sabato 12 luglio 2014
L’appello di monsignor Gisana in una lettera ai vertici dell'Eni che sarà in tutte chiese della diocesi. Il 17 luglio incontro con il governo, regione e azienda. 
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La chiesa a fianco dei lavoratori di Gela contro la politica di disimpegno dell'Eni, nei confronti della Sicilia. Monsignor Rosario Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che già due giorni fa, ha visitato i lavoratori in lotta ha scritto una lettera rivolta ai vertici dell'Eni che domani verrà letta in tutte le chiese di Gela. Il 17 luglio, invece, giorno in cui a Roma è previsto un incontro cruciale fra il governo, l'azienda e il presidente della Regione Rosario Crocetta, a Gela sarà una giornata di preghiera e di digiuno. Alle 19, in tutte le chiese della diocesi, sarà invece celebrata contemporaneamente la santa messa. Il vescovo auspica un dialogo costruttivo fra le parti."Senza toccare le competenze altrui - scrive il vescovo - il taglio di eventuali investimenti e il perseguimento di progetti nuovi e alternativi non devono intaccare l'esistente, ma piuttosto promuovere vie di innovazione tecnologica per investire su un futuro possibile e competitivo". Per il prelato "sacrificare l'occupazione dei lavoratori e i bisogni primari delle loro famiglie significherebbe una sconfitta della capacità d'investimento dell'Eni, oltre all'evidente atto di tradimento che purtroppo verrebbe a pesare sull'opinione pubblica. Non è facile dimenticare il danno pregresso che ha investito la salute fisica dei cittadini, i quali attendono oggi una fattiva remunerazione in termini di attenzione e voglia di innovare".  

"Voltare la faccia ed alzare i tacchi costituiscono un atteggiamento deleterio - conclude - che potrebbe non soltanto creare nuovi sistemi di male, ma anche frustrare definitivamente l'affidabilità alle istituzioni vigenti".

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