lunedì 6 giugno 2022
Un manichino a grandezza naturale con il busto scoperto e pitturato, ostentato alla manifestazione arcobaleno di sabato. I cittadini e la politica locale insorgono, il sindaco della bufera
Il Pride a Cremona

Il Pride a Cremona - Ansa

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Una bambola a grandezza naturale, travestita da Madonna, con il busto scoperto e pitturato. Una immagine ostentata provocatoriamente sabato scorso nel corteo del Cremona Pride, che ha disturbato e addolorato molti cittadini e che ha indotto il vescovo Antonio Napolioni a scrivere un breve messaggio alla città.

"Raccolgo lo sconcerto di numerosi cittadini, credenti e non credenti, per la presenza di immagini offensive ed evidentemente blasfeme, che non possono avere alcun valore educativo o comunicativo di valori e diritti. Sono gesti che non fanno bene a nessuno, e che feriscono anche i tanti che si stanno impegnando con reciproco rispetto per una società senza discriminazioni".

"Esprimo il dolore mio e della comunità cristiana - si legge sul sito della diocesi -, nel desiderio di imparare sempre dalla Madre di Dio e dell’umanità uno sguardo di accoglienza, comprensione e riconciliazione verso tutti. La Chiesa cremonese, impegnata in un aperto dialogo sinodale con tante voci ed esperienze delle proprie comunità e della società civile, alimenterà nella preghiera l’ulteriore impegno di annuncio e dialogo, che questi tristi episodi non hanno la forza di intaccare".

La sfilata arcobaleno tra le vie del centro aveva il patrocinio del Comune di Cremona, e questo ha fatto finire anche il sindaco Gianluca Galimberti al centro delle critiche. A manifestazione appena conclusa ed evidentemente ignaro della polemica che stava crescendo, il primo cittadino aveva dichiarato che l'evento "ha acceso anche nella nostra città un faro su discriminazioni che esistono ancora, dando la possibilità di esprimersi senza attaccare, consentendo di riaffermare che davvero occorre la pari dignità di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, come recita anche la nostra Costituzione".

Una statua di Madonna con il seno scoperto e deturpato non è esattamente quello che ci si aspetta quando si pensa a "esprimersi senza attaccare".

"Penso - aveva aggiunto Galimberti - che occorra costruire, anche a Cremona, una democrazia che sia inclusiva e accogliente delle diversità. Perché la paura e l'odio per una diversità porta sempre alla paura e all'odio di tutte le diversità".

Ed è proprio pensando a quelle parole che, di fronte alle immagini della Vergine così rappresentata e alle fotografie che ritraggono nel corteo dei 1.500 anche un attivista sosia di papa Francesco abbigliato come il pontefice, è montata l'onda delle polemiche politiche. Numerosi esponenti locali dei partiti di centro-destra hanno condiviso sui loro profili le immagini contestate. "Non è cosi, con questo modo squallido e irrispettoso della fede cristiana, che si rivendicano i diritti", è il coro comune.

La bambola travestita da Madonna ha fatto uscire dalla riservatezza anche Giovanni Arvedi, imprenditore dell'acciaio, patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in città ha costruito, tra l'altro, il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell'Università Cattolica. Una presa di posizione pacata ma perentoria. "Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all'omofobia e alle discriminazioni - ha detto - Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui".

E arrivano anche le indagini per individuare chi ha alzato il manichino travestito da Madonna: i poliziotti starebbero raccogliendo testimonianze, acquisendo foto e filmati con l'obiettivo di dare nome e volto ai "portantini" che avevano il volto coperto. L'ipotesi di reato al vaglio è vilipendio di simboli religiosi: un'accusa che porterebbe al massimo a una pena pecuniaria.

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