giovedì 4 luglio 2019
In Molise e Sicilia più del 4% assistito a casa, in Calabria e Val d'Aosta meno dell'1%. Indagine sulla continuità assistenziale di Italia Longeva agli Stati generali dell`assistenza a lungo termine
Solo il 2% in Rsa o assistito a domicilio. Grandi le disparità regionali
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Nel 2018 solo il 2% degli over 65 è stato accolto in Rsa (residenzialità assistita) e solo 2,7 anziani su 100 hanno ricevuto cure a domicilio, «con incredibili divari regionali: in Molise e in Sicilia più del 4% degli anziani può contare su questi servizi, mentre in Calabria e Valle d`Aosta si stenta ad arrivare all'1%». A evidenziarlo è la prima indagine sulla continuità assistenziale, curata per Italia Longeva, Rete Nazionale di Ricerca sull'invecchiamento e la longevità attiva, da Davide Vetrano, geriatra dell`Università Cattolica del Sacro Cuore e ricercatore al Karolinska Institutet.

L`indagine è stata presentata nel corso della quarta edizione degli "Stati Generali dell`assistenza a lungo termine", al ministero della Salute. «L'assistenza domiciliare, che in Italia cresce troppo lentamente, più lentamente di quanto crescano i cittadini che ne avrebbero bisogno - spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva - è il vero cortocircuito di una buona continuità assistenziale. Per ogni ora erogata, all'estero si arriva anche a 8-10». Quasi 1 italiano su 4 ha più di 65 anni, oltre 2 milioni superano gli 85 anni: siamo un popolo longevo, ma in molti casi gli anziani sono soggetti fragili.

Chi se ne prende cura, soprattutto quando i reparti sono sovraffollati o c`e` una piccola emergenza e correre al Pronto Soccorso sarebbe eccessivo? C'è una "terra di mezzo": la continuità assistenziale, ma in Italia non orienta la presa in carico di tutti gli over-65. Mette in comunicazione ospedale, comunità e domicilio. La ricerca si sofferma su 17 esperienze virtuose in 8 regioni. Otto best practice di gestione delle "dimissioni difficili" e 9 modelli efficienti di organizzazione delle reti territoriali. Italia Longeva si sofferma su 4 dei percorsi terapeutico-assistenziali più complessi, che riguardano pazienti con demenza, Parkinson e piaghe da decubito. Nelle buone pratiche analizzate, uno dei protagonisti della rete è il medico di medicina generale, che opera in sinergia con altri colleghi e indossa il camice di reparto (negli Ospedali di comunità).




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