giovedì 27 dicembre 2018
Avevano scritto un appello perché due richiedenti asilo nigeriani, Paul e Lamine, non fossero espulsi: insegnano inglese a scuola
Alcuni migranti in un'aula scolastica, foto d'archivio (Ansa)

Alcuni migranti in un'aula scolastica, foto d'archivio (Ansa)

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Dopo Lodi, anche a Serravalle d’Asti i bambini (e il buon senso), vincono sul “cattivismo” anti-migranti. In entrambi i casi, la mobilitazione partita dal basso e dai più piccoli ha segnato un punto a favore della convivenza e dell’integrazione. Così, se nel capoluogo lombardo c’è voluto un Tribunale per stabilire che anche le famiglie straniere devono essere messe nella condizione di accedere al servizio mensa e scuolabus a tariffe agevolate, al pari delle italiane, nel piccolo borgo piemontese la cortese ma ferma protesta degli scolari di prima e seconda elementare ha convinto la Commissione rifugiati della Prefettura di Asti a concedere più tempo a due richiedenti asilo nigeriani, che altrimenti, nei prossimi giorni sarebbero stati espulsi.

Ormai da qualche anno, tra la scuola elementare, che ha avviato il progetto 'Bimbisvegli' e il Centro di accoglienza straordinaria (Cas) gestito dalla società Agathon, si è stretto un positivo e proficuo rapporto di collaborazione. Accompagnati dagli operatori, alcuni migranti sono entrati nella scuola per tenere corsi di inglese ai piccoli allievi, con i quali hanno anche messo in scena uno spettacolo teatrale. Tutto questo, però, rischia di finire perché a due di questi migranti, Paul e Lamine, è stato negato lo status di rifugiati e adesso rischiano di essere riportati nel Paese da dove sono stati costretti a fuggire dopo che le loro famiglie sono state massacrate dalle milizie. Una prospettiva inaccettabile per i bambini («Cosa? – ha esclamato il piccolo Luca, quando la notizia è arrivata a scuola –. Ma lo sanno che sono scappati dalla povertà e dalla guerra?»), che così hanno scritto alla Commissione rifugiati del Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Asti, chiedendo che i loro amici non fossero espulsi. «Sono stati un regalo per noi, non vogliamo perderli », hanno scritto i Bimbisvegli in una lettera, di cui Avvenire ha parlato per primo lo scorso 6 dicembre.

Un appello capace di smuovere anche la rigida burocrazia ministeriale, che, proprio nei giorni di Natale, ha comunicato ai due giovani nigeriani che la loro posizione sarà rivalutata a luglio, dando così modo di presentare ulteriore documentazione. Comprese le “referenze” degli scolari. «Un piccolo miracolo di Natale che fa ben sperare in un mondo più bello e più giusto», dice il maestro Giampiero Monaca, che con le colleghe Maria Molino e Mariagrazia Audenino insegna ai 'Bimbisvegli'. Che al rientro dalle vacanze troveranno ancora i loro nuovi amici ad aspettarli.

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