venerdì 13 settembre 2013
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Caro direttore,
ho letto su 'Avvenire' del 10 settembre scorso l’articolo di Nello Scavo «Sale gioco, 1 su 4 irregolare» e una riflessione a margine – uno dei vostri 'Secondo Noi' – che critica nostre recenti dichiarazioni, in cui affermavamo con forza la necessità di fare chiara e netta distinzione tra rete legale e attività illegale, e che invita gli operatori a pensare ai propri «doveri» e a incrementare i controlli preventivi. Pur accogliendo ogni suggerimento che vada a rafforzare la tutela della legalità del gioco in Italia, mi permetto di sottolineare che ciò che il suo giornale stigmatizza coincide con quanto combattiamo anche noi: vedo quindi un punto di incontro tra la vostra visione e il nostro impegno quotidiano. La nostra posizione è da sempre quella che lo stesso colonnello della Guardia di Finanza Cosmo Virgilio dichiara nell’intervista pubblicata quello stesso giorno: «...contrastare l’illecito serve a spostare i giocatori verso il mercato lecito». Vale la pena sottolineare che dalla lettura dei dati diffusi dalla stessa Guardia di Finanza, la maggior parte degli illeciti è stata riscontrata in esercizi abusivi che non fanno parte della rete legale autorizzata dai Monopoli. Il fatto che siano state riscontrate irregolarità o vere e proprie truffe anche all’interno di sale autorizzate ci rende poi parte lesa e ci preoccupa, confermando il nostro impegno nella tutela della legalità. Ma l’occasione non può trasformarsi nell’ennesima strumentalizzazione per attaccare il gioco legale e le migliaia di persone che lavorano onestamente nel settore. Ogni impresa economica corre questi rischi, ma non per questo se ne invoca la chiusura. Venendo poi all’invito alla prevenzione e a maggiori controlli, la nostra risposta è di assoluta disponibilità: istituzioni, organi di controllo, organizzazioni sociali non potranno che trovare in noi che degli alleati. Aumentiamo dunque i controlli, troviamo ancora nuove soluzioni tecnologiche per frenare le manomissioni, moltiplichiamo le iniziative per combattere il gioco minorile. Vogliamo continuare a farlo con ancora maggiore determinazione e forza. Siamo a disposizione per confrontarci con istituzioni e organi di controllo anche attraverso un tavolo di lavoro permanente che consenta verifiche serrate, condivisione e sinergie nelle iniziative di contrasto all’illecito. Quante più occasioni ci saranno per una collaborazione concreta tanto più efficaci saranno le azioni a tutela della legalità. Rinnovandole stima e disponibilità, le invio i più cordiali saluti.
Massimo Passamonti, P​residente Federazione Sistema Gioco Italia
Apprezzo ancora una volta, gentile presidente Passamonti, il suo tono e intendo bene la sua preoccupazione. Mi preme tuttavia ricordare che noi di 'Avvenire', dando voce a tanta parte della società civile italiana ed europea, non «invochiamo la chiusura» di «imprese oneste», ci battiamo da tempo – e con un allarme e un’intensità proporzionati alle evidenze che si susseguono – per ripristinare seri argini al gioco d’azzardo che è in fase di dilagante espansione (in Italia persino più che nel resto dell’Unione) e che si conferma pesantemente insidiato da un’illegalità esterna e interna al 'sistema'. Perciò mi preme anche riportare per esteso le parole, da lei citate solo in parte, del colonnello Virgilio nell’intervista realizzata con Nello Scavo: «La nostra è un’attività finalizzata a fare prevenzione in un settore particolarmente sensibile a fenomeni di carattere sociale, ma siamo soliti dire che contrastare l’illecito serve quantomeno a spostare i giocatori verso il mercato lecito, facendo emergere anche situazioni di ludopatia che altrimenti resterebbero del tutto nascoste». A mio parere la premessa sociale, quel «quantomeno» e la conclusione sulla ludopatia non sono affatto irrilevanti. E contribuiscono a spiegare perché nelle sedi parlamentari italiane ed europee si sia ripreso in mano il 'dossier azzardo' e perché, qui in Italia, anche noi abbiamo deciso di sostenere con convinzione la mobilitazione 'Slotmob' che prenderà il via il 27 settembre da Biella e si svilupperà per settimane in tutto il Paese. Quanto alla sua lista delle 'cose da fare', gentile presidente, la considero corretta ma parziale. All’aumento dei controlli, alle nuove soluzioni tecnologiche per frenare le manomissioni, alle iniziative per combattere il gioco d’azzardo minorile, è indispensabile aggiungere: una congrua distanza di sicurezza tra i luoghi di aggregazione dei giovani e le cosiddette 'sale', lo stop alla pubblicità 'azzardata', azioni congiunte (un Paese da solo può fare molto, ma non abbastanza) per rendere complicata la vita alle sempre più invadenti bische online e, infine, la moratoria di almeno un anno sulle nuove concessioni già chiesta dal Senato della Repubblica. Mi fermo qui, perché mi sembra sufficiente, ma potrei continuare... Sappia, comunque, che consideriamo con attenzione l’impegno suo e di tutta Confindustria per l’affermazione della legalità anche in un settore che è purtroppo gravemente inquinato sia dalle malepratiche di quelli che abbiamo chiamato i 'furbetti delle macchinette' sia da una malavita arrogante e predona. So che siamo al cospetto di un impegno sincero. Ma non si può tacere che se anche questa battaglia fosse vinta e, per ipotesi, tutto diventasse 'a norma', resterebbe lancinante il problema del gioco d’azzardo compulsivo, e quello conseguente delle risorse (materiali, familiari, morali...) divorate, usurate e spazzate via dalla dipendenza. Una distruzione enorme di 'ricchezza'. Per questo, caro presidente Passamonti, servono regole chiare e forti, limiti robusti e invalicabili, consapevolezza diffusa del male psicofisico e sociale che l’azzardo produce e scatena. L’azzardo non è mai un’impresa come un’altra, e chi l’organizza lo sa bene. Ricambio volentieri il suo saluto.
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