Mattarella ricorda Marcinelle: tutelare lavoratori resta un'urgenza

Sessantanove anni fa in una miniera in Belgio morirono 262 minatori, tra cui 136 italiani. Meloni: un debito di riconoscenza verso i connazionali. Monsignor Perego: ancora troppi morti sul lav
August 7, 2025
Mattarella ricorda Marcinelle: tutelare lavoratori resta un'urgenza
Ansa | Un momento della cerimonia in memoria della strage in Belgio
La tutela del lavoro e la lotta allo sfruttamento come necessità e dovere universale. L’8 agosto del 1956 si verificò una delle più gravi tragedie della storia nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. Morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. A sessantanove anni da quell’incidente il capo dello Stato Sergio Mattarella ricorda come quelle morti furono «un tributo che si estende a tutti i lavoratori italiani deceduti in luoghi lontani dall'Italia, prevalentemente per stato di necessità, lavoratori che seppero contribuire con impegno, onestà e dedizione alla prosperità dei Paesi che li accolsero». Oggi come allora, prosegue il presidente della Repubblica, «i gravi fenomeni in atto in diverse aree del mondo, da quelli climatici, ai conflitti in atto, spingono all'incremento di flussi migratori non volontari, fattori che, spesso, innescano conseguenze con significative ricadute demografiche e sociali, sulle stesse condizioni di lavoro». Perciò «la tutela dei lavoratori, la lotta contro ogni forma di sfruttamento restano un'urgente necessità, che risponde a principi di civiltà, a un dovere universale».

Il ricordo della politica

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni assicura che «l'Italia non dimenticherà mai la catastrofe del crollo della miniera di carbone del Bois du Cazier di Marcinelle», crollo per cui «l'Italia ha pagato il prezzo più alto». Dal ricordo di quel disastro è nata la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, voluta dal ministro Mirko Tremaglia nel 2001. La premier così utilizza proprio le parole usate all’epoca da Tremaglia per sottolineare come «Marcinelle rappresenta il simbolo della sofferenza, della fatica, del sangue versato sul lavoro dagli italiani nel mondo e dai loro fratelli europei e la superiorità di quell'umanesimo del lavoro allora ignorato che riconosce, a chi lavora, dignità e parità di diritti e di doveri».
Il presidente del Senato Ignazio Larussa in un messaggio, inoltre, ne vuole «onorarne la memoria, che è un dovere della nazione, così come lo è garantire condizioni di lavoro dignitose, sicure e rispettose della vita umana». Per il responsabile di Montecitorio Lorenzo Fontana la tragedia di Marcinelle «è una ferita aperta nel nostro Paese e nel mondo. Un pensiero commosso e una preghiera agli italiani che persero la vita lontano da casa».

Monsignor Perego (Migrantes): ancora troppi morti sul lavoro

Marcinelle ogni anno - sottolinea monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes - ricorda «il dramma sulle morti del lavoro in Italia, ma anche in Europa». Negli anni nel nostro Paese, anche grazie ai controlli e alle misure di sicurezza adottate, i decessi sono in calo. Ma, continua, «occorre però segnalare che le morti sul lavoro dei lavoratori migranti sono in proporzione il doppio rispetto a quelle dei lavoratori italiani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA