L'ultima ondata di caldo ha triplicato i morti in Europa (e Milano ha il record)

Il calore come un “killer silenzioso”: dal 23 giugno al 2 luglio oltre 1.500 morti secondo uno studio dell'Imperial College. Milano la peggiore con 317 vittime in più stimate
July 8, 2025
L'ultima ondata di caldo ha triplicato i morti in Europa (e Milano ha il record)
Emanuele De Carli / fotogramma.it |
Il caldo estremo e continuo uccide. In città come in campagna e al mare. Oltre 1.500 persone sono morte in seguito all’ultima ondata di calore, note come "killer silenziosi": lo conferma uno studio dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Il 65% dei morti registrati durante l’ultima ondata di calore che ha colpito l’Europa sono riconducibili al cambiamento climatico. L'innalzamento delle temperature è stato responsabile di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari. «Ciò significa che il probabile bilancio delle vittime del calore guidato dal cambiamento climatico in molte città europee è stato superiore ad altri recenti disastri, tra cui le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e le inondazioni del 2021 nel nord-ovest dell'Europa (243 morti)» confermano gli studiosi che hanno preso in esame i dieci giorni di calore dal 23 giugno al 2 luglio. I combustibili fossili avrebbero aumentato le temperature dell'ondata fino a 4°C in tutte le città.
Si tratta di un primo studio rapido che stima il numero di decessi legati al cambiamento climatico per un'ondata di calore. Lo studio stima i decessi utilizzando modelli e dati storici di mortalità, evidenziando perché le ondate di calore sono note come “killer silenziosi”: la maggior parte dei decessi legati al calore non viene segnalata e le stime ufficiali del governo possono richiedere mesi per essere pubblicate o potrebbero non essere mai rese note.
Le persone di 65 anni e oltre hanno rappresentato l'88% dei decessi legati al cambiamento climatico, evidenziando come coloro con condizioni di salute preesistenti siano i più a rischio di morte prematura durante le ondate di calore. «Il cambiamento climatico uccide. Sta intensificando le ondate di calore e sta spingendo le persone vulnerabili al limite. Questo studio dimostra che ogni frazione di grado di riscaldamento fa un'enorme differenza - che si tratti di 1,4, 1,5 o 1,6°C -. Questi cambiamenti, apparentemente piccoli, porteranno a ondate di calore più calde e a un'impennata delle morti per il caldo» dichiara Garyfallos Konstantinoudis, del Grantham InstituteClimate Change and the Environment dell’ Imperial College London. Il caldo estremo ha attraversato l'Europa tra la fine di giugno e l'inizio di luglio, con temperature superiori ai 40°C in diversi Paesi. Le condizioni di caldo torrido hanno portato a limitazioni delle ore di lavoro all'aperto in Italia, alla chiusura di oltre 1.300 scuole in Francia, alla chiusura di un reattore nucleare in Svizzera e allo scoppio di incendi in Grecia, Spagna e Turchia.
«Le ondate di calore non lasciano una scia di distruzione come gli incendi o le tempeste. Il loro impatto è per lo più invisibile, ma silenziosamente devastante: una variazione di soli 2 o 3°C può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone - dichiara Ben Clarke, Centre for Environmental Policy Imperial College London - Il nostro studio mostra quanto sia già pericoloso il cambiamento climatico con un riscaldamento di appena 1,3°C. Tuttavia, potremmo raggiungere i 3°C in questo secolo, a meno che i Paesi non accelerino la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Questo porterebbe in Europa ondate di calore più violente, causando più morti e mettendo sotto pressione i sistemi sanitari».
In relazione allo studio londinese anche Greenpeace punta il dito contro il cambiamento climatico di origine antropica e sottolinea che fra le 12 città europee risultano Milano, la più colpita, e Roma. «Le temperature record di questo inizio estate stanno rendendo le nostre vite un vero e proprio inferno climatico, con morti premature triplicate, complicazioni di salute e impossibilità a svolgere le attività di tutti i giorni – commenta Federico Spadini di Greenpeace Italia - E questa situazione è la diretta conseguenza della nostra dipendenza dai combustibili fossili, come ci dimostra lo studio appena uscito». Greenpeace Italia ricorda che continuare a estrarre e a bruciare petrolio, gas e carbone ha reso, e renderà, gli eventi climatici estremi come ondate di calore, alluvioni e siccità sempre più intensi e frequenti, con un costo altissimo in termini di vite umane, perdita di biodiversità e impatti socio-economici. «Per mettere fine a questa crisi, i governi devono abbandonare l'utilizzo dei combustibili fossili e imboccare davvero la strada della transizione alle fonti rinnovabili, e le grandi aziende del settore fossile devono iniziare a pagare per i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo», conclude Spadini.

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