domenica 15 marzo 2020
Il leader Cisl: definire i 13 punti sulla sicurezza non è stata una passeggiata. Intesa molto positiva, sarà una prova di maturità per tutti. Il lavoro agile? Può essere una rivoluzione
Annamaria Furlan

Annamaria Furlan - Ansa

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Dopo una riunione-fiume cominciata intorno alle 11 di venerdì e terminata ieri alle 8 seguita in video da Genova la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha riposato solo poche ore. Giusto il tempo di una pausa prima di rispondere alle domande.

È un protocollo firmato dopo sollecitazioni e scioperi. Il governo poteva intervenire prima?

Guardi, noi abbiamo raccolto e fatto nostre le legittime preoccupazioni di milioni di lavoratori italiani di fronte a una grave emergenza sanitaria che minaccia tutti. Il governo ha fatto bene a promuovere questa intesa molto positiva tra le parti sociali. Non è stata una passeggiata. Ma alla fine è prevalso un senso di comune responsabilità e di positiva unità che ci porterà ad adottare quelle soluzioni straordinarie e urgenti di controllo che potranno favorire il contrasto nei luoghi di lavoro alla diffusione del virus. Tutto in ragione delle specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali.

L’intesa è stata su tutti i punti?

Sì, e anche questo è un fatto importante. Il protocollo è molto chiaro e dettagliato e ora va attuato in tutti i luoghi di lavoro. Definisce con chiarezza tutto quello che le imprese sono obbligate a fare, coinvolgendo i rappresentanti sindacali, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività. Questo è un punto centrale dell’accordo.

Avete dei dubbi residui?

La nostra priorità rimane quella di tutelare la salute e il reddito di tutti i lavoratori italiani. Ma questa intesa è un segnale importante per il Paese, perché c’è stata una risposta unanime delle istituzioni e del mondo del lavoro, come è avvenuto in altri momenti gravi della nostra storia. La concertazione e la condivisione degli obiettivi è lo strumento che bisogna sempre usare per affrontare i problemi economici e sociali.

L’emergenza ha prodotto un’accelerazione sul lavoro agile. Cosa ne sarà alla fine di questo periodo critico?

Il nostro obiettivo è quello di far diventare questa esperienza un banco di prova e una sperimentazione concreta delle grandi opportunità del lavoro agile in tutti i settori produttivi. È uno strumento moderno che va incentivato e si deve usare non solo per l’emergenza, ma per conciliare esigenze produttive familiari, per promuovere la digitalizzazione e una diversa organizzazione del lavoro, per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente. Può diventare davvero una vera rivoluzione.

Un altro punto rilevante riguarda i congedi e i tempi di conciliazione famiglia-lavoro.

Anche questa è una cosa su cui ci siamo battuti per affrontare questa emergenza. Da una parte consolidare gli strumenti di protezione universale, come la cassa in deroga estesa e potenziata su tutto il territorio nazionale, capace di coprire e includere tutte le tipologie contrattuali e le realtà produttive di ogni dimensione. Dall’altra sostenere le famiglie, con il rafforzamento dei congedi parentali e lo stimolo al lavoro agile. Nessuno si deve sentire abbandonato in questa emergenza.

Imprenditori e dipendenti si sentono più sicuri dopo questa firma?

Il governo si è impegnato per quanto di sua competenza a far rispettare tutti i punti di questa intesa. Si è fatto garante di una piena attuazione del protocollo in tutti luoghi di lavoro. In questa prospettiva naturalmente molto dipenderà dalle misure urgenti che lo stesso esecutivo adotterà per gli ammortizzatori sociali in tutta Italia.

Cosa succede se non c’è intesa fra azienda e rappresentanza di fabbrica?

Il protocollo è molto chiaro: ogni misura adottata deve essere condivisa e resa più efficace dal contributo dei nostri rappresentanti nei luoghi di lavoro. Sarà costituito in ogni azienda un comitato per l’applicazione e la verifica di tutte le regole. Si terrà naturalmente conto della specificità di ogni singola realtà e delle situazioni territoriali. Aziende e sindacati sono chiamati a una assunzione di responsabilità per garantire condizioni di salubrità in tutti i reparti e far osservare le regole. Sarà una prova di maturità per tutti.

Basteranno 4-5 miliardi di euro per la Cig in deroga?

Noi lo abbiamo detto con chiarezza al governo: nessun lavoratore deve essere lasciato scoperto da una forma di protezione al suo reddito. Quindi bene la cassa integrazione in deroga, ma occorre rafforzare con adeguate risorse gli strumenti ordinari. Bisogna agire anche sui canali di agevolazione al credito, l’accelerazione dei pagamenti della Pa, la sospensione e dilazione dei mutui, con un più vigoroso coinvolgimento di Cdp. Dobbiamo sbloccare tutti gli investimenti a disposizione, compresi i 130 miliardi pronti per le infrastrutture ed i cantieri. Dopo questa fase di emergenza, il Paese deve ricominciare finalmente a crescere.

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