Mattarella: l'Ue ci ha liberato dagli orrori dei nazionalismi

Messaggio del capo dello Stato in occasione della ricorrenza della strage. Il presidente serbo Vucic parla invece di «orrendo crimine». Interviene anche il presidente della Camera Fontana
July 10, 2025
Mattarella: l'Ue ci ha liberato dagli orrori dei nazionalismi
ANSA | Una donna siede in mezzo alle lapidi del cimitero-memoriale di Srebrenica
«Commemoriamo oggi il trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica. Una tragedia che, a dispetto delle migliori speranze, fu emblematica degli orrori indicibili in cui poteva sprofondare nuovamente l'Europa, sulla scorta di azioni che riprendevano l'orrendo vessillo della "pulizia etnica" sotto il pretesto di affermazioni nazionalistiche, in un'area - i Balcani - caratterizzata da sempre dall'essere crogiolo di incontro e convivenza tra i popoli e le culture». Così Sergio Mattarella nella ricorrenza dei 30 anni da quella strage.
Una donna siede in mezzo alle lapidi del cimitero-memoriale di Srebrenica - ANSA
Una donna siede in mezzo alle lapidi del cimitero-memoriale di Srebrenica - ANSA
il presidente della Repubblica, che 4 anni e mezzo dopo si sarebbe occupato dei Balcani anche da ministro della Difesa del governo D’Alema, sottolinea l’importanza dell’ingresso nella Ue di tutta quell’area, lavorando sin dall’inizio del suo primo mandato, incessantemente, per l’allargamento a Est dell’Unione, rendendo la Ue protagonista di un delicato processo di pace, sempre più esteso. «Gli anni trascorsi da quella terribile strage – prosegue Mattarella - non attenuano l'urlo di dolore delle vittime, che continua a risuonare attraverso le testimonianze dei familiari che sono loro sopravvissuti. La coscienza della comunità internazionale non è uscita indenne da quegli eventi che hanno lasciato in eredità la consapevolezza che esiste una responsabilità collettiva, che invoca l'intervento e la condanna dei popoli. Una triste lezione che, al pari di altre, alimenta il dovere condiviso di prevenire e combattere simili atrocità e condannare con fermezza qualsiasi tentativo di riduzionismo o negazionismo. Lottare contro la diffusione di sentimenti d'odio è responsabilità di ciascuno e di ogni Paese. Attribuire disonore e infamia a intere popolazioni sarebbe errato: al contrario, si tratta di perseguire in ogni sede, a partire da quelle dei tribunali internazionali, una rigorosa e puntuale giustizia che sia terreno fertile per la riconciliazione e per un presente e un futuro di pace e fratellanza».
Mattarella sottolinea il ruolo che deve essere attribuito all’Onu. «È questo lo spirito con cui il 23 maggio 2024, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto proclamare l'11 luglio "Giornata internazionale di riflessione e commemorazione del genocidio di Srebrenica", per richiamare tutti a questo dovere, onorare le vittime e, preservando il ricordo di quegli avvenimenti luttuosi, iscrivere per sempre nella memoria dell'umanità quel giorno funesto. L'orizzonte europeo, in cui si iscrivono le aspirazioni dei popoli dei Balcani, rappresenta i valori di libertà, democrazia e uguaglianza di diritti che sono alla base del pacifico vivere comune tra i diversi popoli, nel rispetto delle loro specificità. Principi che hanno ispirato i padri fondatori del progetto europeo e che restano profondamente attuali per impedire che tragedie come il genocidio di Srebrenica tornino ad affliggere il nostro continente. Le comunità dei popoli dell'area - Bosnia ed Erzegovina fra queste - stanno faticosamente realizzando percorsi di superamento dei tragici lasciti del passato per consolidare legami di fiducia reciproca attraverso una convinta adesione al progetto europeo».
Mattarella conclude con un monito per il futuro: «La triste stagione dei nazionalismi, foriera dei peggiori lutti del XX secolo, sia definitivamente consegnata alla storia. Sarajevo sa di poter contare in questo percorso sul pieno sostegno della Repubblica Italiana e sul sentimento di grande amicizia che unisce i nostri popoli».
«A trent'anni dal genocidio di Srebrenica, ricordiamo con dolore le vittime di uno dei crimini più atroci commessi nel continente dopo la Seconda guerra mondiale. Quel massacro, consumato nel cuore dell'ex Jugoslavia, ha mostrato il volto disumano della violenza etnica, lasciando una ferita profonda. Ci stringiamo ai familiari delle vittime e ribadiamo, oggi e sempre, il dovere della memoria», interviene anche il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic, non usa invece il termine “genocidio”, ma per quello che ritiene un «orribile crimine» ribadisce il suo cordoglio ai familiari delle vittime bosniache, esprimendo la convinzione che un tale crimine non si ripeterà mai più. «Oggi ricorrono trent'anni dall'orribile crimine a Srebrenica. Non possiamo cambiare il passato, ma dobbiamo cambiare il futuro», dice.

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