Minori da soli nel web, ecco la guida per aiutare i genitori
La campagna di Save the Children per un uso consapevole della rete. Consigli utili per gli adulti divisi per fasce di età dei figli. «Bambini e adolescenti ormai crescono in una dimensione on-life»

Già tra i bambini tra i 6 e i 10 anni, uno su tre usa il telefonino tutti i giorni. Ma al Sud e nelle isole sono quasi la metà, oltre il 44%. E i due terzi dei preadolescenti, tra 11 e 13 anni, ha una pagina social, anche se la legge lo permette dai 14 anni (a 13 solo se autorizzati dai genitori). «Bambini, bambine e adolescenti crescono oggi in una dimensione “on life” (più che on line), in cui cioè il mondo materiale e quello digitale si intrecciano», spiega Daniele Fatarella, direttrice generale di Save the Children: «Ciò non significa – aggiunge - che abbiano gli strumenti necessari per rapportarsi consapevolmente con l’universo online. La rete, infatti, può rappresentare una straordinaria opportunità di apprendimento e socializzazione, ma anche nascondere rischi di fronte ai quali i ragazzi non possono essere lasciati soli. Serve un’azione collettiva e strutturale».
È per questo che Save the Children lancia una campagna sull’educazione digitale. Con giornate di sensibilizzazione fino al 13 aprile sui canali editoriali Rai, appelli e approfondimenti nei diversi programmi. Con percorsi didattici in 50 scuole integrati nell’educazione civica e corsi di formazione per docenti. E con una guida per i genitori, scaricabile gratuitamente. Crescono infatti i bambini che usano lo smartphone tutti i giorni: nel 2018-2019 erano più del 18%, ora sono oltre il 32%. Il 31% dei ragazzi e delle ragazze di quest’età è connesso online con i suoi amici più volte al giorno, il 5% continuamente. L’82% dei preadolescenti usa internet per scambiare messaggi, poco meno del 40% per le mail, quasi 1 su 5 (il 18%) per leggere giornali o siti di informazione, l’11,3% per esprimere opinioni su temi politico-sociali, il 10% per seguire corsi online.
Dati che confermano la necessità di un accesso sicuro alla rete, evidente anche per gli episodi di cronaca con minori coinvolti in casi di cyberbullismo, discorsi d’odio, condivisione di immagini intime senza consenso e altre forme di violenza. I dati sono contenuti nel rapporto “Educare al digitale. Dati utili per adulti consapevoli”, a cura del Polo Ricerche dell’Organizzazione, disponibile online. Qui è contenuta anche la Guida con consigli utili per genitori e altri adulti di riferimento per accompagnare i figli minori aiutandoli a vivere la dimensione online con un adeguato livello di autonomia e protezione. La guida fornisce suggerimenti divisi per le diverse fasce d’età (5-8 anni, 9-11 anni e 12-14 anni) su come stare accanto a bambine, bambini e adolescenti nelle loro esperienze sulla rete, quali regole e buone pratiche introdurre, come consigliarli nell’impostare i propri account social e proteggere le identità online.
È per questo che Save the Children lancia una campagna sull’educazione digitale. Con giornate di sensibilizzazione fino al 13 aprile sui canali editoriali Rai, appelli e approfondimenti nei diversi programmi. Con percorsi didattici in 50 scuole integrati nell’educazione civica e corsi di formazione per docenti. E con una guida per i genitori, scaricabile gratuitamente. Crescono infatti i bambini che usano lo smartphone tutti i giorni: nel 2018-2019 erano più del 18%, ora sono oltre il 32%. Il 31% dei ragazzi e delle ragazze di quest’età è connesso online con i suoi amici più volte al giorno, il 5% continuamente. L’82% dei preadolescenti usa internet per scambiare messaggi, poco meno del 40% per le mail, quasi 1 su 5 (il 18%) per leggere giornali o siti di informazione, l’11,3% per esprimere opinioni su temi politico-sociali, il 10% per seguire corsi online.
Dati che confermano la necessità di un accesso sicuro alla rete, evidente anche per gli episodi di cronaca con minori coinvolti in casi di cyberbullismo, discorsi d’odio, condivisione di immagini intime senza consenso e altre forme di violenza. I dati sono contenuti nel rapporto “Educare al digitale. Dati utili per adulti consapevoli”, a cura del Polo Ricerche dell’Organizzazione, disponibile online. Qui è contenuta anche la Guida con consigli utili per genitori e altri adulti di riferimento per accompagnare i figli minori aiutandoli a vivere la dimensione online con un adeguato livello di autonomia e protezione. La guida fornisce suggerimenti divisi per le diverse fasce d’età (5-8 anni, 9-11 anni e 12-14 anni) su come stare accanto a bambine, bambini e adolescenti nelle loro esperienze sulla rete, quali regole e buone pratiche introdurre, come consigliarli nell’impostare i propri account social e proteggere le identità online.

