una stele posata sulla tomba il fratello ha voluto scrivere: «Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte». Sulla stele è incisa la forma di una farfalla.

La stele richiesta dal fratelli di Saman posata sulla tomba nel cimitero di Novellara

La stele richiesta dal fratelli di Saman posata sulla tomba nel cimitero di Novellara - ANSA

Il funerale

Il feretro è stato scortato dai carabinieri fino al cimitero di Novellara. Il funerale, con rito islamico, si è svolto nel pomeriggio in forma privata e riservata, anche per tutelare il fratello più giovane della ragazza, testimone contro i propri parenti. Il ragazzo, che ha compiuto da poco 18 anni, è ospite di una comunità di accoglienza. Il rito è stato curato da Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche d'Italia, che ha pronunciato parole importanti. Presenti una decina di persone care al fratello, una delegazione della comunità islamica locale, il prefetto Maria Rita Cocciufa in rappresentanza dello Stato e la sindaca di Novellara Elena Carletti. In serata si è svolta una fiaccolata dal cimitero alla piazza.

Il feretro di Saman arriva al cimitero

Il feretro di Saman arriva al cimitero - ANSA

Il presidente dell'Ucoi

Per Yassine Lafram «il funerale celebrato alla presenza anche di numerosi rappresentanti delle comunità islamiche è stato importante per lanciare un segnale a chi pensa che la religione sia stata il nemico numero uno di Saman». L'Ucoii si è costituito parte civile processo, «proprio per rimarcare senza se e senza ma quella che è la nostra posizione», ha continuato l'imam. Che precisa: «Noi siamo dalla parte della vittima e non di quella del carnefice e dalla parte di Saman che ha subito una barbarie indicibile e come comunità volevamo assolutamente essere in prima linea per dire che siamo dalla parte delle donne che hanno tutto il diritto di scegliere liberamente il loro destino».

La sindaca

La prima cittadina questa mattina ha visitato la scuola media già frequentata per sei mesi da Saman, la Lelio Orsi. Ai ragazzi ha spiegato che ciò che «è accaduto a Saman e a suo fratello non c'entra nulla con la religione. Non esiste al mondo una religione violenta, le religioni sono di pace. Noi dobbiamo difendere questi valori e questo pensiero e arginare l'odio e la violenza. Lei era una ragazza desiderosa di vivere giorno dopo giorno e di conquistarsi la vita e l'amore e tutti i traguardi», ha aggiunto.

Gli alunni hanno creato un cuore di fiori di carta. «Sono stati realizzati da ognuno di noi - hanno scritto i bambini in una lettera affidata dagli insegnanti alla sindaca Elena Carletti - e vogliono rappresentare la nostra vicinanza e la nostra stima per la scelta di vita, di libertà e giustizia che ha unito te e tua sorella Saman». Con il cuore «noi studentesse e studenti della scuola 'Lelio Orsi' vogliamo esprimere il nostro impegno per un futuro di libertà e giustizia».

Il processo

La Corte d'Assise di Reggio Emilia ha condannato all'ergastolo il padre Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan, e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante, e a 14 anni lo zio Danish Hasnain, mentre ha assolto e liberato i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Il testimone decisivo contro i parenti è stato il fratello minore di Saman.

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