Attivisti di "Ultima generazione" in azione a Milano - Fotogramma
Pugno duro di governo e maggioranza contro i cosiddetti eco-vandali, giovani ambientalisti che hanno scelto forme di protesta eclatanti - zuppa scagliata sulla vetrina di un Van Gogh a Londra, vernice lavabile su Palazzo Vecchio a Firenze - per denunciare l'inerzia della politica di fronte alla crisi climatica. Con 138 voti a favore, 92 contrari e 10 astenuti la Camera ha approvato in via definitiva il testo di legge che punisce la distruzione, il danneggiamento, il deturpamento e l'imbrattamento di beni culturali e paesaggistici, introducendo apposite sanzioni amministrative e rafforzando la tutela penale di tali beni. A favore il centrodestra, contrarie le opposizioni, tranne Italia viva e Azione che si sono astenute. La normativa approvata oggi permette di sanzionare i deturpatori con pene più severe e sanzioni amministrative, a seconda della gravità della fattispecie, che vanno da un minimo di 10mila ad un massimo di 60mila euro. I proventi delle sanzioni verranno devoluti al Ministero della cultura per il ripristino dei beni deturpati. L'aumento delle sanzioni aggrava quelle già pesanti previste dal Codice penale da marzo 2022 che prevede, oltre alla reclusione da 1 a 6 mesi, multe da 2.500 a 15mila euro.
Soddisfatto il ministro della cultura: «È stato varato un principio di rispetto per la cultura nazionale: chi deturpa, danneggia, imbratta un monumento - dice Gennaro Sangiuliano - deve risarcire lo stato per le spese sostenute per ripristinare lo stato dei luoghi. Posto che come dimostra un'ampia casistica occorre spendere somme ingenti» per il ripristino, «è bene che non paghino più gli italiani ma chi si rende responsabile degli atti di danneggiamento». E aggiunge: «Archeologi e storici dell'arte mi dicono che i marmi sono porosi e anche sostanze di origine vegetale lascerebbero una traccia indelebile. La questione dei cambiamenti climatici è importantissima: però bisogna farlo con serietà, non danneggiando lo stesso ambiente. I monumenti sono così connaturati al paesaggio, che ne sono parte integrante», quindi gli attivisti »attaccano anche un pezzo stesso della natura che credono di voler tutelare».
Gli esiti di un'azione degli attivisti di "Ultima generazione" - Ansa
E il dibattito in Aula diventa motivo di scontro tra le forze politiche. Il deputato del Pd Andrea Orlando ricorda che l'inasprimento delle pene non è giustificato, anche perché non si è in presenza «di danni permanenti». Il M5S accusa il governo di introdurre «pene sproporzionate» e di non «essere credibile» visto che «si è in presenza - come afferma il pentastellato Riccardo Ricciardi - di sottosegretari accusati di rubare quadri o di venderli all'estero». La protesta è un fondamento della democrazia, osserva ancora Nicola Fratoianni di Sinistra italiana che rammenta a questo proposito le proteste operaie nel '900 che anche allora «non erano consentite», ma che se non si fossero fatte non si sarebbero ottenuti diritti e libertà.
«Un governo che non investe un euro in cultura, si inventa l'ennesimo provvedimento inutile», dichiara Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd. «Oggi - continua - è il turno degli eco-vandali. Lungi da noi sottovalutare le azioni di chi danneggia o imbratta i beni culturali. Esistevano già norme che puniscono chi danneggia e deturpa i beni culturali e paesaggistici nella legge Orlando- Franceschini». Il nodo è che «in un anno il governo Meloni ha solo fatto proliferare nuove fattispecie di reato e ha alzato le pene», proseguendo la tendenza ad «affrontare ogni fenomeno, anche sociale, attraverso lo strumento giudiziario. Un governo panpenalista» per coprire «la totale assenza di misure a sostegno di famiglie e lavoratori». «Si aumentano le pene per i giovani, per i lavoratori che occupano le strade - dice Angelo Bonelli dei Verdi - ma non per pubblici ufficiali come Sgarbi. Per questo Governo, la legge non è uguale per tutti».
Esponenti di maggioranza, come Luca Toccalini della Lega, contestano invece le modalità di manifestazione portate avanti da chi protesta in difesa del clima, non solo per il deturpamento dei monumenti, ma anche per «lo scontro che si è avuto ieri a Milano tra i giovani di Ultima generazione e quelli della Lega durante il processo agli attivisti».