sabato 5 marzo 2022
Aveva 79 anni. Tessera numero 2 di Forza Italia, ex ministro alla Difesa e agli Esteri (figlio d'arte) da qualche anno si era messo in disparte. Draghi: ha rafforzato i nostri legami transatlantici
Antonio Martino

Antonio Martino - ANSA

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Economista liberale, alla Farnesina da figlio d’arte, fra i fondatori di Forza Italia, Antonio Martino è scomparso nella notte a 79 anni. Ministro degli Esteri e della Difesa nei governi nei guidati da Silvio Berlusconi (il primo, il secondo e il terzo), aveva accompagnato la sua vicenda politica sin dall’inizio, sempre mantenendo un'autorevolezza e un'autonomia di pensiero da tutti riconosciuta. Così lo ricorda Mario Draghi:
«Profondo conoscitore del pensiero liberale, ha portato i suoi valori e la sua visione del mondo al centro della vita intellettuale, politica e istituzionale italiana», scrive il presidente del Consiglio. «Da ministro degli Esteri e della Difesa si è speso incessantemente per rafforzare i legami transatlantici dell'Italia e l'abolizione della leva militare», conclude la nota di Palazzo Chigi.
«Se ne è andato Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia, ministro, protagonista della vita politica italiana, amico schietto e leale», scrive su Twitter il coordinatore nazionale di Forza Italia, ed ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Originario di Messina, laurea in legge nel 1964, fu nominato, a seguito di una selezione a livello europeo, "Harkness Fellow of the Commonwealth Fund" per il biennio 1966-1968, specializzandosi a Chicago. All'Università La Sapienza ha insegnato Storia e politica monetaria. È stato anche docente di economia politica all'Università Luiss di Roma e preside dal 1992 al 1994. Dal 2014 in poi è stato segretario del comitato scientifico della Fondazione Italia-Usa.

In forza del suo curriculum e della sua stima diffusa, fu candidato da Forza Italia, nel 2015, alla presidenza della Repubblica, ma si disse non disponibile. Presidente onorario dell'Istituto Milton Friedman, economista di riferimento del monetarismo. La sua carriera politica era iniziata con la militanza nel partito liberale, poi il passaggio a Forza Italia: la sua tessera “azzurra” portava il numero 2, dopo quella di Silvio Berlusconi.

Ministro degli Esteri nel primo Governo del Cav dal maggio 1994 al gennaio 1995, mantenne le sue riserve sull'introduzione dell’euro come moneta unica. Nei governi Berlusconi II e III è stato ministro della Difesa, ed ebbe un ruolo determinante nella sospensione dell'obbligo di leva, come ricordato da Draghi.

Così lo ricorda Silvio Berlusconi: «Con Antonio Martino se ne va un amico carissimo, uno studioso illustre, un uomo libero. Con lui ho condiviso l'idea della nascita di Forza Italia, della quale ebbe la tessera numero due – ricorda anche lui –. Fu uno dei più apprezzati ministri dei nostri governi, agli Esteri e alla Difesa, stimatissimo in tutti i contesti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti, dove si era formato e dove era di casa. Figlio di Gaetano Martino - ricorda -, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea, allievo e amico del premio Nobel Milton Friedman, liberale intransigente, liberista convinto, con il suo pensiero orientò e caratterizzò il programma di Forza Italia fin dal 1994. Con lui elaborai fra l'altro il nostro progetto di riforma fiscale, basato sulla flat tax. Me ne mancheranno i modi squisiti, le citazioni colte, l'ironia tagliente, la discrezione», conclude Berlusconi.

Era stato al suo fianco anche nel 2013, nel momento della rifondazione di Forza Italia, mantenendo però un progressivo distacco e un crescente accento critico, fino alla scelta nel 2018 di non ricandidarsi dopo sei legislature da parlamentare. Era stato di recente critico sulla possibile candidatura al Quirinale di Berlusconi, che aveva spesso criticato per l’incapacità di circondarsi di persone autorevoli, anche a rischio un giorno di dover cedere il testimone.

«Addio ad Antonio Martino, eccellente economista, liberale vero, tra i fondatori di Forza Italia più volte ministro, presidente onorario del Fiedaman Institute. Con lui perdiamo un grande italiano, che credeva nell’Europa dei popoli. Mi mancheranno i nostri progetti», così lo ricorda il ministro Renato Brunetta.

«È con vera tristezza che partecipo al lutto per la scomparsa di Antonio Martino. Siamo stati spesso in disaccordo e anche per questo forse ho potuto apprezzarne ancora più in profondità la signorilità, la coerenza e la competenza. Una voce libera che ci mancherà», scrive il segretario del Pd Enrico Letta.

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