Il cyberbullismo rappresenta infatti un rischio reale. Nel 2024 i casi trattati dalla Polizia Postale sono aumentati del 12%, passando dai 284 del 2023 ai 319 dello scorso anno. La fascia d’età più colpita è quella tra i e 14 e i 17 anni che, con 220 casi trattati, costituisce il 69% dei casi. Nello stesso anno sono stati 2.809 i casi di pedopornografia online trattati dalla Polizia Postale, più 6% rispetto all’anno precedente. Preoccupa anche la crescita del numero di casi di adescamento di minori online, 370 (più 5% rispetto al 2023). La fascia d’età più colpita è quella tra i 10 e i 13 anni (il 56% dei casi). I minori che utilizzano i social media, inoltre, possono sviluppare comportamenti come l’incapacità di controllare il tempo che vi si trascorre o sentimenti di ansia quando non possono accedervi.
Oltre ai social, la vita online dei ragazzi abbraccia anche l’universo dei videogame. Tra i preadolescenti maschi, l’84% scarica giochi online (75% tra le ragazze). Al crescere dell’età, tra i 14 e i 16 anni, il gaming coinvolge ancora l’81% dei ragazzi ma scende al 64% tra le ragazze. Tra i rischi c’è l’uso problematico dei videogiochi che coinvolge quasi il 31% degli 11enni e poco meno del 20% delle 11enni.
Un uso massiccio cui non sempre corrisponde la capacità di gestire senza rischi le potenzialità del mezzo. Il quadro delle competenze dei ragazzi in ambito digitale in Italia presenta luci e ombre. Ci sono progressi negli anni dopo la pandemia e oggi – secondo l’indagine ICILS del 2023 – solo il 14% degli studenti di terza media non ha raggiunto le competenze digitali minime, era il 24% del 2018 e in linea con altri Paesi europei. In Italia però emergono significativi divari territoriali: se nel Nord Ovest la quota di studenti di terza media senza competenze digitali minime è stata dell’8%, al Sud sale al 17% e nelle Isole addirittura al 32%, dove persiste una diffusa povertà educativa digitale. Preoccupante il dato dell’indagine PISA dell’OCSE, per il quale appena la metà dei 15enni è in grado di valutare la qualità delle informazioni trovate in rete, incapace di riconoscere una fake news.
Oltre ai social, la vita online dei ragazzi abbraccia anche l’universo dei videogame. Tra i preadolescenti maschi, l’84% scarica giochi online (75% tra le ragazze). Al crescere dell’età, tra i 14 e i 16 anni, il gaming coinvolge ancora l’81% dei ragazzi ma scende al 64% tra le ragazze. Tra i rischi c’è l’uso problematico dei videogiochi che coinvolge quasi il 31% degli 11enni e poco meno del 20% delle 11enni.
Un uso massiccio cui non sempre corrisponde la capacità di gestire senza rischi le potenzialità del mezzo. Il quadro delle competenze dei ragazzi in ambito digitale in Italia presenta luci e ombre. Ci sono progressi negli anni dopo la pandemia e oggi – secondo l’indagine ICILS del 2023 – solo il 14% degli studenti di terza media non ha raggiunto le competenze digitali minime, era il 24% del 2018 e in linea con altri Paesi europei. In Italia però emergono significativi divari territoriali: se nel Nord Ovest la quota di studenti di terza media senza competenze digitali minime è stata dell’8%, al Sud sale al 17% e nelle Isole addirittura al 32%, dove persiste una diffusa povertà educativa digitale. Preoccupante il dato dell’indagine PISA dell’OCSE, per il quale appena la metà dei 15enni è in grado di valutare la qualità delle informazioni trovate in rete, incapace di riconoscere una fake news.

Save the Children è attiva da tempo nelle scuole con il programma Educazione e Didattica Digitale, con particolare attenzione ai contesti di vulnerabilità, collaborando con le scuole secondarie di primo e secondo grado. Ha coinvolto nel 2024 più di 3.000 studentesse e studenti e circa 700 docenti. Dopo le prime 99 scuole (49 al Sud e nelle isole, 24 al Centro e 26 al Nord) coinvolte in un percorso biennale dal 2021 al 2024, altre 50 scuole potranno beneficiare di percorsi didattici biennali integrati nell’insegnamento dell’educazione civica, di strumenti per la valutazione degli studenti, di formazione specifica per i docenti e dell’allestimento di aule innovative e tecnologiche.
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