martedì 12 settembre 2023
Secondo l’epidemiologo dell’Università Campus Biomedico «non c’è nessun motivo per temere la variante Eris». La necessità di proteggere i fragili e di usare le mascherine laddove utili
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Si fa un gran parlare della pericolosità della variante Eris, che pare in grado di superare meglio le nostre difese immunitarie, anche quelle di chi si vaccina e di chi si è ammalato di recente. Dobbiamo averne paura?

Mi spiace fare il bastian contrario – risponde Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Biomedico –, perché leggo i giornali e so quanto se ne parla, ma non c’è nessun motivo per temere particolarmente la variante Eris, perché ad oggi non abbiamo evidenze scientifiche che giustifichino quest’allarme.

Allora perché tutti la temono?

Non è vero che tutti la temono ma è vero che sta montando un clima di terrore. Deriva da un articolo giornalistico che riprende e rilancia uno studio giapponese fatto su criceti che non è stato pubblicato né accettato nè revisionato dalla comunità scientifica. Insomma, si sta facendo terrorismo su uno studio che - finché non ricorrono quelle circostanze che ho spiegato - non ha caratteristiche di scientificità. Con il Covid la prudenza è doverosa, il terrorismo no.

Cosa significa essere prudenti nel settembre del 2023?

Mettere la mascherina quando si va in luoghi affollati come una metropolitana o s’incontrano persone fragili, ma questo se si è contratta la malattia, avendone i sintomi, o se si ha il dubbio di averla contratta. Non pensiamo di reintrodurre le mascherine per tutti.

Cosa devono fare i presidi?

Faranno ciò che prescrive la norma vigente. Personalmente trovo immotivato e irrealistico imporre la mascherina agli studenti, mentre trovo sensato chiedere ai docenti più anziani di usarla sempre. La scuola è obiettivamente un luogo affollato e il vaccino non impedisce il contagio, come sappiamo.

Condivide la reintroduzione del tampone nelle Rsa?

Le norme vanno applicate, ma quando la norma non prescrive la prudenza deve subentrare il buonsenso e lo spirito civico. Se ho il dubbio di portarmi appresso il virus, devo mettere la mascherina e fare il tampone.

Il vaccino è ancora utile?

È utile per le persone anziane e fragili. Non deve essere reso obbligatorio per tutti, in questa fase.

Oggi disponiamo di Pfizer e Novavax mentre Moderna arriverà il prossimo anno: ciò significa che ogni anno ci vaccineremo?

Sì. Come per l’influenza. Per evitare complicanze che in alcune categorie di persone si verificano anche in caso di influenza. Ma diversamente dall’influenza il Covid non è stagionale, quindi non sorprendiamoci se ogni tanto aumenteranno i contagi.

L’impennata di Eris cosa significa?

L’aumento del 43% dei contagi rilevati si spiega in molti modi, anche con il fatto che abbiamo avuto più contatti durante le vacanze e sono stati fatti più tamponi al rientro a casa. L’incremento è compatibile con la natura delle varianti di un coronavirus, le quali si formano per sfuggire al nostro sistema immunitario. Ne vedremo centinaia nei prossimi anni ma dovremo preoccuparci solo se cambieranno i sintomi e si riempiranno gli ospedali. Oggi, il Covid provoca solo un grande raffreddore, un mal di testa importante, una febbre anche a 38 gradi, ma tutto si esaurisce in due o tre giorni e a quel punto non essendoci quarantena si può uscire: ecco, mi pare più importante dire che allora si deve usare il buonsenso e proteggere le persone anziane e fragili con la mascherina.

Lei teme che il Covid divenga più pericoloso?

Non mi aspetto che cambi in quel senso perché ormai ha raggiunto la fase endemica: si è talmente abituato a noi come ospiti che non ci molla, crea delle varianti per sfuggire al sistema immunitario, in un gioco di guardie e ladri. Nel processo evolutivo non si torna indietro: nel giugno del 2020 dicevamo che mutava ed era destinato a diventare più contagioso ma anche più “leggero” negli effetti patologici. È ciò che sta avvenendo da allora.

Le varianti: da Alfa a Delta,quelle pericolose, di interesse o sotto controllo

L’Oms ha stilato una classificazione delle varianti del Covid. Dove per variante, si intende un virus che riesce a moltiplicarsi all’interno delle cellule ospiti, subendo delle mutazioni del proprio genoma che lo rendono differente dall’originale. Tre i gruppi individuati: nel primo, quello delle varianti preoccupanti (Voc) – più pericolose, cioè, per la salute in termini di malattia e chiamate per distinguerle dalle altre con le lettere dell’alfabeto greco – rientrano Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron.

Gli altri due gruppi individuati dall’Oms sono quello delle varianti di interesse (Voi) e delle varianti sottoposte a monitoraggio o a controllo (Vum): le prime, come XBB.1.5 (la cosiddetta Kraken) presentano una modificazione del virus e una capacità alta di diffusione, ma non un peggioramento della malattia. Delle seconde invece, come BQ.1 (nota anche come Cerberus), rimangono ancora poco chiare le caratteristiche e soprattutto l’impatto epidemiologico.

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