mercoledì 30 gennaio 2019
Cambiano le regole per la sospensione temporanea delle partite. Il commento del ministro dell'Interno Salvini: «Facciamo la scala Richter dei “buu”, dai non facciamo ridere...»
L'esterno della sede della Figc a Roma

L'esterno della sede della Figc a Roma

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Troppi, e insopportabili, gli episodi di razzismo in campo a ogni livello. Dopo gli ultimi casi choc del weekend e le denunce avanzate già nelle scorse settimane, la Federazione gioco calcio decide di intervenire: il Consiglio federale ha deciso di modificare la procedura di sospensione temporanea delle partite. In caso di cori razzisti, quindi, al primo episodio le squadre andranno al centro del campo, mentre se si verificherà un secondo episodio le squadre rientreranno direttamente negli spogliatoi. Per quanto riguarda la sospensione del match, invece, «l'autorità competente sarà sempre il responsabile per l'ordine pubblico». In questo modo la procedura vede ridotti da tre a due i passaggi per arrivare allo stop delle partite.

Nelle modifiche regolamentari sui casi di cori razzisti e discriminatori «abbiamo voluto inserire anche le esimenti e le attenuanti, perché va premiato il tifo positivo e che deve sovrastare i buu e i cori discriminatori di quei tifosi che vogliamo far fuori dal nostro sistema". Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al termine del consiglio federale. «Dobbiamo far sì che ci sia una certificazione di qualità dei tifosi - ha aggiunto il capo del calcio italiano -. Purtroppo sospendere una partita è qualcosa che punisce eccessivamente. Per questo quando si va al centro del campo si vedrà chi sono i tifosi buoni e quelli non buoni». «Dobbiamo evitare di togliere il fascino dello sfottò, con epiteti e goliardia - ha quindi specificato Gravina - ma quando si va sul pesante si deve capire che si offende la dignità di un popolo».

«Facciamo la scala Richter dei "buu", dai non facciamo ridere...». Così il vicepremier Matteo Salvini in transatlantico a proposito della decisione. Sui cori razzisti il ministro dell'Interno ha aggiunto: «Ho visto la partita senza volume...».

Gli ultimi episodi choc, da Avellino a Mantova

È proprio sui campi da gioco a emergere con forza la nuova ondata di razzismo serpeggiante nella società civile italiana. Gli ultimi casi choc lo scorso weekend, il primo dei quali ha visto addirittura un arbitro apostrofare con un insulto razzista un giocatore.

Il guardalinee alza la bandierina per segnalare il fallo sul portiere ma l'arbitro convalida lo stesso il gol. Lui, l'estremo difensore del Serino, squadra di calcio della provincia di Avellino (girone C, campionato di Promozione) chiede spiegazioni ma viene espulso e, quel che è peggio - secondo il racconto che poi il suo presidente mette per iscritto sui social - apostrofato in maniera brutale: «Stai zitto, negro».

Donato Trotta è ancora su tutte le furie per quanto accaduto nel match contro il Real Sarno, una gara «corretta, giocata benissimo da entrambe le squadre». Il patatrac quando gli ospiti hanno pareggiato, un 2-2 ritenuto irregolare dai padroni di casa. Gueye Ass Dia, 25 anni, senegalese, finisce fuori dal campo così come un difensore, il direttore sportivo e l'allenatore tutti espulsi per le proteste dopo quanto accaduto. «Ho visto il mio calciatore in lacrime mentre si dirigeva negli spogliatoi - racconta Trotta - sono entrato in campo, ho stretto la mano all'arbitro e ho deciso di ritirare la squadra dal campo perché non permetto a nessuno di calpestare la dignità dei miei ragazzi e soprattutto la mia». Il presidente del Serino chiede l'apertura di un'indagine federale e si riserva di sporgere querela. Poi, sollecita azioni clamorose. «Dobbiamo fermare il campionato. Sono sempre più frequenti le discriminazioni e le offese».

Il Serino è un esempio di integrazione con la presenza nella rosa di diversi giocatori immigrati. «Stiamo preparando - annuncia ancora Trotta - uno striscione che invieremo a tutte le squadre del girone perché venga esposto negli stadi. Sabato prossimo dovremmo giocare a San Vitaliano, in provincia di Napoli. Se non ci sarà lo stop saremo costretti a scendere in campo ma sarebbe una vergogna e un atto di inciviltà sociale prima che sportiva».

Un’altra brutta storia arriva da San Biagio, provincia di Mantova: venerdì scorso, durante la partita tra la squadra di casa e il Nojoume El Atlas, valida per il campionato amatoriale Uisp, i giocatori ospiti, tutti di origine straniera, hanno lasciato all’improvviso il campo a causa di un insulto arrivato da uno spettatore. Il fatto è accaduto al 28’, sul risultato di zero a zero. In seguito a un contrasto, l’arbitro ha fermato il gioco per ammonire l’autore del fallo. Al momento di far ripartire l’azione, ha notato che l’allenatore del Nojoume El Atlas stava invitando i propri calciatori a rientrare negli spogliatoi, con l’intenzione di non riprendere la partita. Secondo un dirigente della squadra, uno degli spettatori avrebbe detto ai giocatori ospiti: «Vi brucerei tutti». Nonostante i tentativi dell’arbitro per continuare la partita, i dirigenti del Nojoume El Atlas sono stati irremovibili: l’incontro è stato definitivamente sospeso.

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