I funerali della piccola Diana lasciata morire di stenti dalla mamma - Fotogramma
"Noi non riusciamo a comprendere come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina fino all’esito tragico della morte di stenti. Condividiamo lo sconcerto e l’orrore. Noi non riusciamo a rimediare alla morte di Diana, che come tutti, è entrata nella vita come si entra in una promessa di accoglienza e di amore. Noi non riusciamo a rimuovere un vago senso di colpa perché la nostra città dovrebbe essere diversa. Abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza". Queste le parole del messaggio che l'arcivescovo Mario Delpini ha inviato in occasione dei funerali di Diana Pifferi, la bimba fatta morire di stenti dalla madre Alessia, che l'ha lasciata sola in casa per sei giorni per stare insieme al compagno. Proprio oggi la bambina avrebbe compiuto un anno e mezzo.
"Perciò preghiamo. Preghiamo perché Diana abbia presso Dio quella pienezza di vita e di gioia che le è stata negata sulla terra. Preghiamo perché il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma Alessia. Preghiamo perché lo Spirito di Dio ci aiuti a essere protagonisti di una storia di fraternità", si legge ancora nel messaggio inviato ai funerali che sono stati celebrati oggi, alle 15, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese.
"Viviamo un senso di impotenza profonda per tutto quello che avremmo potuto fare se avessimo saputo. Questo non ce lo toglierà nessuno". E' questo un passaggio dell'omelia che don Luca Violoni ha pronunciato nel corso dei funerali. Diana "non aveva la parola, non ha potuto verbalizzare quello che ha provato o chiedere a parole un aiuto", ha detto ancora don Violoni, ma "Dio non vuole che si perda, e neanche sua madre" perché "ciascuno di noi vale enormemente".
Don Violoni ha poi citato il sociologo Zygmunt Bauman: "Sosteneva che siamo in una società liquida, mentre oggi verrebbe da dire che siamo in una società "gassosa" dove il soggetto sembra squagliarsi su se stesso, incapace di azioni umane. Siamo qui per dire che vogliamo tutt'altro tipo di umanità e di relazioni". E, osservando i banchi della chiesa gremiti, ha notato: "C'è una comunità che non si rassegna e vuole costruire un modo di vivere diverso".
Una folla silenziosa alle esequie della bambina - Fotogramma
"Credo che sia molto importante che tutti segnalino i disagi. Non è questione di essere delatori, ma di dare segnali, così il lavoro è facilitato per le istituzioni", ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo i funerali di Diana. Il primo cittadino era seduto nei primi banchi, insieme ai sindaci di San Giuliano e San Donato Milanese, con la fascia tricolore. "In questo periodo storico veramente tremendo ci deve essere responsabilità all'interno delle famiglie, nella comunità, nelle istituzioni e nella chiesa", ha detto ancora Sala.
La bara bianca della piccola Diana è arrivata accompagnata dalla nonna Maria e dalla zia Viviana che l'hanno salutata tra strazianti singhiozzi. "Ciao Diana", ha detto, con voce rotta dal pianto, la nonna quando il feretro è uscito dal carro funebre. "Diana, noi non ti abbiamo mai abbandonato. È tua madre che è una pazza", ha detto ancora la nonna.
"Noi chiediamo che la giustizia faccia il suo percorso ma lo faccia senza sconti di pena", ha detto in chiesa Angelo, un amico di famiglia, parlando a nome della nonna, la zia e i cugini della piccola Diana. Parole che hanno suscitato un fragoroso applauso dei
partecipanti alla funerale della bambina.
Ad accogliere la bara anche tanta gente comune. Le mamme del quartiere Ponte Lambro, che hanno accompagnato la marcia del carro funebre con un corteo, hanno preparato uno striscione con la foto di Diana e la scritta: "Volerò sulle ali del mondo... nel cielo infinito resterà per sempre bambina, piccola Diana". "Insieme a te è volato in cielo anche un pezzo del nostro cuore", dicono le magliette che indossano le donne. In chiesa vi erano anche molte famiglie con bimbi nei passeggini. Tutti erano visibilmente commossi.
Anche i sindaci di Milano, Ponte Lambro e san Donato Milanese ai funerali della piccola Diana - Fotogramma
L'annuncio delle esequie è apparso sulla cancellata della casa di corte a Ponte Lambro, teatro della tragedia che ha scosso l'Italia intera, con una foto con la piccina seduta sul letto con una magliettina bianca e una vaporosa gonna rosa, circondata da palloncini rosa, come in un giorno di festa. Un'immagine che stride con il colore cupo della coccarda funebre e con la scritta "a soli 18 mesi è volata in cielo la piccola Diana Pifferi". Nemmeno i pupazzetti e i peluche appesi qua e là, e il nome a lettere cubitali, riescono a rasserenare un poco il clima del quartiere dove la bambina ha trascorso la sua breve esistenza prima di morire di stenti.
Alessia Pifferi, la madre della bambina ora in carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato, è stata definita da sua mamma Maria Pifferi, nonna della bambina, "un mostro". "Di lei non voglio più saperne", ha aggiunto la signora Maria parlando della figlia, "per me non esiste più. Vedevo la mia nipotina in videochiamata e non notavo nulla di strano. Se avessi saputo quello che succedeva, sarei corsa a Milano. Non ne avevo idea. Io vivo lontano, a Crotone. Non potevo immaginare una cosa simile".
E mentre in cella la madre della bambina, come hanno riferito i suoi legali, Solange Marchignoli e Luca D'Auria, "è fuori dal mondo", il prossimo passo delle indagini sono le analisi delegate alla polizia scientifica della Questura, fissate per il primo agosto e che puntano, tra l'altro, a verificare se Diana sia stata sedata con le benzodiazepine.
La bambina avrebbe compiuto proprio oggi un anno e mezzo - Fotogramma
I difensori, ieri, hanno chiesto per iscritto di specificare meglio l'avviso con cui sono stati convocati per le operazioni investigative in quanto si parla di "accertamenti tecnici di natura biologica e chimico-forense sul materiale in sequestro". Indicazione, a loro avviso, "alquanto laconica e generica" e che "impedisce una corretta partecipazione a dette operazioni tecnico-scientifiche". Per questo l'istanza è formulare un "quesito dettagliato" e integrare l'oggetto dell'accertamento per "poter esercitare i propri diritti di difesa", che in questo caso consistono nella nomina di "un consulente correttamente competente".