giovedì 16 ottobre 2014
Passa un emendamento di Cucca (Pd). Separarsi o divorziare attraverso un accordo negoziato dagli avvocati sarà possibile anche per le coppie che hanno figli minori o disabili a carico.
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Separarsi o divorziare attraverso un accordo negoziato dagli avvocati sarà possibile anche per le coppie che hanno figli minori o disabili a carico. Con una clausola che, timidamente, consente almeno di non ridurre in tutto e per tutto l’istituto familiare ad un mero fatto privato: l’intesa scritta tra legali e assistiti entro 10 giorni va inviata alla procura e il pm, se riterrà lesi i diritti dei minori o non rispettati i termini di legge, entro cinque giorni può portare il caso davanti al giudice avviando la procedura ordinaria. L’emendamento è stato presentato ieri in tarda serata in commissione Giustizia del Senato dal relatore Giuseppe Cucca (Pd), d’intesa con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ed è stato votato dalla maggioranza che sostiene il governo (democratici, Ncd e altri partiti centristi). Forza Italia e Movimento Cinque Stelle avrebbero votato contro, sebbene per opposti motivi. Da oggi il decreto, approvato in commissione, è pronto quindi per la prima lettura a Palazzo Madama, poi passerà alla Camera dove potranno essere apportate altre correzioni. Anche se la scadenza per la conversione incombe: si deve chiudere l’iter parlamentare entro l’11 novembre.L’oggetto conteso è l’articolo 6 del decreto sullo smaltimento dell’arretrato civile. Nessuna modifica al 12 invece, che, per la stessa filosofia di ridurre le cause in tribunale, consente a una coppia senza figli di separarsi davanti ad un pubblico ufficiale, il sindaco del comune in cui ci si è sposati o quello in cui uno dei due coniugi risiede. L’articolo 12 non comprende la regolazione delle situazioni patrimoniali, mentre l’articolo 6, con l’intervento dei legali, entra anche negli accordi economici.La trattativa sul "divorzio fai da te" è durata per l’intero pomeriggio di ieri. L’accordo è arrivato quando si era sulla soglia dell’impasse. Ncd contestava l’autosufficienza del negoziato davanti agli avvocati, alla fine la formula cui si è giunti ha soddisfatto Guardasigilli e governo. Anche se proprio l’aggravio di cause da cui sono investiti i tribunali porta a pensare che solo i pm più scrupolosi andranno a leggersi le carte con attenzione e a segnalare «danni ai minori». Qualche giorno fa è stato invece impedito il tentativo di inserire nel decreto anche i contenuti del ddl sul divorzio breve, che riscrive in toto i tempi, accorciandoli, per separazione e divorzio.Un vertice di maggioranza di ieri pomeriggio, prima della riunione del Consiglio dei ministri, non era servito a sbrogliare la matassa. All’incontro, tenutosi a Montecitorio, ha fatto seguito una riunione operativa, in via Arenula, sede del ministero. Presenti con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il viceministro Enrico Costa (Ncd), il relatore Giuseppe Cucca (Pd) e il capogruppo del Ncd in commissione, Carlo Giovanardi. È in quella sede che si è arrivati all’ultima formulazione dell’articolo 6.I lavori in Commissione Giustizia degli ultimi giorni hanno evidenziato una profonda spaccatura pressoché in tutti i partiti. Diversi di Forza Italia accusano il Ncd di essersi "piegato", ma numerosi forzisti di posizione più "laicista" hanno di fatto "evaso" le sedute. Ora occhi all’aula e ai tentativi. che certamente si ripeteranno, di portare nel decreto-giustizia il ddl sul divorzio breve. Sul punto il governo è contrario.
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